organizzazione snella e modulare. Come si adatta il sindacato
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M. Canauz – Oltre <strong>il</strong> taylorismo: l’Organizzazione Snella, quella Modulare e <strong>il</strong> loro Riflesso sul Sindacato<br />
diminuire gli scarti di inizio lavorazione, <strong>si</strong> iniziò prima a lavorare a due turni per poi passare ai<br />
tre turni (turno notturno) con squadre omogenee. Ogni squadra era composta da un caposquadra<br />
che svolgeva anche le funzioni di manutentore esperto, due specialisti manutentivi e cinque<br />
operatori su macchina con un rigido rapporto uomo-macchina.<br />
Il <strong>si</strong>ndacato, che lentamente <strong>si</strong> era formato all’interno dell’azienda e su cui torneremo in<br />
seguito, aveva ottenuto per <strong>il</strong> lavoro notturno un incremento delle maggiorazioni rispetto a quelle<br />
previste dal contratto collettivo nazionale.<br />
Tuttavia l’azienda aveva ritenuto vantaggioso <strong>si</strong>a per lo sfruttamento delle macchine <strong>si</strong>a per i<br />
minori scarti aumentare le ore di produzione anche dovendole pagare ad un maggior costo.<br />
L’azienda cercava di priv<strong>il</strong>egiare pochi prodotti in grande quantità per evitare le diseconomie<br />
date da frequenti cambi di stampi e conseguenti regolazioni delle macchine. Fortunatamente <strong>il</strong><br />
mercato consentiva questo tipo di produzione in quanto la clientela all’epoca “<strong>si</strong> accontentava”<br />
dei prodotti standard senza avanzare richieste particolari e personalizzate.<br />
Il mercato europeo era all’epoca dominato da poche aziende due <strong>si</strong>tuate in Germania e due in<br />
Italia più una serie di piccoli artigiani che però avevano un’incidenza limitata sullo stesso.<br />
Alla fine degli anni ’80 <strong>il</strong> personale era cresciuto raggiungendo le 250 unità. All’interno dello<br />
stab<strong>il</strong>imento erano presenti i tre <strong>si</strong>ndacati confederali con una prevalenza della FILCEA CGIL. Il<br />
rapporto era piuttosto conflittuale in quanto l’azienda non riteneva fosse necessario da parte dei<br />
lavoratori ricorrere al <strong>si</strong>ndacato in quanto già essa li trattava secondo giustizia, valorizzandoli<br />
appieno.<br />
All’interno di una vi<strong>si</strong>one di tipo paternalistico l’imprenditore aveva fatto costruire un micro<br />
v<strong>il</strong>laggio per i dipendenti compren<strong>si</strong>vo di servizi.<br />
Le spinte provenienti dal <strong>si</strong>ndacato di una maggiore autonomia dei lavoratori venivano quindi<br />
con<strong>si</strong>derate inut<strong>il</strong>i e dannose. Il conflitto con <strong>il</strong> tempo <strong>si</strong> fece più forte e ciò aumentò la neces<strong>si</strong>tà<br />
di una rigorosa disciplina e di procedure dettagliate all’interno dell’<strong>organizzazione</strong>.<br />
Capitava spesso che i lavoratori <strong>si</strong> rifiutassero di svolgere interventi sulle macchine se gli<br />
stes<strong>si</strong> non rientravano perfettamente tra quelli previsti dal contratto collettivo, rallentando così <strong>il</strong><br />
processo produttivo. Proprio a causa di questi continui contrasti l’azienda <strong>si</strong> convinse di orientar<strong>si</strong><br />
verso nuovi investimenti in capitale, acquistando e producendo direttamente nuove macchine<br />
completamente automatizzate. 60<br />
Con questa scelta <strong>si</strong> veniva a creare una distinzione netta tra operai generici e operai<br />
specializzati con poche pos<strong>si</strong>b<strong>il</strong>ità di passaggio dalla prima categoria alla seconda.<br />
60 A tale propo<strong>si</strong>to viene fondata una piccola azienda con <strong>il</strong> compito precipuo di sv<strong>il</strong>uppare alcune macchine di<br />
assemblaggio e di migliorare tecnicamente attraverso delle innovazioni tecnologiche le macchine di stampaggio<br />
- © 2003 www.ea2000.it - N. 4/2005 111