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organizzazione snella e modulare. Come si adatta il sindacato

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M. Canauz – Oltre <strong>il</strong> taylorismo: l’Organizzazione Snella, quella Modulare e <strong>il</strong> loro Riflesso sul Sindacato<br />

Esse non scelgono i fornitori alla luce dei costi delle <strong>si</strong>ngole commesse, ma li selezionano<br />

accuratamente in base alla capacità di collaborare con l’impresa madre in piani di più lungo<br />

termine.<br />

L’impresa madre favorisce inoltre la collaborazione tra i fornitori attraverso <strong>il</strong> loro<br />

raggruppamento in grappoli di sub - fornitori con <strong>il</strong> conseguente scambio di informazioni ed<br />

aiuti.<br />

Si forma così una rete cooperativa basata sui rapporti di fiducia e di reciproca trasparenza e<br />

su contratti di lungo periodo.<br />

L’aspetto più vi<strong>si</strong>b<strong>il</strong>e, e sul quale torneremo con una esemplificazione pratica nel paragrafo<br />

delle conclu<strong>si</strong>oni affrontando <strong>il</strong> caso della Fiat di Melfi, è l’insediamento delle aziende fornitrici a<br />

breve distanza dall’azienda madre in modo da garantire rapide e frequenti consegne di materiale<br />

in conformità delle prescrizioni del JIT.<br />

Venendo al secondo aspetto, e cioè a quello della qualità totale, nelle fabbriche fordiste la<br />

produzione di massa impone di dedicar attenzione soprattutto alle regolarità dei flus<strong>si</strong><br />

programmati e di con<strong>si</strong>derare la qualità dei prodotti come un problema separato.<br />

La conseguenza è che spesso la qualità non <strong>si</strong>a del tutto soddisfacente e per di più costa<br />

perché occorre dedicare tempo e risorse per eliminare i difetti in una fase succes<strong>si</strong>va della<br />

produzione.<br />

Il modello giapponese assume invece la qualità come una caratteristica obbligatoria e gratuita<br />

dei prodotti, e tutto <strong>il</strong> processo produttivo è organizzato in modo da progredire costantemente<br />

verso l’obiettivo ideale dei zero difetti.<br />

L’espres<strong>si</strong>one Qualità Totale sta a <strong>si</strong>gnificare che la ricerca della Qualità deve essere presente<br />

lungo tutto <strong>il</strong> processo lavorativo: dalla ideazione del prodotto, alla scelta del materiale, alla<br />

costruzione, alla consegna.<br />

La pos<strong>si</strong>b<strong>il</strong>ità dell’operaio generico addetto ala produzione di interrompere la stessa per<br />

eliminare i difetti nel momento stesso della loro comparsa rappresenta in modo emblematico<br />

questa pratica, ed equivale a lavorare con un impegno tale da “fare bene tutto subito” già la prima<br />

volta.<br />

Se <strong>il</strong> processo lavorativo incorpora questi meccanismi di autocorrezione, vuol dire che i<br />

prodotti arrivano a fine linea già così garantiti sul piano della qualità da rendere meno importante<br />

la revi<strong>si</strong>one ed <strong>il</strong> controllo. Eliminare i difetti ha così diverse ripercus<strong>si</strong>oni.<br />

Ridurre <strong>il</strong> numero di addetti ai collaudi finali spostando a lavori più produttivi .<br />

Diminuire progres<strong>si</strong>vamente la neces<strong>si</strong>tà di interrompere <strong>il</strong> flusso per eliminare i difetti, dato<br />

che questi non <strong>si</strong> presentano più.<br />

- © 2003 www.ea2000.it - N. 4/2005 39

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