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Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

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scommette su qualcos’altro, su quel valore aggiunto, nemico <strong>di</strong> ogni calcolo, che è<br />

appunto l’ideale, garante della sopravvivenza della vita <strong>di</strong> tutti.<br />

Proprio dalle ceneri <strong>di</strong> questo atto d’accusa, emerge con prepotenza la figura<br />

alternativa <strong>di</strong> Machiavelli. Egli appare, nella logica oppositiva della Storia della<br />

letteratura, in antitesi a tutto quello che si è detto per Guicciar<strong>di</strong>ni. L’ideale politico e<br />

civile dell’ “uomo del Machiavelli” avrà esattamente le caratteristiche che mancavano<br />

al suo antagonista. Tuttavia, se ci si limitasse solo a questa constatazione, si<br />

perderebbe un aspetto che non è meno rilevante nel ragionamento <strong>di</strong> De Sanctis. Il<br />

grande merito che egli ha, e che costituisce un riflesso della funzione militante <strong>di</strong><br />

critica che possiede, è <strong>di</strong> attualizzare la storia e <strong>di</strong> ritrovare le tracce <strong>di</strong> un passato, non<br />

solo letterario, nella <strong>di</strong>alettica viva del presente in cui vive. La spietata accusa contro il<br />

modello antropologico personificato da Guicciar<strong>di</strong>ni non sarebbe così spietata se<br />

riguardasse un’epoca lontana, <strong>di</strong>menticata nel tempo. Al contrario, “la razza italiana<br />

non è ancora sanata da questa fiacchezza morale, e non è ancora scomparso dalla sua<br />

fronte quel marchio che ci ha impresso la storia <strong>di</strong> doppiezza e <strong>di</strong> simulazione”.<br />

L’uomo del Guicciar<strong>di</strong>ni non è il relitto <strong>di</strong> un’archeologia letteraria, ma designa<br />

un’esistenza che si è mantenuta ancora intatta. Egli incarna, agli occhi <strong>di</strong> De Sanctis,<br />

una presenza ancora attuale, che vivit, imo in Senatum venit, e lo incontri ad ogni<br />

passo. E quest’uomo fatale c’impe<strong>di</strong>sce la via, se non abbiamo la forza <strong>di</strong> ucciderlo<br />

nella nostra coscienza”.<br />

L’analisi critica del passato si trasforma, così, nella polemica contro un presente<br />

allo stesso modo malato, infettato della medesima colpa. Sulle sue spalle poggiano i<br />

vizi <strong>di</strong> un’Italia che non vuole morire, ma la cui sconfitta è in<strong>di</strong>spensabile per la<br />

costruzione del mondo nuovo:“Quest’uomo savio, secondo l’immagine che ce ne<br />

porge il Guicciar<strong>di</strong>ni, è quello che oggi <strong>di</strong>rebbesi un gentiluomo, un amabile<br />

gentiluomo, nel vestire, nelle maniere e ne’ tratti. Il ritratto è così fresco e vivo, così<br />

conforme alle consuetu<strong>di</strong>ni moderne, che ad ogni ora ti par d’incontrarlo per via, con<br />

quel suo risetto <strong>di</strong> una benevolenza equivoca, con quella perfetta misura ne’ mo<strong>di</strong> e<br />

nelle parole, con quella padronanza <strong>di</strong> sé, con quella confidenza nel saper fare e nel<br />

saper vivere”.<br />

Non è, perciò, occasionale che all’egoismo scettico <strong>di</strong> questa figura intellettuale si<br />

opponga la forza immaginativa <strong>di</strong> Machiavelli. Se l’uomo del Guicciar<strong>di</strong>ni è un lascito<br />

negativo della nostra storia, della cui nefasta ere<strong>di</strong>tà bisogna liberarsi, Machiavelli è,<br />

al contrario, una presenza viva, attuale, pulsante. In un passo famoso della Storia della<br />

letteratura, scritto nei giorni della conquista <strong>di</strong> Roma, proprio al Segretario fiorentino<br />

De Sanctis tributa il più vivo elogio. Nel capitolo che lo riguarda, quasi a conclusione<br />

del suo <strong>di</strong>scorso. De Sanctis scrive:<br />

“[Il programma del Machiavelli] è il programma del mondo moderno, sviluppato,<br />

corretto, ampliato, più o meno realizzato. E sono gran<strong>di</strong> le nazioni che più vi si<br />

avvicinano. Siamo dunque alteri del nostro Machiavelli. Gloria a lui, quando crolla<br />

alcuna parte dell’antico e<strong>di</strong>ficio. E gloria a lui, quando si fabbrica alcuna parte del<br />

nuovo”.<br />

Nonostante l’elogio che si compie, saremmo fin qui ancora, come <strong>di</strong>re,<br />

nell’ambito <strong>di</strong> un giu<strong>di</strong>zio storico-letterario. Però, anche nel caso <strong>di</strong> Machiavelli, lo<br />

sguardo critico entra nella contemporaneità, e quello che sembrava il bilancio <strong>di</strong><br />

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