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Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

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della memoria come il regno della sua gioiosa infanzia interrotta appena all'età <strong>di</strong> nove<br />

anni.<br />

"La sera ci fu il pranzo, coi soliti strangolapreti, e il polpettone, e la pizza rustica e<br />

altri piatti <strong>di</strong> rito. Il dì appresso visitai tutti i luoghi dov’era passata la mia<br />

fanciullezza. Fui nel sottano, e dove si ammazzava il porco, e dove era la mangiatoia<br />

pei cavalli, e dove tra mucchi <strong>di</strong> legna o <strong>di</strong> grano solevo trovar le uova ancora calde e<br />

portarle alla mamma. Quel sottano sonava ancora <strong>dei</strong> miei trastulli fanciulleschi. Poi<br />

sbucai nell’orto, e salii il fico e mi empii <strong>di</strong> ciliegie, e feci alle bocce o alle palle,<br />

correndo, schiamazzando. Era in piena aria, in piena luce, mi sentivo rivivere" 30 .<br />

La passeggiata pomeri<strong>di</strong>ana del se<strong>di</strong>cenne De Sanctis con la bella e giovanissima<br />

Mariangiola - questi ricor<strong>di</strong> risalgono alla primavera del 1833 - gli offre l’opportunità<br />

<strong>di</strong> visitare il cimitero e <strong>di</strong> pregare sulle tombe <strong>dei</strong> familiari scomparsi, rinnovando il<br />

dolore e il ricordo della carissima sorella Genoviefa, morta nel '32 a soli <strong>di</strong>ciannove<br />

anni 31 .<br />

"|...| Giungemmo alle Croci, che è un piccolo monte, storiato della passione <strong>di</strong><br />

Cristo, detto perciò anche il Calvario. Alle falde era il Cimitero, una camera tutta<br />

biancheggiata, entro cui erano addossate le ossa degli antenati. Mi sentii un freddo, e<br />

pensai a Genoviefa, e m'inginocchiai innanzi all’inferriata, e piansi piansi, e <strong>di</strong>ssi<br />

molti Pater e molte Ave" 32 .<br />

Lo spazio come intreccio <strong>di</strong> realtà e racconto dunque costituisce la travatura<br />

storicoletteraria del complesso impianto narrativo desanctisiano, costantemente<br />

arricchito nella lingua dall'utilizzo <strong>di</strong> espressioni parlate, stilemi <strong>di</strong>alettali e vocaboli<br />

gergali: il <strong>di</strong>aletto<br />

d'altronde era considerato dal critico il semenzaio delle lingue. Convinto ormai che la<br />

lingua non doveva essere "un corpo morto". De Sanctis, già lontano dal pur<br />

fondamentale insegnamento purista ricevuto dal marchese Basilio Puoti, non aveva<br />

timori nell'usare "qualche parola o frase uscita dal <strong>di</strong>aletto" pur <strong>di</strong> affermare il dogma<br />

della precisione e della proprietà su quello della purezza.<br />

"Nei casi dubbi davo una gran<strong>di</strong>ssima importanza all'uso vivo, e erano bene<br />

accette anche parole nuove non registrate nel vocabolario, ma sonanti nella bocca del<br />

massaio o del gastaldo. Né mi faceva orrore qualche parola o frase uscita dal <strong>di</strong>aletto;<br />

anzi mi pareva che i <strong>di</strong>aletti italici fossero per l'uomo <strong>di</strong> gusto fonte viva e fresca <strong>di</strong><br />

buona lingua, specialmente per ciò che riguarda le frasi e le immagini e le figure. Il<br />

mio principio era che potesse entrare nelle lingua comune quanto nei <strong>di</strong>aletti potesse<br />

esser capito e avesse una certa conformità <strong>di</strong> genio e <strong>di</strong> andamento con quella. La<br />

lingua comune era per me come l'aristocrazia, la quale sarebbe un corpo morto, ove<br />

non avesse la forza <strong>di</strong> assimilarsi e assorbire altre classi" 33 .<br />

In Francesco De Sanctis l'Irpinia, terra <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni c <strong>di</strong> serrati confronti tra<br />

realismo e idealismi teologici -, è presenza assidua, incessante ed operante nell'ambito<br />

della sua acuta riflessione culturale ed ideologica. Spazio della memoria e<br />

30 F. DE SANCTIS. La Giovinezza, cit., p.34<br />

31 (9) Cfr. il capitolo quarto de La Giovinezza, intitolato Genoviefa, ivi. pp. 19-21. ( 10) F. DE<br />

SANCTIS, La Giovinezza, cit., p. 34.<br />

32 F. DE SANCTIS, La Giovinezza, cit., p. 34.<br />

33 ivi, pp. 136-37.<br />

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