organizzazione snella e modulare. Come si adatta il sindacato
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M. Canauz – Oltre <strong>il</strong> taylorismo: l’Organizzazione Snella, quella Modulare e <strong>il</strong> loro Riflesso sul Sindacato<br />
forza lavoro secondo quei dettami che abbiamo già visto nella nostra trattazione teorica e cioè di<br />
maggiore autonomia e partecipazione dei lavoratori. In questa direzione furono creati dei piccoli<br />
circoli della qualità, <strong>si</strong> diede più importanza alla formazione (che interessò tutti i lavoratori<br />
compreso quelli dei livelli più bas<strong>si</strong>) e <strong>si</strong> sv<strong>il</strong>uppò un programma di marketing interno. Furono<br />
inoltre creati dei momenti aggregativi quali la festa aziendale e le borse di studio per i figli dei<br />
dipendenti.<br />
Il dato più <strong>si</strong>gnificativo riteniamo, però, possa essere quello delle ore di formazione come dal<br />
grafico di Figura 19.<br />
Tuttavia i risultati continuarono ad essere inferiori alle attese in quanto <strong>si</strong> incrementarono<br />
notevolmente le fermate per guasti e per usura delle macchine, diminuendo così<br />
con<strong>si</strong>derevolmente la produzione.<br />
Risultò evidente che le squadre non avevano sv<strong>il</strong>uppato una competenza tecnica sufficiente a<br />
tenere in funzione le macchine e che le forze manutentive non erano in grado di programmare i<br />
lavori per le verifiche con questa nuova turnazione non riuscendo a loro volta a modificare <strong>il</strong> loro<br />
orario di lavoro.<br />
I risultati continuarono a peggiorare e se anche da parte del lavoratore <strong>si</strong> confermò in più<br />
riprese <strong>il</strong> gradimento per la nuova <strong>organizzazione</strong>, l’azienda decise dopo circa tre anni di<br />
smantellarla e <strong>si</strong> tornò ad in<strong>si</strong>stere sulla automatizzazione tecnologica e a rafforzare la<br />
terziarizzazione della produzione.<br />
SECONDO CASO: L’<strong>organizzazione</strong> del lavoro in una piccola azienda di stampi<br />
a seguito dell’introduzione di macchine a controllo numerico computerizzato<br />
Il secondo caso, molto più breve del precedente, riguarda una piccola azienda di progettazione e<br />
costruzione stampi <strong>si</strong>ta nell’Alto M<strong>il</strong>anese.<br />
L’azienda aveva 25 dipendenti divi<strong>si</strong> qua<strong>si</strong> esclu<strong>si</strong>vamente in due funzioni: la progettazione e<br />
la produzione (basata soprattutto sul lavoro d’officina).<br />
L’area commerciale era concentrata sull’imprenditore (un ex direttore tecnico di una grande<br />
azienda di stampaggio) che aveva un rapporto personale con i clienti.<br />
Poco era fatto per cercare nuova clientela.<br />
L’imprenditore, dopo una lunga e sofferta rifles<strong>si</strong>one, decise di inserire accanto alle macchine<br />
uten<strong>si</strong>li tradizionali delle macchine a controllo numerico computerizzate.<br />
Si trattava senza dubbio di un grosso investimento in quanto una macchina a Cnc può venire<br />
a costare appros<strong>si</strong>mativamente <strong>il</strong> doppio di una macchina convenzionale.<br />
- © 2003 www.ea2000.it - N. 4/2005 117