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organizzazione snella e modulare. Come si adatta il sindacato

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M. Canauz – Oltre <strong>il</strong> taylorismo: l’Organizzazione Snella, quella Modulare e <strong>il</strong> loro Riflesso sul Sindacato<br />

momento e con quella che era la linea aziendale. Tuttavia tale impostazione se era condivisa da<br />

alcuni <strong>si</strong>ndacati ne trovava altri più scettici mostrando una discrepanza tra <strong>il</strong> modello teorico delle<br />

relazioni <strong>si</strong>ndacali in una azienda <strong>snella</strong> e ciò che di fatto avveniva.<br />

Basta, a tale propo<strong>si</strong>to, riportare un passo della Relazione di Cremaschi ai delegati Fiom di<br />

Fiat 47 «In un certo senso <strong>il</strong> vecchio slogan taylorista One best way <strong>si</strong> applica al funzionamento<br />

concreto del modello partecipativo. Esso, infatti, <strong>si</strong> avvia quando la deci<strong>si</strong>one aziendale è stata<br />

presa , non solo nel suo aspetto strategico ma anche nella soluzione concreta. Gli stes<strong>si</strong> margini<br />

e problemi del <strong>si</strong>ndacato e dei lavoratori vengono identificati dall’impresa e forniti di una<br />

soluzione.<br />

A quel punto <strong>il</strong> ruolo delle rappresentanze <strong>si</strong>ndacali è quello o di prendere atto della<br />

deci<strong>si</strong>one, o al mas<strong>si</strong>mo, di trovare le forme perché questa <strong>si</strong> adatti nel miglior modo pos<strong>si</strong>b<strong>il</strong>e<br />

alle condizioni dei lavoratori.».<br />

Certo altri <strong>si</strong>ndacati esprimevano una po<strong>si</strong>zione diversa e meno critica rispetto al modello<br />

partecipativo, ma tuttavia era diffusa l’opinione che l’azienda operasse per risolvere i problemi<br />

prima che fossero portati al tavolo negoziale.<br />

Questo anche se <strong>il</strong> 95% circa dei documenti usciti dalle Commis<strong>si</strong>oni era a firma congiunta e<br />

trovava una rapida applicazione.<br />

Ritengo forse che <strong>si</strong>a <strong>il</strong> caso di vedere quali commis<strong>si</strong>oni erano state create e quanto e come<br />

hanno funzionato ut<strong>il</strong>izzando delle tabelle.<br />

Prima però è bene aggiungere che <strong>il</strong> modello basato sulle commis<strong>si</strong>oni ha conosciuto una<br />

lenta e graduale evoluzione.<br />

Dalla prima fase, gli anni del “pionierismo” dello stab<strong>il</strong>imento (tra <strong>il</strong> 1994 e <strong>il</strong> 1995) in cui le<br />

Commis<strong>si</strong>oni <strong>si</strong> riunivano senza una cadenza specifica, <strong>si</strong> è passati poi ad una rigida<br />

calendarizzazione.<br />

In questa seconda fase la Commis<strong>si</strong>one è diventata itinerante <strong>si</strong> è avvicinata fi<strong>si</strong>camente ai<br />

posti di lavoro e cerca di risolvere le questioni direttamente in<strong>si</strong>eme con le persone, con i<br />

lavoratori, informando<strong>si</strong> direttamente sulla natura del problema per poi tornare in sede a cercare<br />

delle soluzioni concordate per risolverlo.<br />

Soluzione a cui veniva data pubblicità attraverso un comunicato congiunto che aveva <strong>il</strong><br />

compito di dare maggiore trasparenza all’attività della Commis<strong>si</strong>one e che serviva ad avvicinarle<br />

ai lavoratori che altrimenti le avrebbero percepite come distanti.<br />

47 Conferenza dei delegati Fiom della Fiat, Lavoro e libertà nell’impresa globale: la Fiat. Relazione di G.<br />

Cremaschi, Torino 26 - 27 febbraio 1998, p.15.<br />

- © 2003 www.ea2000.it - N. 4/2005 81

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