Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch
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La prosa desanctisiana, come ha scritto Gennaro Savarese, è sempre acromatica.<br />
Non si lascia mai travolgere da aberrazioni <strong>di</strong> colore e non scade mai nel bozzettismo<br />
<strong>di</strong> tipo naturalista.<br />
"Nel caso dell'autobiografia del De Sanctis è da scartare, in via preliminare<br />
l'ipotesi che l'autore volesse consegnare ad essa una serie <strong>di</strong> aneddoti e bozzetti relativi<br />
alla sua vita, sia pure per un superiore gusto narrativo" 37<br />
La sua "forza allegra" rimane uno <strong>dei</strong> motivi determinanti presenti nelle pagine <strong>dei</strong><br />
suoi scritti autobiografici, sempre sorretti da un tono oratorio ed uno narrativo,<br />
quest'ultimo dagli esiti impreve<strong>di</strong>bilmente nuovi. Viene riba<strong>di</strong>ta sostanzialmente<br />
quella duplicità linguistica così bene in<strong>di</strong>viduata da <strong>Atti</strong>lio Marinari nell'analisi<br />
testuale <strong>di</strong> Un viaggio elettorale.<br />
Nei Ricor<strong>di</strong> intanto non mancano pagine <strong>di</strong> grande resa narrativa che testimoniano<br />
quanto De Sanctis sia stato davvero grande scrittore. Bellissime sono le pagine del<br />
capitolo do<strong>di</strong>cesimo, intitolato II colera, in cui descrive un suo viaggio a dorso <strong>di</strong> mulo,<br />
quasi dal timbro donchisciottesco, da Avellino a Morra. La città <strong>di</strong> Avellino, siamo nel<br />
1837, era un gran borgo che, come la Lecco manzoniana, "s'incammina a <strong>di</strong>ventar<br />
città":<br />
"Giunsi in Avellino che parevo un fantasma, e tirai da Peppangelo, il celebre<br />
locan<strong>di</strong>ere a quel tempo (sorgeva nel Casale nuovo alle spalle <strong>di</strong> Palazzo Caracciolo sede <strong>dei</strong><br />
tribunali). (...) La mattina lasciai Avellino senza vedere alcuno, con l'aria <strong>di</strong> un<br />
fuggitivo. Prima la via era buona, e io caracollava con un frustino in mano e in aria <strong>di</strong><br />
bravo, su <strong>di</strong> una mula. Mi veniva appresso, correndo, il conta<strong>di</strong>no che<br />
m'accompagnava. Era innanzi l'alba, e il freddo avuto mi dava un tremolio, specie per<br />
le vie umide <strong>di</strong> Atripalda. (...) La strada era cosi brutta, che in parecchi punti aveva<br />
l'aspetto <strong>di</strong> un vero precipizio, stretta stretta, sdrucciolevole, aperta ai fianchi, <strong>di</strong> una<br />
altezza che mi dava le vertigini, e io gridavo che volevo calare, e il conta<strong>di</strong>no bestia<br />
dava <strong>dei</strong> pugni alla mula. Avevo smesso quell'aria <strong>di</strong> bravo cavaliere e mi rodevo tra la<br />
stizza e la paura, col capo <strong>di</strong>messo, assetato, affamato, <strong>di</strong>ssossato. Giunsi alla famosa<br />
taverna <strong>di</strong> Santa Lucia (presso Castelvetere sul Calore), e il cuore mi si allargò, come<br />
vedessi Gerusalemme. Mi aiutarono a scendere, che era intirizzito e non mi potevano<br />
le gambe. Entrai in un camerone oscuro e su<strong>di</strong>cio, che mi parve una sala principesca, e<br />
mi gettai al desco senza badare al tovagliolo e alla forchetta: avrei mangiato con le<br />
<strong>di</strong>ta. Pane nero, formaggio piccante, peperoni gialli e una caraffa <strong>di</strong> vino asciutto<br />
furono per me un pranzo da re" 38<br />
Quel giovane purista che si sofferma nella taverna a guardare trincare mulattieri,<br />
pastori e conta<strong>di</strong>ni ha già un occhio sterniano, capace <strong>di</strong> cogliere con limpidezza le<br />
talora <strong>di</strong>vertenti situazioni dell'esistenza. Nelle pagine de Un viaggio elettorale De<br />
Sanctis non si lasciò sfuggire mai l'occasione per proporre la sua ricercata<br />
pre<strong>di</strong>sposizione all'umorismo, antidoto contro i pericoli del sempre in agguato tono<br />
patetico. In visita al paese <strong>di</strong> Sant'Angelo <strong>dei</strong> Lombar<strong>di</strong>, non si lascia sfuggire<br />
l'occasione per una nota <strong>di</strong> elegante leggerezza:<br />
"Accolti a suon <strong>di</strong> musica, mi pareva essere un generale, e battevo il passo, e me la<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>desanctisiani</strong>, a cura <strong>di</strong> Carlo Muscetta, Napoli. Alfredo Guida e<strong>di</strong>tore. 1931. pp. 9-53.<br />
37 G. SAVARESE, Introduzione a La Giovinezza, cit., p. XXI.<br />
38 F. DE SANCTIS, La Giovinezza, cit., pp. 82-83.<br />
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