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Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

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loro principi. Questo percorso ha il proprio epilogo nella letteratura della nuova Italia,<br />

con poeti come Foscolo, Manzoni, Leopar<strong>di</strong>.<br />

Collocandosi al centro <strong>di</strong> questo processo, De Sanctis ricostruisce criticamente la<br />

<strong>di</strong>alettica delle posizioni, che hanno collaborato al progresso <strong>di</strong> una nazione e,<br />

insieme, dell’umanità oppure, invece, hanno contribuito a ostacolarla. In altre parole,<br />

valuta quali fattori abbiano accelerato questo lungo viaggio della coscienza italiana e<br />

quali, al contrario, ne abbiano rallentato la marcia. A De Sanctis interessa cogliere<br />

l’essenziale del problema, senza fermarsi sui dettagli, tentando <strong>di</strong> mettere a nudo la<br />

sostanza principale dell’autore, del periodo, della fase letteraria alla quale egli si<br />

riferisce.<br />

Nel gioco <strong>di</strong> questi contrasti un ruolo essenziale occupa il confronto tra Niccolò<br />

Machiavelli e Francesco Guicciar<strong>di</strong>ni, che sembrano riprodurre con la massima<br />

evidenza i caratteri dell’una e dell’altra via. Il nostro, come si sa, è il paese delle<br />

contrapposizioni: Coppi - Bartali, Milan - Inter, Salernitana - Avellino e così via<br />

all’infinito. L’opposizione Machiavelli - Guicciar<strong>di</strong>ni è un’opposizione consueta,<br />

essenziale perché aiuta a comprendere, come in un laboratorio, i modelli <strong>di</strong><br />

intellettuale che De Sanctis ha davanti. Prima della Storia della letteratura, egli<br />

interviene sul “problema Guicciar<strong>di</strong>ni” in un articolo estremamente importante,<br />

pubblicato nel 1869 sulla “Nuova Antologia”: un articolo significativo fin dal titolo,<br />

che è “L’uomo del Guicciar<strong>di</strong>ni”. Si tratta <strong>di</strong> un titolo chiave, perché in<strong>di</strong>ca il modo <strong>di</strong><br />

trattare l’autore <strong>dei</strong> Ricor<strong>di</strong>. Guicciar<strong>di</strong>ni non è assunto come un intellettuale tra gli<br />

altri, ma piuttosto come il rappresentante <strong>di</strong> un tipo umano costante: un emblema, sia<br />

pure un emblema negativo nella tra<strong>di</strong>zione intellettuale italiana. Proprio questo saggio<br />

illustra, <strong>di</strong> fatto, le ragioni che rendono il “caso Guicciar<strong>di</strong>ni” un’esperienza<br />

para<strong>di</strong>gmatica. Al ritratto, compiuto in questa occasione, si rifaranno, infatti, le pagine<br />

<strong>di</strong> poco successive della Storia della letteratura. Esse non faranno che collocare<br />

Guicciar<strong>di</strong>ni nel quadro generale dell’opera, consacrando definitivamente il suo valore<br />

<strong>di</strong> archetipo. I motivi della scelta <strong>di</strong> Guicciar<strong>di</strong>ni e <strong>di</strong> un interesse rinnovato intorno<br />

alla sua opera vanno ricercati nella pubblicazione dell’intera produzione del grande<br />

fiorentino, avviata nel 1859 da Giuseppe Canestrini: un’impresa che arrivava a<br />

compimento proprio nel 1869, l’anno in cui De Sanctis interveniva sulla “Nuova<br />

Antologia”. Nonostante Canestrini avesse notevolmente incrementato la conoscenza e<br />

il numero degli scritti dello storico fiorentino, De Sanctis isola, tra tutti i testi, i<br />

Ricor<strong>di</strong>, questa raccolta <strong>di</strong> 221 massime in cui sembra concentrata tutta l’esperienza e<br />

la saggezza che si possa maturare rispetto alla realtà. Scartando ogni altra<br />

composizione, politica o storica, egli si ferma a considerare soprattutto il significato<br />

racchiuso in queste massime e, all’insieme <strong>di</strong> tali pensieri, attribuisce un’esemplarità<br />

tutta negativa. La filosofia che si rivela nel libro guicciar<strong>di</strong>niano, infatti, appare<br />

in<strong>di</strong>cativa del sistema <strong>di</strong> quel paradosso storiografico che De Sanctis chiama - con<br />

citazione machiavelliana - la “corruttela italiana”. Il problema a cui egli intende dare<br />

risposta riguarda non tanto Guicciar<strong>di</strong>ni, ma investe esplicitamente la natura della<br />

crisi, politica e morale, dell’Italia rinascimentale, riconosciuta nelle pagine <strong>di</strong><br />

quell’unico libro. In altre parole, l’attenzione si rivolge a una questione complessiva.<br />

Si tratta <strong>di</strong> comprendere per quali cause un paese, che, al massimo sviluppo delle<br />

capacità intellettuali, aveva raggiunto uno straor<strong>di</strong>nario splendore nella vita artistica e<br />

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