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organizzazione snella e modulare. Come si adatta il sindacato

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M. Canauz – Oltre <strong>il</strong> taylorismo: l’Organizzazione Snella, quella Modulare e <strong>il</strong> loro Riflesso sul Sindacato<br />

- <strong>si</strong> ridussero i livelli gerarchici;<br />

- <strong>si</strong> diedero maggiori poteri e maggiore autonomia deci<strong>si</strong>onale ai livelli più bas<strong>si</strong>;<br />

- <strong>si</strong> integrarono le funzioni che prima erano divise.<br />

Le squadre vennero completamente riorganizzate e fu affidata loro una fase compiuta del<br />

processo produttivo su cui avevano la piena responsab<strong>il</strong>ità. Nello stesso tempo furono dati alle<br />

squadre tutti i mezzi per poter affrontare in modo autosufficiente tutte le pos<strong>si</strong>b<strong>il</strong>i anomalie di<br />

prodotto e di processo.<br />

Tecnicamente <strong>si</strong> può dire che FIAT entrava così nella Cellular Manufacturing.<br />

Il Cellular Manufacturing è un modello organizzativo che fu ut<strong>il</strong>izzato in questi anni anche da<br />

diverse altre aziende occidentali che lo ut<strong>il</strong>izzarono come strumento soft di snellimento<br />

produttivo e organizzativo.<br />

La sua origine non <strong>si</strong> trova in Giappone ma in Urss alla fine degli anni ’40, dove <strong>si</strong> sv<strong>il</strong>uppò<br />

la Tecnologia di Gruppo (Gallagher e Knight 1973).<br />

Tale tecnologia aveva da un lato <strong>il</strong> vantaggio di superare i limiti congeniti ai modi<br />

tradizionali di disporre i macchinari in officina e cioè al layout lineare e a quello funzionale 28 , e<br />

dall’altro <strong>il</strong> vantaggio sociale e motivazionale che discendeva dalla formazione di gruppi di<br />

macchine dedicate a fa<strong>si</strong> complete e fles<strong>si</strong>b<strong>il</strong>i del processo produttivo che a sua volta comportava<br />

la creazione di gruppi autonomi di lavoratori a cui era affidato <strong>il</strong> funzionamento di quell’in<strong>si</strong>eme<br />

di macchine.<br />

La tecnologia di Gruppo richiede, infatti, operai allenati a frequenti set-up delle macchine, a<br />

conoscere l’intera fase di lavorazione compiuta nel gruppo di cui fanno parte, a scambiar<strong>si</strong> le<br />

man<strong>si</strong>oni, a prendere microdeci<strong>si</strong>oni, che garantiscono <strong>il</strong> regolare funzionamento del processo.<br />

Lo sv<strong>il</strong>uppo di questo modello in Europa fu descritto e studiato <strong>si</strong>a in Europa (Wemmerlov e<br />

Hyer 1989) <strong>si</strong>a negli USA dove venne con<strong>si</strong>derato un importante strumento per <strong>il</strong> rinnovamento<br />

industriale di fronte alla sfida giapponese (Wemmerlov e Hyer 1987).<br />

Qualcuno ha anche sostenuto che Comau abbia fatto opera di lobby interna al gruppo per vendere i suoi prodotti alla<br />

Fiat Auto e sperimentare la loro efficienza prima di immetterli su mercati più ampi.<br />

28 Nel layout lineare macchine che svolgono operazioni differenti sono collocate una di seguito all’altra in modo che<br />

<strong>il</strong> materiale lavorato scorre seguendo l’ordine logico delle operazioni. Tale dispo<strong>si</strong>zione evita code e spostamenti<br />

inut<strong>il</strong>i ma comporta una notevole rigidità di flusso produttivo laddove non è pos<strong>si</strong>b<strong>il</strong>e variare l’ampiezza dei lotti<br />

standardizzati.<br />

Al contrario nel layout funzionale i vantaggi e gli inconvenienti <strong>si</strong> capovolgono.<br />

Nel layout funzionale le macchine dello stesso tipo, come ad esempio i torni o le frese, sono raggruppate in un solo<br />

reparto dedicato alla esecuzione di una sola fase del processo.<br />

Il layout funzionale consente di variare <strong>si</strong>a la quantità che la qualità del programma produttivo, ma ha <strong>il</strong> difetto che<br />

obbliga <strong>il</strong> materiale a numero<strong>si</strong> tragitti e a lunghe attese tra un reparto e l’altro.<br />

50 © 2003 www.ea2000.it -<br />

- N. 4/2005

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