corredata dalla biografia di illustri signore, fra le qualipossiamo trovare la consorte del nostro re SantoStefano, la Beata Gisella e anche Sant’Elisabetta delcasato degli Árpád.La stampa di libri ungheresi dopo gli inizi, nel 1473,cessa subito. Sussisteva invece il bisogno di testiecclesiastici e di opere umanistiche. I commercianti dilibri di Buda riescono a soddisfare tali esigenzecommissionando i volumi alle tipografie straniere,comprese quelle italiane. Risulta riccamente decorato ilvolume Esztergomi missale che il rilegatore di Buda,Johannes Paep, aveva commissionato all’officinaveneziana di Johannes Emericus de Spira, nel 1498. Sulfrontespizio possiamo vedere l’insegna del libraio, (v.fig. 5) Il volume fu stampato su pergamena e in origineaveva le iniziali silografiche, poi ridipinte nell’officina diBuda a imitazione dello stile del miniaturista fiorentinoAttavante degli Attivanti. L’esemplare riccamenteminiato era stato preparato per il vescovo di KalocsaPéter Váradi, come prova anche lo stemma sulla primapagina dell’Introitus con l’immagine di due puttigenuflessi, (v. fig. 6) In origine anche la raffigurazionedel calvario era silografica, sullo sfondo si potevavedere un’immagine della città e due angeli fluttuantiche sostengono un Cristo sanguinante, (v. fig. 7).Buda, dopo aver ricevuto il volume stampato supergamena, si impegnasse a realizzare decorazioniesemplari per il generoso committente. Analogamentesu ordinazione di Johannes Paep il veneziano JohannesEmericus de Spira preparò il messale della diocesi diPécs, nel I499. Dell’opera si ha in Ungheria una copianon miniata e una pergamena riccamente illuminata.Anch’essa riporta un’immagine silografica del calvario enumerose iniziali, ridipinte, presumibilmente, sia nellapergamena della Biblioteca Széchényi che negliesemplari di Pécs e di Pannonhalma, dallo stessomaestro. Anche tale maestro si è impegnato a seguirelo stile di Attavante ma le cornici differiscono da quelledel maestro italiano. Secondo i risultati delle ricerche, itre messali di Pécs, tra i quali anche l’esemplare diBudapest, sono opera dell’illustratore di Buda diispirazione fiorentina, ma di talento più modesto (v. fig.9).Fig.5 Fig. 6Fig. 7Fig.8Il miniaturista ha ridipinto queste parti di azzurro,mentre in basso ha raffigurato il vir dolororum, chericompare anche sull’iniziale della pagina successiva (v.fig. 8). Attavante era il miniaturista preferito da reMattia, più di trenta corvine sono uscite dal suolaboratorio, così è comprensibile che l’illustratore di66<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 2009Fig. 9Si potrebbe citare numerose altre stampeartistiche dell’epoca di ispirazione e di provenienzaitaliane, visto che il patrimonio di antichi e rari dellaBiblioteca Széchenyi conta quasi seicento esemplariitaliani. Tra essi molti sono stati miniati in Italia, dovesono stati stampati, altri invece nell’officina delminiaturista della corte di Buda, dove lavoravano anchemaestri italiani e gli stessi maestri ungheresi talvoltaimitavano, arricchendolo, il loro stile.Dopo la morte di Mattia 3 , anche ai tempi di reLadislao II, è continuata per alcuni anni l’attivitàdell’officina di Buda, che completò la decorazione deivolumi iniziati e ne preparò degli altri su commissione diaristocratici bibliofili.L’Umanesimo in Ungheria è fortemente legato aquello italiano, la cancelleria ungherese instaura strettilegami con i centri umanisti delle università italiane.L’importanza crescente della filologia e la comparsa delciceronianismo hanno reso necessaria la pubblicazionedi versioni critiche di più autori classici. Aldo Manuzio el’Accademia Nea, da lui fondata, hanno svolto un ruolopreminente nell’edizione di testi latini e greci. Numerosiumanisti ungheresi hanno stretto rapporti con ilManuzio, molti di loro sono stati suoi ospiti e molti altrihanno mantenuto rapporti epistolari, talvolta ancheincitandolo a stampare dei libri. «Non una volta soltantocostoro gli hanno spedito di loro iniziativa antichimanoscritti ungheresi e polacchi — non senza alcuna
