individuale. Perché ostinarsi a non riconoscere l’enormedignità culturale di tale dilettantismo metrico (tuttihanno versi nascosti nell’armadio!)? Dotato di«imperativi ipotetici» estetici, à la “se vuoi … alloradevi”, mirabilmente riassunti dal Barthes de Le Degrézéro de l’écriture con riferimento al sistema di Jourdain(Poesia = Prosa + a + b + c • Prosa = Poesia – a – b -c), ciascun individuo, decisi in massima autonomia isuoi fini artistici (lessico, sintassi, metrica), avrà dirittoa conformarsi a svariate norme tecniche (tradizioni), nelcammino di avvicinamento ad essi fini; lontanadall’essere un sintomo di decadenza, reo d’assorbirel’individuo in cori artistici in costante conflitto, la varietàdelle tradizioni di riferimento diventa un’occasione discambio, d’innovazione, di libertà. Nel secolo scorsoestensione dei diritti civili e strumentalismo etico(deweyiano) hanno avviato un cammino, non ancoraultimato, di edificazione dell’idea di democrazia civile;nel nuovo millennio dilettantismo metrico estrumentalismo estetico avvieranno un cammino diedificazione dell’idea di democrazia lirica, simile allademocrazia civile, ambito comunitario di addestramentolirico e di realizzazione del valore estetico. Per salvare lacultura umanistica tradizionale dall’assalto uniformantedel nuovo umanesimo massmediatico, inibente, acritico,reificante, occorre riuscire a trasformare tale diffusodilettantismo in una efficiente democrazia, veicolando imetodi dello strumentalismo estetico; nel casodell’attività metrica, occorre riuscire a tradurre il«dilettantismo metrico» rilevato da Mazzoni nei terminidialettici d’una coerente democrazia lirica. Partendo dasolide radici di dilettantismo metrico, fuori dai coritradizionali, il mio Mostri, l’intera mia attività in versi daUnderground (2006), a Riserva Indiana (2007), a VersiIntroversi (2008), mirano ad evidenziare essa necessitàdi democratizzazione della moderna Erlebnislyrik,basandosi su uno stile caratterizzato da a] un lessicoordinario, disadorno, senza che una netta immissione dimateriale “basso” sia controbilanciata da correlatiincrementi dell’ornatus, in totale rifiuto della poeticdiction; b] una sintassi razionale, intimistica,mentalistica, rivolta all’estrinsecazione di stream ofconsciousness, con incessante riferimento al dualismomascheramento/ smascheramento, oscurità/illuminazione, nell’uso costante delle strutture retorichedi metafora e metonimia; c] una metrica cinica, antiformalistica,arroccata in un versoliberismo estremo, dalverso breve, idoneo ad avvicinare narrazione in versi ediscorso ordinario («Libero, ai mutare/ instabili dei miei/stati umorali,/ alle urla anarchiche/ da balconi diroccati/sacrifico metriche/ aritmetiche, nate/ morte ebattezzate/ in tombe asettiche/ di norme espettorate/dalle bocche ipocrite/ di società malate») [«Disfemia,disfemia…»]. Lessico ordinario (“basso”), concetti «tritie ritriti», sintassi mentalistica, chiusa (metafora) edischiusa (metonimia) alla vita, metrica cinica e versolibero indirizzano la mia attività artistica sulla strada delrealismo letterario, lastricata di critica alla societàmoderna (c.d. vita trendy; etica del successo; mondodel lavoro), all’umanità moderna («inautenticità»adattabilità, a tutti i costi; analfabetismo emotivo;incultura), alle istituzioni moderne (dominanza econtrollo). Il mio non è – come astutamente indicaAntonino Di Giovanni nella sua Postfazione alla miaraccolta Riserva Indiana (2007)- uno stoicismo metrico,non asservendo aneliti di autonomia, autarchia eanarchia ad alcun senso del dovere («Perché, amicolontano,/ t’appare strano, e/ tanto biasimevole, che/ aun cinico, come me,/ spiaccian le regole?») [«Disfemia,disfemia…»]; nella mia arte, onerosa e mai doverosa,da umile officina d’artigianato, non v’è rifiuto di slanciedonistici alla libertà – intesa à la Onfray- come ironiasocratica e cinica. La salvezza della cultura umanisticatradizionale, in crisi nera, in ritirata davanti all’incederedel nuovo umanesimo massmediatico, sta nellarealizzazione di un mix di democrazia lirica(dilettantismo metrico + strumentalismo estetico) erealismo critico.2. Poeta moderno come «mostro anti-mostro»Preso in considerazione lo stato dell’arte metricaall’inizio del secondo millennio, nell’attuale contestod’entrata in crisi della cultura umanistica tradizionale ed’entrata in disfacimento del mandato sociale verso ivalori estetici di essa cultura, che ruolo attribuireall’artista, a chi scriva versi? Con Mostri cerco di daresoluzione concreta alle difficoltà esistenziali dell’artista,definendone il ruolo sociale e muovendo dalla chiavenarrativa della