organizzazione snella e modulare. Come si adatta il sindacato
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M. Canauz – Oltre <strong>il</strong> taylorismo: l’Organizzazione Snella, quella Modulare e <strong>il</strong> loro Riflesso sul Sindacato<br />
salari degli operai di mestiere (<strong>si</strong> veda sull’argomento, ad esempio, Della Rocca 1998).<br />
In questo modello la forza del <strong>si</strong>ndacato è legata alla sua capacità di controllare le tecniche e<br />
le pratiche del lavoro, di regolare l’ingresso di nuovi lavoratori nel gruppo, di definire <strong>il</strong> prezzo<br />
del lavoro prima che questo <strong>si</strong>a effettivamente impiegato.<br />
Tale modello di <strong>si</strong>ndacalismo di mestiere entra in cri<strong>si</strong> con la scomparsa dei mestieri<br />
tradizionali in seguito all’introduzione della produzione di massa che <strong>si</strong> basa sulla<br />
standardizzazione delle man<strong>si</strong>oni e dei compiti lavorativi.<br />
Con <strong>il</strong> passaggio alla produzione di massa <strong>il</strong> <strong>si</strong>ndacato di mestiere lascia <strong>il</strong> passo al<br />
SINDACATO INDUSTRIALE O DI CATEGORIA, che raggruppa tutti i lavoratori che operano<br />
all’interno di uno stesso comparto produttivo. Questo modello, affermato<strong>si</strong> con la diffu<strong>si</strong>one della<br />
meccanizzazione e della produzione industriale su larga scala, rappresenta la tipologia dominante<br />
del <strong>si</strong>ndacato nel XX secolo.<br />
Strumento priv<strong>il</strong>egiato della sua azione è <strong>il</strong> contratto collettivo esteso a tutti i lavoratori del<br />
settore. Attraverso di esso, come notano Flanders (1980) e Della Rocca (1998) l’intervento<br />
avviene dopo che le parti (datore di lavoro e lavoratore) <strong>si</strong> sono già accordate e <strong>si</strong> preoccupa che<br />
tale accordo <strong>si</strong>a conforme in tutte le sue clausole (salario, orario ecc.) alle dispo<strong>si</strong>zioni del<br />
contratto.<br />
Una caratteristica del <strong>si</strong>ndacato industriale è la sua caratterizzazione ideologica e <strong>il</strong> livello<br />
piuttosto elevato di conflittualità che nasce dalla natura ritenuta contrapposta degli interes<strong>si</strong> delle<br />
parti.<br />
Generalizzando <strong>si</strong> può affermare che la principale forma di manifestazione della conflittualità<br />
è lo sciopero e che altre forme di espres<strong>si</strong>one del malessere dei lavoratori possono essere: <strong>il</strong><br />
sabotaggio, <strong>il</strong> boicottaggio, <strong>il</strong> rallentamento della produzione e l’assenteismo.<br />
Attualmente la tipologia di <strong>si</strong>ndacato dominante (soprattutto in Italia) è quella<br />
INTERSETTORIALE che raccoglie i lavoratori dei vari settori con una ancor forte connotazione<br />
ideologica, ma accanto a questo <strong>si</strong> sta proponendo un nuovo modello: <strong>il</strong> <strong>si</strong>ndacato d’impresa.<br />
Partendo dalle affermazioni di Geary (1995) <strong>si</strong> può notare come nella fabbrica lean la<br />
direzione aziendale cercherà di conquistare “<strong>il</strong> cuore e la testa” dei lavoratori, attraverso politiche<br />
gestionali basate sulla motivazione e sull’incentivazione dei lavoratori.<br />
Tali politiche dipendono e sono collegati alla frag<strong>il</strong>ità della fabbrica lean, <strong>il</strong> cui corretto<br />
funzionamento dipende per buone parte dal ruolo dei lavoratori che garantiscono la produzione in<br />
un <strong>si</strong>stema basato su principi quali: just in time, piccoli lotti produttivi, sostituzione rapida degli<br />
stampi, autocertificazione della qualità, fles<strong>si</strong>b<strong>il</strong>ità del mix di prodotto.<br />
Infatti, più che ut<strong>il</strong>izzare magazzini e scorte per proteggere <strong>il</strong> processo produttivo da<br />
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- N. 4/2005