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organizzazione snella e modulare. Come si adatta il sindacato

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M. Canauz – Oltre <strong>il</strong> taylorismo: l’Organizzazione Snella, quella Modulare e <strong>il</strong> loro Riflesso sul Sindacato<br />

oltre alla Sata rientravano nell’ambito dei finanziamenti due società del gruppo Fiat, G<strong>il</strong>ardini e<br />

Magneti Marelli, che facevano parte a tutti gli effetti dell’indotto di primo livello, per un<br />

investimento comples<strong>si</strong>vo di circa 2.700 m<strong>il</strong>iardi e un’occupazione superiore ai 7m<strong>il</strong>a addetti. Un<br />

altro contratto di programma concedeva poi ulteriori finanziamenti per diciotto imprese<br />

industriali nell’area di San Nicola di Melfi che rappresentavano i fornitori di primo livello della<br />

Sata per un investimento di circa 500 m<strong>il</strong>iardi e un’occupazione prevista di 2.140 unità.<br />

Nell’in<strong>si</strong>eme <strong>si</strong> trattava dunque di un investimento, solo per la Ba<strong>si</strong>licata, di comples<strong>si</strong>vi 3.100<br />

m<strong>il</strong>iardi per un numero di occupati superiore ai 9 m<strong>il</strong>a addetti. Delle diciotto aziende previste<br />

nell’indotto dieci nascevano all’interno dello stesso gruppo Fiat, una soltanto aveva origini<br />

meridionali mentre <strong>il</strong> resto già lavorava nell’indotto piemontese e lombardo.<br />

Per concorrere ai finanziamenti agevolati previsti dalla legge 64 del 1986, gli stes<strong>si</strong><br />

dell’investimento Fiat, con la finalità di stipulare un contratto di programma con <strong>il</strong> ministero<br />

dell’Intervento straordinario, le imprese fornitrici di primo livello costituivano <strong>il</strong> 22 luglio del<br />

1992 <strong>il</strong> consorzio Acm. Il Consorzio, fin dalla sua nascita, ha risposto anche all’e<strong>si</strong>genza della<br />

Fiat di creare un <strong>si</strong>stema di regolamentazione unificata delle procedure e dei contenuti della<br />

contrattazione, nonché delle relazioni <strong>si</strong>ndacali, che attengono a tutte le aziende dell’indotto Sata.<br />

La regolamentazione delle relazioni <strong>si</strong>ndacali e di lavoro nelle imprese di fornitura è stata sancita<br />

da due accordi, per molti ver<strong>si</strong> <strong>si</strong>m<strong>il</strong>i ai contenuti dell’accordo Sata del 1993, l’accordo Acm del<br />

28 luglio 1994 e l’Accordo integrativo Acm del 25 maggio 1998, stipulati tra i rappresentanti del<br />

consorzio e le organizzazioni nazionali e territoriali di categoria.<br />

La deci<strong>si</strong>one della Fiat di insediare un parco fornitori in stretta contiguità con <strong>il</strong> suo<br />

stab<strong>il</strong>imento rappresenta una novità nell’ambito delle localizzazioni degli stab<strong>il</strong>imenti del gruppo<br />

nel Mezzogiorno. Va tuttavia r<strong>il</strong>evato che tradizionalmente gli investimenti Fiat nel Sud sono<br />

stati caratterizzati dal trasferimento di fornitori di primo livello dell’indotto piemontese. Ciò è<br />

accaduto in tempi passati per Cas<strong>si</strong>no e per Termini Imerese e in maniera diversa per Pomigliano,<br />

dato che <strong>il</strong> passaggio del gruppo Alfa alla Fiat è avvenuto solo nel 1986. Nel tempo, la crescita e<br />

<strong>il</strong> consolidamento degli stab<strong>il</strong>imenti Fiat nel Mezzogiorno hanno determinato anche<br />

un’espan<strong>si</strong>one delle aziende fornitrici, che a loro volta sono divenute in più di qualche caso<br />

fornitrici dirette anche degli stes<strong>si</strong> stab<strong>il</strong>imenti piemonte<strong>si</strong>. L’anali<strong>si</strong> dell’ultimo decennio mostra<br />

però che l’aumento dei volumi produttivi, negli stab<strong>il</strong>imenti meridionali, non è stato<br />

accompagnato da un corrispondente aumento dei fornitori nel Mezzogiorno, fattore che non può<br />

essere spiegato semplicemente con la scarsa diffu<strong>si</strong>one di <strong>si</strong>stemi industriali in grado di<br />

rispondere alle e<strong>si</strong>genze Fiat.<br />

Quest’ultima ha provveduto piuttosto a caratterizzare l’area della fornitura come<br />

un’appendice di quella piemontese, tranne qualche caso isolato in cui le aziende meridionali sono<br />

riuscite a impor<strong>si</strong> in alcuni settori (ad esempio nelle materie plastiche).<br />

94 © 2003 www.ea2000.it -<br />

- N. 4/2005

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