Riproduzione del fegato di Piacenza Fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/Fegato_di_PiacenzaLa scrittura nella parte posteriore (fonte: http://www.cairomontenotte.com/abramo/etrusco5.gif ) e la scrittura del fegato diPiacenza (fonte: A magyar ókor di Zsolt Mesterházy, Magzar Ház Könyvek, Kárpáti Ház, Budapest, 2002, p. 346)Che si tratta un oggetto misterioso, non c’è dubbio, ancheperché intorni agli Etruschi e la loro scrittura il mistero non èancora stato ancora trasformato in certezze scientifiche. Cisono tante teorie, tanti ipotesi. Che intorno alle altreinterpretazioni dei i testi etruschi, come anche in questo caso.Ecco ad esempio alcune informazioni che riguardano il fegatodi Piacenza, scritte da Massimo Pittau (v. sitohttp://web.tiscali.it/pittau/Etrusco/Studi/fegato.html ):Il «fegato di Piacenza», che è un modellino inbronzo di un fegato di ovino, trovato nel 1877propriamente a Gossolengo, in provincia di Piacenza, èmolto importante sia dal punto di vista della religionedegli Etruschi, sia da quello della loro lingua. Essoinfatti porta inciso, dentro apposite 40 caselle ed inlingua etrusca, il nome di alcune decine di dèi e disemidei e doveva avere, rispetto alla «disciplinaetrusca» e più di preciso alla aruspicina od epatoscopia,la finalità di sussidio mnemonico ad uso dell'aruspice edi sussidio didattico a vantaggio dei discepoliapprendisti.Questo modellino bronzeo di fegato trovariscontro in altri trovati in Etruria ma fatti di terracotta,del tutto simili, a qualcuno trovato nella antica elontana Babilonia.Preciso subito che a me personalmente, in questasede e in questo momento, interessa soltanto l'aspettolinguistico di quell'importante documento; rispetto alquale intendo presentare alcune mie nuove acquisizioniermeneutiche, con le quali mi lusingo di portare acompimento, sia pure a solo titolo di probabilità o diverosimiglianza, la interpretazione dell'intero quadro diquei nomi, con la sola eccezione di due che mi sonorimasti ancora inspiegati.Intanto c'è da premettere che come documentolinguistico il fegato di Piacenza appartiene al periodo delneo-etrusco, cioè, storicamente, al periodo ellenistico,tra i secoli IV e I avanti Cristo, come è chiaramentedimostrato anche dalla lunga serie di dèi e semideigreci che vi risultano incisi accanto a quellipropriamente etruschi.È poi da precisare che, allineati e separati l'unodall'altro, come sono, in altrettante caselle, i nomi deglidèi e dei semidei non offrono propriamente un"contesto linguistico", per cui ai fini della "traduzione" diciascuno non è possibile trarre lumi dal nome di unaltro vicino oppure lontano. In altre parole dico che noinon abbiamo di fronte delle «frasi», ma abbiamosolamente la serie di una quarantina di nomi isolatil'uno dall'altro, i quali per ciò stesso non presentanoalcuna connessione morfo-sintattica fra loro e quindinessuna possibilità di reciproca interpretazionepropriamente linguistica. L'unico appiglio contestualepropriamente linguistico è costituito dalla circostanzache, quando non sono abbreviati - anche in modidifferenti -, i nomi degli dèi e dei semidei risultano incaso genitivo. E si intravede facilmente che questogenitivo è da interpretarsi come effetto di unasottintesa formula di questo tipo: «casa (o casella) di....».Constata dunque, purtroppo, la mancanza di un vero eproprio «contesto linguistico», per fortuna ne abbiamoun altro, un «contesto culturale» e più precisamente un«contesto religioso e mitologico», che invece noiconosciamo quasi perfettamente, in quanto presenta siadivinità etrusche da noi sicuramente conosciute peraltra via, sia dèi e semidei greci, da noi conosciuti moltobene per via della comune conoscenza storica chepossediamo della civiltà greca. Questo «contestoculturale» ci consente in una certa misura di andare106<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 2009
