organizzazione snella e modulare. Come si adatta il sindacato
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M. Canauz – Oltre <strong>il</strong> taylorismo: l’Organizzazione Snella, quella Modulare e <strong>il</strong> loro Riflesso sul Sindacato<br />
Gli operai generici compivano operazioni soprattutto di preparazione dei materiali,<br />
conduzioni macchine, secondo procedure stab<strong>il</strong>ite e di movimentazioni accessorie al ciclo<br />
produttivo anche ut<strong>il</strong>izzando semplici attrezzature. La comples<strong>si</strong>tà delle macchine era tale però<br />
che non avessero nessuna capacità e pos<strong>si</strong>b<strong>il</strong>ità di intervenire. In caso di anomalie, <strong>il</strong> loro<br />
compito, quindi, era quello di spegnere immediatamente le macchine e di avvertire <strong>il</strong> personale<br />
manutentivo per l’eventuale valutazione del guasto. Nelle assunzioni <strong>si</strong> iniziò a ricercare<br />
personale diplomato che potesse essere inserito direttamente nel personale manutentivo,<br />
prevedendo un iter di carriera diverso da quello previsto per <strong>il</strong> personale di macchina che<br />
continuava ad avere una scolarità bassa. Soprattutto accanto agli aspetti meccanici divennero<br />
<strong>si</strong>gnificativi anche gli aspetti elettronici e fluidici e furono create squadre manutentive ad hoc.<br />
Con l’introduzione di una maggiore attenzione ai problemi di qualità vennero dapprima<br />
inseriti operatori addetti al controllo di qualità con una struttura centralizzata dipendenti<br />
direttamente dal responsab<strong>il</strong>e di stab<strong>il</strong>imento.<br />
Anche in questo caso gli operatori generici effettuavano solo semplici controlli e in caso di<br />
anomalia dovevano chiamare l’operatore alla qualità che aveva <strong>il</strong> compito di verificare<br />
l’adeguatezza del prodotto rispetto alle specifiche e di stab<strong>il</strong>ire se la produzione dovesse<br />
continuare o meno. Questo poteva portare a <strong>si</strong>tuazioni conflittuali tra linee diverse (in questo caso<br />
tra la linea produttiva e quella della qualità) in quanto l’interesse a quanto <strong>si</strong> produceva e in<br />
quanto tempo <strong>si</strong> produceva che aveva <strong>il</strong> caporeparto, a volte <strong>si</strong> poteva scontrare con la rigidità del<br />
rispetto degli standard dei controllori della qualità, mancando un luogo compensativo tra i due<br />
interes<strong>si</strong> che non fosse direttamente <strong>il</strong> direttore di stab<strong>il</strong>imento.<br />
Le mutate condizioni del mercato con una domanda più variegata e personalizzata che<br />
neces<strong>si</strong>tava di lotti di produzione più contenuti nonché l’aumento vertiginoso dei costi delle<br />
macchine di produzione fece con<strong>si</strong>derare all’azienda la pos<strong>si</strong>b<strong>il</strong>ità di modificare la sua<br />
<strong>organizzazione</strong> del lavoro. Si valutò, infatti, la pos<strong>si</strong>b<strong>il</strong>ità di abbandonare l’<strong>organizzazione</strong> di tipo<br />
tayloristico ad alta automazione per passare ad un’<strong>organizzazione</strong> <strong>snella</strong> e fles<strong>si</strong>b<strong>il</strong>e se non in<br />
tutta la fabbrica almeno nei reparti di lavorazione metallica e in quelli di assemblaggio.<br />
Alla metà degli anni ‘90 nei reparti di lavorazione metallica <strong>si</strong> con<strong>si</strong>derò anche l’ipote<strong>si</strong>, tra<br />
l’altro già prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento, di passare dai<br />
quindici turni produttivi ai diciassette o diciotto turni, diminuendo da un lato <strong>il</strong> ricorso al lavoro<br />
straordinario e creando una quarta squadra produttiva. L’alternativa in questo caso era tra<br />
l’acquisto di nuove macchine e l’aumento del personale.<br />
Secondo le stime fatte dalla dirigenza <strong>si</strong> valutò che se <strong>il</strong> personale fosse stato discretamente<br />
efficiente, stante i costi delle macchine, sarebbe stato conveniente investire nel personale.<br />
Tuttavia tale deci<strong>si</strong>one passava necessariamente attraverso una riqualificazione del personale e di<br />
una forte coinvolgimento dello stesso all’attività produttiva.<br />
112 © 2003 www.ea2000.it - - N. 4/2005