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Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

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Nell’uso scolastico della letteratura (parliamone ancora un po’) io credo che siano<br />

determinanti alcune essenziali possibilità, che mi è capitato spesso <strong>di</strong> schematizzare<br />

con l’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> livelli attraverso i quali si riconosce e si conferma,<br />

ancora nella società attuale e entro le sue contrad<strong>di</strong>zioni troppo spesso ignorate, la<br />

necessità <strong>di</strong> un suo adeguato insegnamento: un livello linguistico (che non coincide<br />

soltanto con una “educazione linguistica” e si riconosce nel legame strettissimo tra<br />

letteratura e lingua nazionale); un livello estetico (che chiama in causa non solo il<br />

“piacere della lettura”, ma l’incontro con la bellezza, la ricerca del bene e delle ragioni<br />

della vita, lo spazio dell’“immaginario”: in questo livello estetico, in senso molto<br />

ampio, è ovviamente essenziale una prospettiva così intensamente “vitale” come<br />

quella <strong>di</strong> De Sanctis); un livello civile (legato all’orizzonte civile della nostra<br />

tra<strong>di</strong>zione letteraria, alla possibilità <strong>di</strong> estrarre dalla letteratura un’adeguata<br />

conoscenza e un senso <strong>di</strong> partecipazione al mondo, nell’orizzonte del “<strong>di</strong>alogo” e del<br />

riconoscimento della <strong>di</strong>versità: e l’opera <strong>di</strong> De Sanctis ha una determinante prospettiva<br />

civile; come <strong>di</strong>ceva anche Palumbo, la Storia della letteratura italiana è storia anche<br />

del tessuto civile profondo del nostro<br />

Paese con tutte le sue contrad<strong>di</strong>zioni); un livello storico (legato alla salvaguar<strong>di</strong>a della<br />

memoria, del senso del passato e della <strong>di</strong>stanza storica, capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>rci che il mondo<br />

non è sempre stato quello che è oggi: il richiamo a De Sanctis è automatico, e<br />

ad<strong>di</strong>rittura ovvio); un livello inter<strong>di</strong>sciplinare (la letteratura, per il suo stesso statuto,<br />

si pone all’incrocio delle varie <strong>di</strong>scipline, riguarda il loro essere in situazione, il loro<br />

comunicarsi e rappresentarsi: il suo esercizio <strong>di</strong>dattico può fornire un determinante<br />

punto d’incontro tra <strong>di</strong>scipline “Umanistiche” e “scientifiche”, può aprire spazi critici<br />

e conoscitivi su “generi”, co<strong>di</strong>ci, materie del tipo più <strong>di</strong>verso, dalle arti figurative alla<br />

musica, alla filosofia, al cinema, ai me<strong>di</strong>a, alla stessa informatica; non bisogna<br />

trascurare come De Sanctis nella Storia della letteratura <strong>di</strong>a così grande rilievo,<br />

grande importanza alla nuova scienza e ai suoi sviluppi). Per insistere solo sull’ultimo<br />

livello, non si può non sottolineare come esso possa essere estratto dal seno stesso <strong>di</strong><br />

una storia letteraria come quella desanctisiana: quando parliamo <strong>di</strong> De Sanctis non<br />

dobbiamo trascurare (e basta ricordare la famosa conferenza su La scienza e la vita),<br />

che, pur nel suo carattere <strong>di</strong> intellettuale umanista, <strong>di</strong> matrice umanistica, egli ha avuto<br />

una grande capacità <strong>di</strong> affacciarsi sulle prospettive della scienza moderna, sulle sue<br />

conquiste e sulle sue contrad<strong>di</strong>zioni.<br />

Quanto detto finora voleva essere solo una perorazione in <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong><br />

insegnamento e <strong>di</strong> uso della letteratura che per me trova la sua ra<strong>di</strong>ce naturalmente ed<br />

inevitabilmente proprio nell’opera <strong>di</strong> De Sanctis. Un modello <strong>di</strong> uso della letteratura,<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con la letteratura del presente e del passato: perché un modello del genere<br />

sia forte, deve far riferimento ad un’esperienza eccezionale come quella <strong>di</strong> De Sanctis,<br />

un’esperienza che, come ha sottolineato qui Palumbo, sa sempre trascorrere dal<br />

particolare più concreto e corposo al <strong>di</strong>segno generale, al quadro che dà il senso<br />

“forte” all’esperienza. La Storia della letteratura italiana, è stato detto da molti critici,<br />

è come un romanzo, è come un dramma: c’è una vicenda che si svolge, c’è un’idea<br />

globale che la domina, che la percorre, ma il bello è che questo <strong>di</strong>segno generale non è<br />

per niente schematico. De Sanctis riesce a combinare, a tenere intrecciato questo<br />

<strong>di</strong>segno generale, questo movimento drammatico col senso del particolare più

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