dall'uno all'altro dio o semidio, che ovviamente sirichiamano fra loro con sufficiente verosimiglianza e condiscreto grado di probabilità. Ad es., se noiinterpretiamo che il nome pul sia l'abbreviazione diPultuce «Polluce», uno dei Dioscuri, siamo indotti adinterpretare con grande verosimiglianza che i vicininomi di tvn e leas indichino rispettivamente «Tindaro»e «Leda», padre e madre dei Dioscuri; ed ovviamentel'interpretazione di questi due nomi conferma quella delprimo.È poi da osservare che i nomi degli dèi e dei semideipiù importanti risultano in più caselle, mentre alcunecaselle comprendono più nomi di dèi o di semidei. Isemidei sono quasi tutti di origine greca, ma la effettivavalenza religiosa che essi avranno avuto tra gli Etruschinella loro pratica della interpretazione aruspicinale a noiadesso sfugge completamente.Delle pubblicazioni recenti, quelle che trattano inmaniera più ampia ed approfondita il nostro argomentosono l'opera di A. J. Pfiffig, Religio Etrusca (Graz, 1975,pagg. 121-127 e passim) e quella del sottoscritto M.Pittau, Testi Etruschi tradotti e commentati - convocabolario (Roma 1990, Bulzoni Editore, sigla TET,num. 719). È poi da precisare che la lettura di alcuninomi incisi sul fegato è stata corretta nel 1981 da A.Maggiani, nella rivista «Studi Etruschi» (49, pagg. 263-267); del quale è pure l'articolo dedicato all'argomentonel Dizionario della Civiltà Etrusca, a cura di M.Cristofani (Firenze, 1985). Le altre opere qui sottocitate in sigla sono le seguenti: CIE = CorpusInscriptionum Etruscarum; ThLE I = Thesaurus LinguaeEtruscae, I Indice lessicale (Roma, 1978); DELG = P.Chantraine, Dictionnaire Étymologique de la LangueGrecque, I-II (Paris, 1968-1980); DELL = A. Ernout - A.Meillet, Dictionnaire Étymologique de la Langue Latine(Paris, 1985); LELN = M. Pittau, Lessico Etrusco-Latinocomparato col Nuragico (Sassari, 1984, EditriceChiarella).NRIE 31, TET 719, Pa 4.2| CA | NETH | LVSL | TECVM | UNI MAE | TINS THNE |TIN THVF | TIN CILEN | CILENSL | VETISL | CVL ALP |CELS | TLUSCV | LETHNS | SELVA | FUFLUNS | TINSTH NETH | CATHA | THUFLTHAS | FUFLUS | TINS THVF| LASL | LETHN | PUL | TVNTH | MARISL LATH | LETA |TUR | TLUSC MAR | MARI | HERC | METLVMTH |LETHAS | SATRES | LVSL VELX | TLUSC | LETHAS |SELVA | CILEN | //USILS / TIVR(caselle o siti)| di Catha | di Nettuno | del Liberatore | di Tecum (?)|di Giunone - di Maia | di Tinia - di Aurora | di Tinia - diThufultha | di Tinia - di Notturno | di Notturno | diVeiove | di Culsone - di Alpanu | della Terra | di Tluscu(?)| di Lete | di Silvano | di Libero | di Tinia - diThufultha - di Nettuno | di Catha | di Thufultha | diLibero | di Tinia - di Thufultha | di Lasa | di Lete | diPolluce | di Tindaro | di Marte - di Latona | di Leda | diVenere | di Tluscu (?) - di Marte | di Marte | di Ercole |nella federazione | di Leda | di Saturno | del Liberatore- di Vulcano | di Tluscu (?)