icompensa — perché venissero resi disponibili come diconsueto» – scriveva, nel 1508, Erasmo da Rotterdam,ospite nella sua casa, che proprio lì aveva curatol’edizione delle opere di Plauto, Terenzio e Seneca. 3La straordinaria importanza della BibliotecaCorviniana nella storia della cultura ha generato unabibliografìa ricca e attenta, specialmente diretta adindividuare i libri che le appartennero, ma furono assaipresto allontanati dall’aulica sede che il re bibliofiloaveva creato per custodirli, in una dispersione fra le piùdrammatiche conosciute.Il problema del recupero della loro identità ha dasempre portato ad individuare, per ragioni storiche,Firenze come luogo particolarmente idoneo alla ricerca.Infatti, è ben noto che, a partire dal 1485 circa, MattiaCorvino affidò ai copisti fiorentini il compito di unaproduzione di manoscritti su vasta scala, che in tempibrevi avrebbero assicurato una completezza almenoideale alla sua Biblioteca. Non lo è da meno che la suamorte improvvisa (4 aprile 1490) segnò la pressochégenerale e immediata interruzione di ogni lavoro daparte degli amanuensi. Almeno due lettere di Piero alpadre, Lorenzo il Magnifico, si riferiscono a tale evento,informandoci al tempo stesso di quelle che ne furono leconseguenze.Dalla prima, dell’8 maggio, si apprende che ilgiovane Medici sta trattando con «chi è dietro dopoquesta morte del Re d’Ungheria», un N..N. nel quale siriconosce Naldo Naldi, l’intermediario fiorentino delbibliotecario di Mattia (il parense Taddeo Ugoleto), il cuicompito specifico era il controllo della correttezza deitesti e la loro emendazione.Oggetto del negoziato sono certamente deimanoscritti che il Naldi ha offerto a compensazione didebiti contratti da Mattia Corvino con i Medici (scrivePiero: «… abbiamo da avere da lui, et egli ci vuole darelibri che noi abbiamo nelle mani di suo …»): la loroaccettazione non sembra esclusa, ma chiaramentesubordinata al controllo della qualità dei codici offerti eall’accertamento dei testi contenutivi «per non avere unlibro due volte». Il pericolo era più che reale se siconsidera che del tutto contemporaneamente e conidentiche modalità casa Medici andava attuando lostesso disegno bibliofìlico, cioè la costituzione in tempibrevi di una biblioteca che contenesse tutte le opere piùrappresentative di ogni campo dello scibile, e inparticolare tutti i classici, compresa la patristica.A tanto assennati propositi il primogenito di Lorenzofa seguire una riflessione di tipo economico che non loè da meno, un’enunciazione della legge della domandae dell’offerta: «e tanto gli scrittori si riducono a migliorpregio, che non possono avere faccenda da altri», che,per quanto riguarda il re ungherese, armonizza benecon esplicite testimonianze dei copisti a lode della suagenerosità.La lettera successiva, scritta due giorni dopo, quindiil 10 maggio, accenna ad un niente di fatto per risolverela questione, «perché rispecto alla venuta delloImbasciatore sono a quello medesimo che l’altro dì».Questa dichiarazione non è del tutto chiara, nedefinitiva; ma certo nessuno dei manoscritti che sistavano confezionando a Firenze al momento dellamorte del loro committente dovette pervenire a Buda,dacché nel febbraio del 1498 un emissario di VladislaoII, re d’Ungheria, il