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Contratto ImpresaEuropa - Cedam

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716 CONTRATTO E IMPRESA / EUROPA<br />

glitz sia del tutto appropriato. Joseph Stiglitz, così come Jeffrey Sachs, è<br />

membro del Center on Capitalism and Society presso la Columbia University<br />

di New York (http://www.earthinstitute.columbia.edu/ccs). Il<br />

Centro è un think-tank nel quale studiosi di economia e diritto studiano le<br />

istituzioni del capitalismo. L’interrogativo al quale si cerca di dare risposta<br />

è quale siano le ragioni che spiegano l’eccezionale prosperità e produttività<br />

dell’economia americana. Lo scopo della ricerca è di « trasformare il<br />

capitalismo da un oggetto di fede o di odio ad un sistema di istituzioni e<br />

meccanismi ragionevolmente ben compresi le cui fondamenta sociali possono<br />

essere ben valutate in modo illuminato e razionale » ( 86 ). Connotazione<br />

comune a questi studiosi è una riscoperta delle teorie keynesiane,<br />

peraltro come si è notato penetrate già con successo negli Stati Uniti tramite<br />

il New Deal, ed un loro aggiornamento ed applicazione al panorama<br />

economico globale dei nostri giorni. Stiglitz, in particolare, si riferisce a<br />

Keynes paragonando la situazione in cui si trova ora il capitalismo al periodo<br />

della grande depressione ( 87 ) degli anni trenta, e augurandosi che così<br />

come Keynes salvò il capitalismo allora, ciò possa accadere di nuovo.<br />

Nel libro di Sachs è molto suggestiva la citazione di Keynes che alla fine<br />

della prima guerra mondiale fermamente chiese la cancellazione dei<br />

debiti di guerra della Germania: « se questi debiti sono perdonati, sarà dato<br />

uno stimolo alla solidarietà e alla vera amicizia delle nazioni. L’esistenza<br />

di grandi debiti di guerra è una minaccia alla stabilità finanziaria ovunque<br />

» ( 88 ). Keynes avverte che la mancata soluzione al problema dei debiti<br />

avrebbe portato ad una calamità, come è poi accaduto con il sorgere del<br />

bolscevismo e del nazismo ( 89 ). La storia c’insegna che povertà e ingiusta<br />

distribuzione della ricchezza possono portare a conseguenze disastrose se<br />

non arginate in tempo e il drammatico inizio di millennio con l’attentato<br />

al World Trade Center dell’undici settembre sembra confermare la tesi.<br />

Entrambi questi autori ragionano in termini di economia globale e<br />

quindi cercano soluzioni socioeconomiche che siano applicabili su larga<br />

scala ai sistemi economici del pianeta. Non difendono particolarismi e nazionalismi,<br />

ma s’interrogano su come il mondo dei ricchi può salvare il<br />

mondo dei poveri. Se proprio il giurista ( 90 ) dovesse trarre una lezione da<br />

( 86 ) http://www.earthinstitute.columbia.edu/ccs/mission.html/.<br />

( 87 ) Stiglitz, op. cit., p. 249.<br />

( 88 ) Sachs, op. cit., p. 102 che si riferisce a Keynes, The Economic Consequences of the<br />

Peace, 1919.<br />

( 89 ) Id., op. loc. cit.<br />

( 90 ) Altro profilo di ricerca che si presenta interessante per il giurista è quello dei rap-

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