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Contratto ImpresaEuropa - Cedam

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SAGGI 679<br />

Una simile evoluzione ha condotto molti a considerare il controllo statale<br />

sulla contrattazione come un tratto caratteristico dei sistemi totalitari,<br />

anche laddove esso si è sviluppato entro sistemi in cui la risocializzazione<br />

dell’economia avviene nel rispetto dei capisaldi dello stato di diritto ( 6 ). Si<br />

tratta di un evidente equivoco – se non di una ricostruzione volutamente<br />

fondata su forzature – dal momento che la mediazione del meccanismo<br />

democratico conduce a mutare radicalmente l’esito del controllo statale tipico<br />

dei sistemi totalitari. In questi ultimi il controllo è finalizzato a promuovere<br />

la cooperazione dei consociati in funzione del risultato economico<br />

di cui il potere politico si rende garante ed a reprimere così il conflitto<br />

tra consociati. Laddove il meccanismo democratico si limita invece a riequilibrare<br />

la posizione dei partecipanti al conflitto, senza imporre loro un<br />

determinato risultato: valorizza la dialettica tra i consociati, esattamente<br />

come avviene nei modelli liberali, evitando tuttavia di favorire la mera riproduzione<br />

dell’esito determinato dall’azione del mercato ( 7 ).<br />

Inoltre si consideri che la rilettura in chiave totalitaria del diritto contrattuale<br />

non altera l’essenza del sistema delle libertà economiche di matrice<br />

liberale. Queste ultime – diversamente dalle libertà politiche – sono<br />

nate funzionalizzabili e mai sono state viste in termini assoluti: tanto è vero<br />

che i teorici della celeberrima mano invisibile esaltano l’interesse personale<br />

in chiave utilitaristica e lo promuovono quindi nella misura in cui<br />

esso conduce ad un « vantaggio per la società » e in particolare ad incrementare<br />

la « ricchezza delle nazioni » ( 8 ).<br />

Altrimenti detto, la conformazione del mercato, ove costituisca l’esito<br />

di una sua risocializzazione mediata dal meccanismo democratico, non<br />

rende totalitario il sistema in cui essa viene realizzata. E lo stesso dicasi per<br />

la valorizzazione del contratto come vicenda in cui il profilo dei doveri delle<br />

parti prevale su quello dei loro diritti. Come vedremo, totalitario – o almeno<br />

autoritario – è semmai il sistema eretto a livello comunitario. Quest’ultimo<br />

è invero tutto incentrato sulla riaffermazione della separazione<br />

netta tra economia e politica, che è in verità finalizzata ad eliminare la mediazione<br />

del meccanismo democratico nella costruzione del mercato.<br />

( 6 ) Per tutti Irti, L’ordine giuridico del mercato, Roma-Bari, 1998, p. 19.<br />

( 7 ) Cfr. Somma, Buona fede contrattuale e gestione del conflitto sociale, in D’Angelo-<br />

Monateri-Somma, Buona fede e giustizia contrattuale. Modelli cooperativi e modelli conflittuali<br />

a confronto, Torino, 2005, p. 90 ss. V. anche Ruland, Solidarität, in NJW, 2002, p. 3518<br />

e Monateri, Ripensare il contratto: verso una visione antagonistica del contratto, in Riv. dir.<br />

civ., 2003, I, p. 409 ss.<br />

( 8 ) Smith, La ricchezza delle nazioni (1776), Roma, 2005, p. 389 ss.

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