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Contratto ImpresaEuropa - Cedam

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SAGGI 691<br />

È infatti dalla libera scelta dei consumatori – e non da una precisa opzione<br />

del circuito della politica – che deriva la loro trasformazione in « sindacalisti<br />

per il sud del mondo » ( 52 ) e con ciò lo sviluppo di forme di risocializzazione<br />

dell’economia attente al nesso tra produzione e consumo di<br />

beni ( 53 ).<br />

Anche i documenti comunitari che si occupano di commercio equo e<br />

solidale privilegiano una prospettiva in ultima analisi mercantile, senza<br />

peraltro contenere la contestuale richiesta di una forte « azione delle autorità<br />

e delle istituzioni in favore dell’equità e dello sviluppo » ( 54 ). Essi recano<br />

invero un richiamo alle disposizioni del Trattato CE che trattano di<br />

sviluppo sostenibile con riferimento ai rapporti con i cosiddetti paesi in<br />

via di sviluppo, tuttavia enfatizzando il proposito di contribuire in tal modo<br />

alla « integrazione di questi ultimi nell’economia mondiale » (art. 177).<br />

Altrimenti detto – e in ciò risiede l’intento di concepire l’emancipazione<br />

sociale esclusivamente come effetto di misure mercantili – il commercio<br />

equo e solidale viene valorizzato nella sua essenza di strumento attraverso<br />

cui intervenire sui meccanismi di formazione del prezzo idonei a creare<br />

« nuovi sbocchi sul mercato » e, solo di riflesso, « una migliore tutela<br />

sociale ed ambientale nei paesi in via di sviluppo ». Altre misure sono invece<br />

screditate come iniziative che, non facendo leva su « un sistema di<br />

incentivi » e « sulla scelta dei consumatori », « cercano di manovrare il<br />

commercio o di erigere barriere per impedire l’accesso al mercato di taluni<br />

paesi » ( 55 ).<br />

Il tutto nella convinzione, smentita dai fatti, che « il presupposto fondamentale<br />

del commercio equo solidale è quello di consentire ai produttori<br />

dei paesi in via di sviluppo di cogliere le opportunità offerte dalla mondializzazione<br />

» e nel rispetto della filosofia di fondo che ha ispirato la costituzione<br />

dell’Organizzazione mondiale del commercio. Rispetto da cui discende<br />

l’affermazione perentoria secondo cui solo « fintantoché le iniziative<br />

di commercio equo e solidale restano a carattere privato e vengono realizzate<br />

a titolo volontario », esse possono « considerarsi compatibili con un<br />

( 52 ) Becchetti, Il consumo socialmente responsabile nei mercati globalizzati, in Cons. dir.<br />

e merc., 2006, p. 119.<br />

( 53 ) Già Scherhorn, Die Entstehung vom Verbraucherproblem im Spannungsfeld von<br />

Konsum und Arbeit, in Journ. Cons. Pol., 1980, p. 102 ss.<br />

( 54 ) Ibidem.<br />

( 55 ) COM (1999) 619 def. (Comunicazione della Commissione al Consiglio sul « commercio<br />

equo e solidale »). V. anche la risoluzione del Parlamento europeo A3-0373/93 (sulla promozione<br />

del commercio equo e solidale tra nord e sud).

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