tedesco Alessandro Farmoser, già alservizio di Mattia, venne espressamente inviato pressola Repubblica Fiorentina con il compito di trattare ilrecupero di oltre centocinquanta codici eseguiti per ildefunto sovrano… 4Accennerei un altro fenomeno umanisticoimportante: i rappresentanti del movimento umanisticovolevano far rinascere non soltanto la lingua, la lettera,l’arte e le scienze greche e latine, ma tutta la cultura ela civiltà antica con le sue usanze ed istituzioni.Ridettero la vita anche ad una forma di incontroparticolarmente antico, il simposio (convivium in latino),che però aveva un significato molto più della parolagreca «bere insieme» – o dell’ungherese «lakoma»(mangiare bene abbondantemente insieme). Comefenomeno peculiare antichità esso fu avvertito daFrancesco Petrarca, il quale in una sua lettera lotrattava in base alla «lex varroniana». Il simposio comeevento e genere letterario rinacque a Milano. Nel 1443Francesco Filelfo scrisse il primo simposio letterarioumanistico, intitolato Convivio Mediolanensia, in cui silegge che negli ambienti nobiliari di Milano avevano giàcominciato a «celebrare» dei simposi sul modelloantico. Più tardi, il simposio divenne molto diffuso aFirenze negli ambienti neoplatonici di Ficino. Dovette lasua fortuna fiorentina al Symposion di Platone,tradotto in latino per la prima volta da Ficino. Copiandoanche la forma del suo precursore, Ficino scrisse laversione neoplatonico–cristiana dell’opera di Platone,intitolata Commentarium in Convivium Platonis, deamore, la seconda «redactio» del quale dedicò a JanusPannonius (Giano Pannonio), con l’auspicio che il poetaungherese che già condusse le muse alle rive delDanubio, conducesse in Pannonia anche il filosofogreco, Platone.Gli umanisti di Firenze ogni anno festeggiavano il 7novembre, giorno della nascita di Platone con unsimposio, con la partecipazione e il sostegno generosodi Lorenzo de Medici. Ficino presenta i suoi Commential Symposion di Platone come il racconto di un taleevento reale. Questo simposio fu tenuto a Careggi (oggiparte di Firenze) nella villa di Ficino, probabilmente nel1468. L’organizzatore dell’evento fu Francesco Bandini,di cui sappiamo che nel 1473 a casa sua organizzò unaltro simposio sul modello antico. Bandini venne inUngheria nel 1477, a seguito a Beatrice d’Aragona diNapoli, sposa di re Mattia Corvino, e visse a Buda finoalla morte (circa 1490). Probabilmente ebbe partenell’organizzazione dei simposi alla corte, ed ebbe cosìun ruolo importante nella diffusione dei simposiumanistici.Presumibilmente Janus Pannonius fu fra i primi aintrodurre i simposi umanistici in Ungheria. Il poetapresenziò a un simposio organizzato tra il 1468 e il1472 ad Esztergom, nel palazzo dell’arcivescovo JánosVitéz, dove parteciparono oltre al poeta eall’arcivescovo anche il re Mattia, János Thuz e duestranieri, Galeotto Marzio e un teologo domenicano,Giovanni Gatti. Fu Galeotto Marzio a tramandarci ladescrizione del simposio. Re Mattia provocò unadiscussione teologica con il teologo che fu ancheinquisitore, che si concluse con la vittoria del re. Persostenere i suoi argomenti, re Mattia fece portare unlibro dalla biblioteca del padrone di casa, e convinse il<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 200967
- Page 1:
OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l
- Page 4 and 5:
esclamativo o dubitativo, dall'uso
- Page 7 and 8:
dove il passo dell’uomosi confond
- Page 10 and 11:
leggere il biglietto. Lo sfilai dal
- Page 13 and 14:
fiducia dei due vecchi coniugi. Sol
- Page 15 and 16: e illumina i mali dei mortipasqua v
- Page 17 and 18: Végtelen imádság lett az életü
