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organizzazione snella e modulare. Come si adatta il sindacato

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M. Canauz – Oltre <strong>il</strong> taylorismo: l’Organizzazione Snella, quella Modulare e <strong>il</strong> loro Riflesso sul Sindacato<br />

6.5 - Subfornitura regionale e indotto di primo livello<br />

Il coinvolgimento nel circuito della subfornitura delle imprese regionali è risultato finora debole<br />

tanto che le aziende impegnate direttamente nella fornitura di secondo e terzo livello sono un<br />

numero piccolis<strong>si</strong>mo. Inoltre la r<strong>il</strong>evanza di queste aziende, <strong>si</strong>a sul piano delle forniture, <strong>si</strong>a su<br />

quello occupazionale, risulta molto scarsa. In generale la forte presenza di un indotto di primo<br />

livello ha frenato fortemente le capacità produttive delle imprese locali, né la Fiat sembra aver<br />

favorito esperienze industriali ut<strong>il</strong>i ai fini della fornitura di secondo e terzo livello. Si tratta di un<br />

dato che va evidenziato perché l’investimento della Fiat a Melfi aveva rappresentato, almeno<br />

nelle intenzioni della Regione Ba<strong>si</strong>licata, un punto nodale circa le future politiche di sv<strong>il</strong>uppo<br />

territoriale.<br />

L’incontro con l’imprenditoria locale è stato demandato dalla Fiat alle imprese fornitrici di<br />

primo livello. Le poche imprese regionali inserite<strong>si</strong> nel circuito della fornitura e più<br />

frequentemente nella co<strong>si</strong>ddetta subfornitura, vi sono entrate con lavorazioni di secondo e terzo<br />

livello, come nel caso emblematico della As di Atella (cablaggio cavi elettrici) e di altre che, in<br />

anni passati, effettuavano e continuano a effettuare lavorazioni di scarso valore aggiunto e quindi<br />

anche con margini di guadagno ridotti. In altri ca<strong>si</strong> le aziende attualmente coinvolte sono quelle<br />

che lavorano nel settore del taglio e dello stampaggio della lamiera, mentre sono del tutto assenti<br />

aziende impegnate in lavorazioni di carattere specificatamente meccanico.<br />

Se un piccolo indotto è cresciuto, ma sempre di dimen<strong>si</strong>oni modeste, questo è da attribuir<strong>si</strong> ai<br />

servizi, essenzialmente di manutenzione impianti e di pulizia (in questo caso con un numero di<br />

addetti più r<strong>il</strong>evante). Anche per la manutenzione, tuttavia, <strong>si</strong> è verificato uno scarso<br />

coinvolgimento delle ditte locali (maggiore negli anni passati); nel settore hanno prevalso e<br />

prevalgono spesso aziende extraregionali, in particolare puglie<strong>si</strong> e campane.<br />

Un ragionamento a parte richiederebbe invece <strong>il</strong> tema delle produzioni al nero per <strong>il</strong> quale<br />

tuttavia la difficoltà nel reperire dati e informazioni rende oggettivamente diffic<strong>il</strong>e qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong><br />

lavoro di ricostruzione.<br />

Le aziende che oggi compongono la subfornitura regionale sono riconducib<strong>il</strong>i a poche unità:<br />

la Mahle Mondial Sud, pistoni diretti agli stab<strong>il</strong>imenti motoristici di Termoli e Pratola Serra;<br />

Oreb (Gruppo Imam), assemblaggio pedaliera; Industrie del Basento (ex Industrie Magneti<br />

Marelli di Potenza), attività di stampaggio e assemblaggio motorini elettrici; Tecnologie<br />

galvaniche, proces<strong>si</strong> galvanici; Per Sud e Feinguss Italiana (Gruppo Perazzi), tagli e stampaggio<br />

lamiera e altre minori, che comprese quelle che lavorano in special mondo per la Denso di San<br />

Salvo (motorini di avviamento) non superano le 30 unità e i 500 addetti comples<strong>si</strong>vi. Si tratta di<br />

aziende che non hanno un rapporto esclu<strong>si</strong>vo con l’indotto Sata di primo livello o con altre<br />

aziende Fiat. In generale, con qualche eccezione, alle produzioni tradizionali hanno affiancato<br />

piccole quote di produzione per le aziende di primo livello dell’indotto Fiat di Melfi. Le stesse<br />

- © 2003 www.ea2000.it - N. 4/2005 99

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