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organizzazione snella e modulare. Come si adatta il sindacato

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M. Canauz – Oltre <strong>il</strong> taylorismo: l’Organizzazione Snella, quella Modulare e <strong>il</strong> loro Riflesso sul Sindacato<br />

problema. Si ritiene inopportuno, infatti, fare anali<strong>si</strong> a tavolino senza osservare come <strong>si</strong> svolgano<br />

i fatti nella realtà. <strong>Come</strong> nel taylorismo trovava <strong>il</strong> mas<strong>si</strong>mo principio metodologico nell’one best<br />

way, <strong>il</strong> modello giapponese lo trova nel kaizen<br />

Mentre però l’one best way imponeva per via gerarchica soluzioni che <strong>si</strong> supponevano<br />

definite <strong>il</strong> kaizen coinvolge l’intera comunità aziendale e i suoi risultati per definizione non sono<br />

mai definitivi.<br />

Apro una piccola parente<strong>si</strong> la nozione di kaizen (miglioramento), introdotta dai giappone<strong>si</strong><br />

nel <strong>si</strong>stema di produzione, comporta una revi<strong>si</strong>one dei concetti occidentali alla base dell'idea di<br />

sv<strong>il</strong>uppo industriale.<br />

Con l'adozione della logica del kaizen, <strong>si</strong> introduce un rapporto con <strong>il</strong> kakushin (innovazione)<br />

che può essere anche conflittuale.<br />

Kakushin equivale al concetto espresso in inglese con <strong>il</strong> termine breakthrough, ed è la<br />

realizzazione di un progetto di trasformazione in una prospettiva futura. Esso comporta la<br />

rimozione di fattori d'ostacolo e <strong>il</strong> rinnovamento delle strutture di produzione.<br />

I giappone<strong>si</strong> non negano l'importanza dell'innovazione all'interno della fabbrica, ma la<br />

avvertono come una minaccia se essa non è interna a un processo di miglioramento continuo<br />

(kaizen).<br />

Secondo Tanaka Minoru, l'autentica innovazione è <strong>il</strong> risultato della sommatoria del prodotto<br />

di kaizen e kakushin. Per i giappone<strong>si</strong>, l'innovazione deve essere integrata al miglioramento, se<br />

non addirittura subordinata. Non <strong>si</strong> possono introdurre cambiamenti se la qualità del processo di<br />

produzione non è buona.<br />

Innovare <strong>si</strong>gnifica anche rompere la continuità del processo, obbligare a un salto, e sovente<br />

con gravi spese e perdite. Sarà <strong>si</strong>curamente vero che le perdite presenti dovute all'innovazione<br />

vengono compensate e superate dai profitti che essa fornisce nel futuro. Ma questa logica non<br />

può essere sempre adottata, e dipende anche dal tipo di economia che la sostiene. Ammortizzare<br />

delle spese è pos<strong>si</strong>b<strong>il</strong>e in un <strong>si</strong>stema che pos<strong>si</strong>ede ampie riserve.<br />

Non è sempre così.<br />

E questo spiega <strong>il</strong> mancato decollo delle economie dei pae<strong>si</strong> sottosv<strong>il</strong>uppati che non hanno la<br />

pos<strong>si</strong>b<strong>il</strong>ità di sostenere un <strong>si</strong>stema industriale.<br />

L'idea dello storico ed economista Rostow, teneva presente appunto questa <strong>si</strong>tuazione. Il<br />

decollo dello sv<strong>il</strong>uppo industriale (take off) deve avere alle spalle un'accumulazione di capitale e<br />

di risorse. L'economia giapponese del dopoguerra non godeva di tale condizione, e ha dovuto<br />

ricorrere a un <strong>si</strong>stema di produzione mirato ai propri mezzi ed e<strong>si</strong>genze.<br />

Mentre Rostow, criticato aspramente da Gerschenkron, credeva che e<strong>si</strong>stessero delle<br />

36 © 2003 www.ea2000.it -<br />

- N. 4/2005

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