- Page 19 and 20: István Monok*QUESTIONI APERTE NELL
- Page 21 and 22: Szamosközy, tranne il curriculum d
- Page 23 and 24: confronto armato con il potere degl
- Page 25 and 26: 45 A. MIKÓ, Mathias Corvinus - Mat
- Page 27 and 28: assolutamente vincolante e univoca
- Page 29 and 30: esperienziale che, indubbiamente, n
- Page 31 and 32: Emerge un tardo ottocento più prop
- Page 33 and 34: limita all’analisi stilistica del
- Page 35 and 36: Ecco un brano del Poema della Croce
- Page 37 and 38: e proprie trappole disseminate sia
- Page 39 and 40: Poi Mater Fabula raccontò che i ri
- Page 41 and 42: TRADURRE - TRADIRE - INTERPRETARE -
- Page 43 and 44: fájdalmat hallotta dobogni a mellk
- Page 45 and 46: Mozart zenéje behatolt az ereibe,
- Page 47 and 48: che scendonoper le tempieil mare de
- Page 49 and 50: MILLENNIUM TERTIUM, Opera eseguita
- Page 51 and 52: panchine sotto i pergolati e nei pa
- Page 53 and 54: cielo che infiamma di azzurro il mo
- Page 55 and 56: quello dei Caracciolo. Gli ultimi a
- Page 57 and 58: anti-ungheresi. La religione predom
- Page 59 and 60: (1378-1388, 1411-1415), Re d’Ungh
- Page 61 and 62: pronto e abbellito con gli affresch
- Page 63 and 64: dell’epoca (Poggio Bracciolini, L
- Page 65: Guarino da Verona, la cui scuola di
- Page 69 and 70: http://www.osservatorioletterario.n
- Page 71 and 72: del Segre, mentre le tendenze più
- Page 73 and 74: in qualche nuovo modo”. Quel “n
- Page 75 and 76: calcolare, pena il tocco delle sue
- Page 77 and 78: 1909 (in collaborazione con G. Vail
- Page 79 and 80: ventre/ rabbia e umiliazione,/ dall
- Page 81 and 82: Petrocchi applica lo stesso process
- Page 83 and 84: Questo intermezzo intorno all’ess
- Page 85 and 86: sono rispettivamente quella di Giul
- Page 87 and 88: cercare di mantenerlo quanto più p
- Page 89 and 90: versione di Quasimodo, unica nel su
- Page 91 and 92: in parte nel Basso Medioevo, lo si
- Page 93 and 94: numerica potrebbe essere qui la Mon
- Page 95 and 96: miniera nel mondo, localizzata prop
- Page 97 and 98: veda Kersten[46]. Mosè alla fine d
- Page 99 and 100: MENZIONI SPECIALI:BALASTIERA# 186by
- Page 101 and 102: «sforzo», di un «impegno»: spes
- Page 103 and 104: Ritratti, storie, percorsiScrittori
- Page 105 and 106: Il lettore in questione sicuramente
- Page 107 and 108: dall'uno all'altro dio o semidio, c
- Page 109 and 110: modello bronzeo inscritto, che fung
- Page 111 and 112: William Hawking, il fisico britanni
- Page 113 and 114: (vincitori: Silvana Aurilia - Napol
- Page 115 and 116: OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l
- Page 117 and 118:
APPENDICE/FÜGGELÉK____Rubrica del
- Page 119 and 120:
érnem csak egyszer? Sosem adatott.
- Page 121 and 122:
ajzott szerelmesek enyhülést kerg
- Page 123 and 124:
kis ironikus árnyalatot éreztem k
- Page 125 and 126:
volt, amikor egyszerre három láb
- Page 127 and 128:
hagysz itt bennünket? Meddig bírj
- Page 129 and 130:
diplomát kapván, az állam által
- Page 131 and 132:
tapasztalták meg. Azokban az élm
- Page 133 and 134:
szőr a hátunkon. Sajnos nem volt
- Page 135 and 136:
Most pedig következzenek a felvét
- Page 137 and 138:
Nos, induljunk tovább, mert van m
- Page 139 and 140:
számítógépes tájékoztató út
- Page 141 and 142:
idézné: A szkíták valaha igen b
- Page 143 and 144:
Mindenesetre a megnevezett kutatók
- Page 145 and 146:
A maga egészében különös szell
- Page 147 and 148:
E gondolatokkal foglalkozva eszembe
- Page 149 and 150:
látható titokzatos tárgy, amelye
- Page 151 and 152:
HASZNOS HÍREKtéged ígért a vár
- Page 153 and 154:
az említett munkáidról a híreid
- Page 155 and 156:
OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l