| di Leda | di Silvano | diNotturno | // del Sole - della Lunacath è l'abbreviazione di cathas «di Catha»; vedi sotto.neth è l'abbreviazione di nethunsl «di Nettuno».lvsl (in genitivo) potrebbe corrispondere al greco Lysios«il Solutore, il Liberatore», che era un epiteto diDioniso. In subordine si potrebbe richiamare il grecoLoxías «l'Ambiguo», epiteto di Apollo, che venivadenominato in questo modo per le risposte ambigue deisuoi oracoli. Se questa seconda interpretazione fosseesatta, verrebbe tolta l'incongruenza costituitadall'assenza, nel testo del fegato, di un dio tantoimportante come era Apollo, sicuramente conosciutodagli Etruschi, come dimostrano anche numerosi testiscritti, che registrano il suo nome come Apulu od Aplu.tecvm è un dio o un semidio finora sconosciuto, cheprobabilm. è nominato nel Liber linteus (XII.5) cometecum. Se però il gruppo vm della riga sottostante fosseda considerare a sé, allora questo potrebbe esserel'abbreviazione di umaele, umaile, nome di unpersonaggio mitologico che compare in quattro specchietruschi (ThLE I 356).uni quasi sicuramente è l'abbreviazione di unial «diGiunone» (iscr. 399, 644, 877 TET).mae forse indica Maia, che era la madre di Mercurio euna delle Pleiadi.tin(-s) «(di) Tinia», che era la suprema divinitàmaschile degli Etruschi, corrispondente a Iupiter deiLatini e a Zeus dei Greci (iscr. 290, 608, 657 TET).thne forse è l'abbreviazione di thesane(s) «(di) Aurora»(Pfiffig).thvf quasi certam. abbreviazione di thvfltha(-s) (vedisotto).cilen è l'abbreviazione del seguente cilens(-l) «(di)Notturno» (lat. Nocturnus «Dio della Notte»), con unacorrispondenza suggerita dalla sequenza delle divinitàindicata da Marziano Capella (cfr. A. Maggiani e E.Simon, Il pensiero scientifico e religioso, in M.Cristofani, Gli Etruschi ecc., pagg. 139-141).vetis(-l) = lat. Vedius, Vediovis, Veiovis divinitàinfernale; è anch'esso in genitivo (A. Maggiani e E.Simon, op. cit.).cvl può essere l'abbreviazione di culsu (genitivo culsl;iscr. 131 TET), nome della dea infernale custode dellaporta dell'oltretomba (CIE 1812), oppurel'abbreviazione del nome del suo compagno culsans, diobifronte, che era analogo al lat. Ianus (iscr. 640 TET).alp molto probabilmente è l'abbreviazione di alp(a)nu(-s), nome di una delle Lase (vedi sotto).cels «della Terra» (iscr. 368, 621, 625 TET corrige).tlusc(v) nome di una divinità sconosciuta oppure finoranon identificata.lethn(-s) «(di) Lete», che era il fiume infernaledell'oblio, dal greco Léthe (nella forma dell'accusativo);da questo vocabolo etrusco probabilmente è derivato illat. let(h)um «morte», il quale finora risulta dietimologia incerta (DELL).selva è l'abbreviazione di selvansl «di Silvano» (iscr.504, 559, 641, 696 TET; LELN 233).fufluns «Libero» o «Bacco», dio del vino (iscr. 336 TET)(A. Maggiani e E. Simon, op. cit.); è da sottintendere ilgenit. fuflunsl.tins th corrisponde al già visto tin thvf «di Tinia (di)Thufultha», però con la desinenza s del genitivo.catha è la divinità femminile del sole, che MarzianoCapella chiama filia Solis (iscr. 131, 190, 373, 622, 823TET) (A. Maggiani e E. Simon, op. cit.).thufltha(-s) è la dea etrusca del mondo sotterraneo deimorti, corrispondente pertanto alla lat. Proserpina (iscr.149, 435, 447, 652, 654 TET).<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 2009 107
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