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organizzazione snella e modulare. Come si adatta il sindacato

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M. Canauz – Oltre <strong>il</strong> taylorismo: l’Organizzazione Snella, quella Modulare e <strong>il</strong> loro Riflesso sul Sindacato<br />

In quegli anni, infatti, <strong>si</strong> decise di passare dalla Fabbrica ad Alta Automazione alla Fabbrica<br />

Integrata.<br />

Il passaggio avvenne alla luce della qualità totale, da intender<strong>si</strong> <strong>si</strong>a come superamento di<br />

alcuni problemi tecnici <strong>si</strong>a come convincimento del managment aziendale che la nuova<br />

<strong>organizzazione</strong> potesse essere inserita in un quadro di <strong>si</strong>gnificati ben più vasto di quello percepito<br />

originariamente.<br />

I problemi tecnici erano sorti soprattutto negli stab<strong>il</strong>imenti di Termoli e di Cas<strong>si</strong>no.<br />

Vale forse la pena sottolineare come gli stab<strong>il</strong>imenti Fiat non sono tra loro omogenei dal<br />

punto di vista tecnologico.<br />

Termoli rappresentava negli anni ’80 uno degli stab<strong>il</strong>imenti automob<strong>il</strong>istici più automatizzati<br />

del mondo dedicato alla produzione del motore Fire.<br />

I macchinari furono forniti dalla Comau, appartenente al gruppo Fiat, e rappresentavano<br />

quanto più di originale e all’avanguardia potesse essere realizzato in Italia. 27<br />

Nata e pensata per produrre un solo tipo di motore, tutto gravitava su monolinee dove la<br />

rigidità del processo corrispondeva alla rigidità del prodotto.<br />

Così quando nel 1986 dalla produzione di un solo motore <strong>si</strong> passò a tre tipi (con un totale di<br />

36 varianti) la configurazione iniziale entrò in cri<strong>si</strong>.<br />

Più di tante parole penso possano bastare delle cifre: nel periodo peggiore dei 2.700 motori<br />

che dovevano essere prodotti secondo la programmazione giornaliera <strong>si</strong> riusciva a fatica a<br />

vederne realizzare 1.800 – 2.000.<br />

Centinaia di altri motori stazionavano a terra desolatamente, in attesa di essere finiti.<br />

A nulla era valso anche <strong>il</strong> tentativo fatto con i fornitori di migliorare le <strong>si</strong>ncronie con un<br />

<strong>si</strong>stema di informatizzazione dei flus<strong>si</strong> integrale in entrata ed in uscita.<br />

Tra le diverse spiegazioni date a questi problemi che <strong>si</strong> erano trovate la più accreditata<br />

sosteneva che ci fosse un mismatching tra le nuove tecnologie necessariamente introdotte e<br />

l’assetto organizzativo che era adatto alla tecnologia precedente e all’uso fattone.<br />

Ciò di cui Fiat <strong>si</strong> rendeva conto era di avere una fabbrica altamente automatizzata ma<br />

incapace di gestire le nuove richieste del mercato che richiedevano più fles<strong>si</strong>b<strong>il</strong>ità e una completa<br />

ri<strong>organizzazione</strong>. Preso atto che questa risposta avesse un fondamento <strong>si</strong> pensò che fosse<br />

necessario ripensare radicalmente l’<strong>organizzazione</strong> del lavoro. Così:<br />

27 Sui motivi per cui <strong>il</strong> managment Fiat fece quella scelta ipertecnologica molto <strong>si</strong> è discusso. Si veda ad esempio:<br />

Bechis (1986).<br />

- © 2003 www.ea2000.it - N. 4/2005 49

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