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OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l'Altrove ANNO XIII – NN ...

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La disponibilità del destinatario a comunicare,sondandone lo stato d’animo e prevenendone lereazioni. Così, quando una ragazza o un ragazzorientrano in ritardo a casa, per prima cosacontrollano la situazione attraverso una formulala fàtica: appena entrati dicono “Buona sera atutti!” oppure “Eccomi qua!”’ oppure, usando infunzione fàtica un testo informativo oreferenziale, “II bus era in un ritardo pazzesco”oppure, usando in funzione fàtica un testoemotivo, “Non ne posso più dalla stanchezza!”.Tutte queste espressioni hanno solo la funzionedi stabilire, attraverso la risposta (o la nonrisposta)della madre e/o del padre, lo statod’animo dei genitori: la formula fatica, insomma,serve “per rompere il ghiaccio”.- Le formule e gli intercalari telefonici;La comunicazione telefonica è accompagnatada vari testi fàtici. Testo fàtico ad esempio è il“Pronto!” (“Io sono pronto a parlare: e tu?”)con cui chi risponde al telefono dichiara la suapresenza e la sua disponibilità a parlare, e testifàtici sono tutte le espressioni con cui, nelcorso della conversazione telefonica, emittentee destinatario, volta a volta, si rassicuranocirca il fatto che stanno seguendo il discorso,cioè sottolineano l’esistenza del contatto:“Già… già… sì… ho capito… eerto… certo…d’accordo… va bene…”. Naturalmente, anchetutte le altre forme di trasmissione della lingua,oltre a quella telefonica, si avvalgono di testifatici per stabilire, controllare e chiudere ilcontatto: dalle formule di chiamata (“Torre dicontrollo chiama…”) alle formule di chiusura(“Passo e chiudo”).- Le formule più o meno stereotipate esovrabbondanti, che si intercalano nel discorso peravviare, mantenere o facilitare la conversazione, perprendere tempo mentre si decide cosa si deve dire oper riempire un momento di silenzio magariimbarazzante;La lingua mette a disposizione del parlantemolte formule fàtiche di questo tipo che vannodal famigerato “cioè” con cui molto spesso chiparla cerca di puntellare il proprio discorso, aipiù neutri “veramente, bene, dunque, certo…certo, ehm, insomma”. Talora, in casi disperati,queste formule fàtiche costituiscono tutta lacomunicazione: “Ehm… dunque… ecco… sì…però… allora…”. Tipiche formule fàtiche usateper avviare la conversazione o per riempiresilenzi imbarazzanti (ad esempio in ascensore,luogo in cui la funzione fàtica celebra i suoitrionfi nella direzione della più assolutabanalità) sono: “Come stai?”; “Come mai daqueste parti?”; “Bella giornata, eh?”; “Ma chetempo!” ecc.- Le formule usate per richiamare l’attenzionedell’interlocutore o controllare se sta comprendendoquello che gli si dice.La funzione fatica ad esempio è molto usata ascuola, nel dialogo tra insegnanti e alunni, inespressioni come: “State attenti!”, “Avetecapito?”, “Capito?”, “Attenzione, ora!”. Glistudenti, del resto, individuano con facilità leformule fàtiche tipiche di ciascuno dei loroinsegnanti e le fanno oggetto di imitazioni e discherzi.5.) La funzione metalinguistica² è propria deitesti e dei messaggi in cui la lingua viene usata perspiegare e analizzare se stessa o un’altra lingua assuntacome oggetto: per spiegare cioè il propriofunzionamento e le proprie caratteristiche (“II verboandare è un verbo intransitivo della primaconiugazione”), la forma di una parola (“Sufficiente sìscrive con la i”), il significato di una parola(“Macrocefalo significa ‘che ha la testa grossa’”) o ilfunzionamento e le caratteristiche di un’altra lingua o ilsignificato di una parola in un’altra lingua.Testi a dominante funzione metalinguistica sonoperciò i testi di grammatica e i dizionari, cioè i testi chehanno come oggetto lo studio della lingua. Questafunzione è molto frequente anche nei testi scolastici enei testi divulgativi ed è molto usata da insegnanti ealunni nel corso delle lezioni di lingua, italiana ostraniera. Tra l’altro, a questa funzione capita diricorrere anche nella comunicazione usuale equotidiana, tutte le volte che si sente la necessità dichiarire il significato di un termine poco noto o di unconcetto difficile.6.) La lingua è usata in funzione poetica, quando èvolta a comunicare qualcosa arricchendo il testo o ilmessaggio di “effetti speciali”, cioè di un sovrappiù divalori stilistico-espressivi, sia a livello di significato sia alivello di significante, in modo da ottenere, ancheattraverso la scelta e la disposizione delle parole nellafrase, particolari effetti ritmici e particolari suggestionimusicali. Incentrata sul messaggio, la funzione poeticasfrutta le risorse connotative della lingua, cioè lepossibilità della lingua non solo di descrivere e diinformare, ma anche di evocare una rete di immagini,di valori, di emozioni, di sensazioni e di ideali tra loroconnessi sia sui piano del significato (temi, contenutiecc.) sia su quello del significante (timbro, ritmo, metroecc.). Per questo la funzione poetica è detta anchefunzione connotativa.Per cogliere le caratteristiche precise dell’uso dellalingua in funzione poetico-connotativa si osservino iseguenti testi:“Nella seconda metà d’agosto si verificanoviolenti temporali e il clima si fa più freddo: siapprossima, infatti, l’equinozio d’autunno”.“Non c’è niente di peggio di questi maledettitemporali d’agosto, improvvisi e violenti.Che,.tristezza! Mi fanno pensare che siavvicina l’autunno”.“Autunno. Già lo sentimmo venire / nellepiogge d’agosto / silenziose e piangenti, / eun brivido percorre la terra…” (V. Cardarelli)Nel primo testo la lingua è usata in funzioneinformativa denotativo-referenziale: in esso infatti vienedescritto un dato meteorologico, senza commentarlo névalutarlo. Nel secondo, invece, l’inserimento da partedell’emittente della propria opinione e delle propriereazioni al fatto in questione, rende dominante lafunzione espressivo-emotiva. Nel terzo testo, infine, ildato meteorologico è stato completamente trasfigurato:espresso in una forma particolare, cioè attraverso<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 20095

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