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Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

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economiche e sociali del paese 84 . La varietà <strong>di</strong> esperienze umane ed intellettuali e la decisa<br />

adesione agli ideali patriottici resero De Sanctis esponente <strong>di</strong> punta <strong>di</strong> un liberalismo<br />

nuovo orientale verso un’azione politica capace <strong>di</strong> coniugare gli ideali unitari con quelli<br />

della democrazia senza reticenze o moderatismi preconcetti.<br />

Il suo sguardo sulla letteratura ottocentesca tende a cogliere, nelle sue linee essenziali,<br />

le ragioni <strong>di</strong> un periodo storico esaltante ma ormai chiuso. I suoi giu<strong>di</strong>zi sono netti, le sue<br />

analisi, pur bisognose <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>menti e ricerche specifiche, esprimono la chiarezza<br />

derivante da una me<strong>di</strong>tata riflessione <strong>di</strong> uomini e cose del proprio tempo.<br />

Le tre lezioni su Mazzini, severamente giu<strong>di</strong>cate dalla critica storica, conservano<br />

freschezza interpretativa e vivacità intellettuale proprio in quanto raccontano la fede che<br />

aveva influenzato il pensiero desanctisiano fin dagli anni in cui l'assolutismo borbonico<br />

aveva spinto i giovani intellettuali meri<strong>di</strong>onali verso il mondo delle sette e la rivoluzione.<br />

Il tono confidenziale con il quale analizzava l'opera e la figura del genovese deriva dal<br />

riconoscersi in esperienze e ideali della propria giovinezza. Vivacissime sono le parti<br />

de<strong>di</strong>cate al Mazzini scrittore, in cui risalta la brillantezza interpretativa, arricchita da uno<br />

stile moderno e da una lingua colloquiale, derivata da un impasto <strong>di</strong> classicità e <strong>di</strong><br />

spregiu<strong>di</strong>cate soluzioni <strong>di</strong> lingua parlata. I resoconti <strong>di</strong> Torraca nulla tolgono ad un<br />

linguaggio efficacissimo, mai pedante, costantemente proteso al <strong>di</strong>alogo con gli<br />

ascoltatori. Sullo stile e la scrittura mazziniana comunque De Sanctis formulava giu<strong>di</strong>zi<br />

severi.<br />

"Quando leggete una serie <strong>di</strong> sonetti, dopo il primo avete bisogno <strong>di</strong> riposarvi prima <strong>di</strong><br />

passare al secondo, ch'è tutt'altro: cosi un libro <strong>di</strong> Mazzini non lo <strong>di</strong>vorate, non lo leggete<br />

continuamente dalla prima all'ultima pagina; avete bisogno <strong>di</strong> riposarvi sempre quando<br />

una proposizione finisce e ne viene un'altra. E' sintesi questa; ma perché costituisca la<br />

grandezza dello scrittore le manca la profon<strong>di</strong>tà, perché Mazzini gitta le idee come<br />

oracolo, non vi si profonda, non ne vede la ra<strong>di</strong>ce e la sorgente come farebbe un grande<br />

pensatore od un grande filosofo. Quando la sua idea l'ha vista nell'apparenza più splen<strong>di</strong>da,<br />

è sod<strong>di</strong>sfatto; ne cerca sotto l'apparenza la vita nascosta <strong>di</strong> cui essa nasce. E' sintesi, manca<br />

però <strong>di</strong> estensione; perché, siccome aborre dal particolare, siccome l'arte per lui è<br />

quell'apparenza splen<strong>di</strong>da, vede l'idea solo dall'aspetto che lo ha attirato. La sua immagine<br />

piace, ma rimane semplice immagine, senza la varietà <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi aspetti, senza la<br />

profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> quel solo''. 85<br />

Nelle puntigliose crìtiche che agitavano le analisi che Emilio Bertana (Monselice<br />

[Padova], 1860-Como,1934) sulle lezioni raccolte in volume nel '97 si possono rintracciare<br />

tutte le ragioni del <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o che separarono frontalmente la critica estetica da quella storica.<br />

Nella crìtica dell'allievo <strong>di</strong> D'Ancona però i punti poco convincenti sono vari ma<br />

riassumibili in due gran<strong>di</strong> questioni: l'assenza <strong>di</strong> attenzione al complesso rapporto scienzavita,<br />

oggetto della sofferta e pessimistica riflessione contenuta nella prolusione del 1872 86 ,<br />

e la severa quanto generica interpretazione del linguaggio, definito indeterminato, vago e<br />

84<br />

Cfr. M. MIRRI, Francesco De Sanctis politico e storico della civiltà moderna, Messina,<br />

Firenze, D’Anna, 1961.<br />

85<br />

F. DE SANCTIS, La letteratura italiana nel secolo XIX, cit., p. 438.<br />

86<br />

Cfr. le analisi <strong>di</strong> S. LANDUCCI, Cultura e ideologia in Francesco De Sanctis. Milano, Feltrinelli,<br />

1977 2 , pp. 359 e ss.<br />

113

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