nozione ambigua (vagueness) di«mostruosità»: a] mostruosità terrorizzante (attività dicreazione di dolore) da mostro/1 (attore di dolore),volta ad eternare i nessi di dominanza/ controlloesistenti, mediante discriminazione, e b] mostruositàterrorizzata (attività di sottomissione al dolore) damostro/2 (vittima di dolore), destinata a mantenere,senza reazione, i nessi di dominanza/ controllo,mediante «marginalizzazione». La dualità semanticadella nozione di “mostro” torna subito chiara nellacanzone introduttiva alla raccolta («Mostri»), dove imostri (mostri/1) «[…] zitti zitti,/ s’avvicinano […]» alleloro vittime, introducendo azioni annichilenti come«rubandomi i comandi,/ stralciando i miei sorrisi»,«attentando a desideri,/ ammazzando nuvole»,«arrestando i venti,/ molestando salici» [«Mostri»],creando sensazioni di «vuoto», «dolore», solitudine,attuando una trasformazione «emarginante» dellavittima in mostro (mostro/2) «[…] d’intensità minore[…]»; la dualità della mostruosità – retta sul binomiocarnefice/ vittima- arriva a motivare la «marginalitàsociale dei poeti», mettendo costoro in relazione diconflitto con i mostri/1 e in relazione di condivisionecon i mostri/2. Poeta è mostro anti-mostro, esserecontaminato dalla natura «marginale» del disadattato(mostro/2) e abile ad esser terrorista nei confronti deimoderni carnefici d’anime (mostri/1); tale connotazionedel ruolo dell’artista come mostro anti-mostro è traitd’union dell’intera raccolta, manifestandosi in unnumero elevato di canzoni: in «Mostri» («Quando imostri/ se ne vanno,/ io resto,/ mostro/ d’intensitàminore/ senza manie/ d’arresto,/ […] a terrorizzare/i tuoi mostri […]»), in «Business Plan» («[…] vorreiesser scudo/ di chi si sente male,/ lancia nel costato/ dichi si non s’è voltato/ a vedere un Cristo nudo,/massacrato di botte,/ senza dover essere/ unnuovo Don Chisciotte;/ vorrei esser Sancho,/ rifiutato, esconcio,/ deluso, brutto/ - dannazione!-,/ con nel78<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 2009
ventre/ rabbia e umiliazione,/ dallo scudo rotto,/ senzauna bilancia,/ per poter mettere/ costi a destra,e/ benefici nella pancia»), nell’incitamento di «Letteradall’assedio» («Perché se vivrai/ questa vita di merda/fino in fondo,/ andando a fondo,/ mille altre vite dimerda/ troveranno la forza/ di non arrendersi e/ dicontinuare/ a vivere»). I mostri/1, creatori occulti d’unaweltanschauung del successo molto simile allaconcezione del mondo omerica (etica del successo;esaltazione della bellezza; reificazione dell’individuodebole; mercificazione dei sentimenti), sintetizzata –nella mia riflessione culturale- dalla nozione di vitatrendy, incarcerano in essa i deboli (mostri/2),condannandoli, attraverso ad una sorta di sindrome diStoccolma, ad esistenze inautentiche (nell’accezioneavalutativa heideggeriana), d’ansia e dolore, e alla«marginalità» sociale, ai fini di eternare i modi disfruttamento (dominanza e controllo) esercitati da unaabile minoranza su moltitudini scoordinate; sublimato inmostro/2, l’artista – a detta mia- ha l’onere morale diresistere alla vita trendy, in costante rivolta (Camus)contro i creatori occulti d’un circolo tanto vizioso: nelruolo di mostro anti-mostro, costui deve intrattenererelazioni di a] condivisione esistenziale coi mostri/2, b]rivolta contro i mostri/1 e c] resistenza alle sireneincantatrici della vita trendy, abbandonato alla testardaricerca di una democrazia lirica da tramutare in realedemocrazia civile. Come si individua la c.d. vita trendy,habitat/ habitus della mostruosa weltanschauung delsuccesso, così caratteristica delle moderne societàoccidentali, nella raccolta Mostri? La vita trendy –simbolo artistico della moderna weltanschauungoccidentale- consiste nell’esaltazione accentuata delsuccesso (danaro; carriera; bellezza), nella criticacrudele ai fallimenti individuali (miseria; mancanza dilavoro; bruttezza), nella realizzazione di un’eticanarcisistica, senza interessi comunitari, nellavalorizzazione di modalità nichilistiche d’esistenza; chi,vittima dei canoni inarrivabili della vita trendy, nonriesca a sottrarsi all’etichetta del fallimento, o cadenella banalità d’una esistenza inautentica (vuotochiacchiericcio heideggeriano) o è martirizzato daldolore, come in «Cervelli assassini» («Perché i cervellimorti,/ distesi nelle camere/ mortuarie d’un ospedale,/sono milioni,/ sono milioni, e/ non fanno male»).L’attenzione narcisistica morbosa verso bellezzaesteriore e sensualità edonistica (con dovute cauteleonfrayiane) è criticata nella canzone «Artificieredisinnescato», dai versi «[…] e non mi duole, vanomotore/ non curare cuore ed immagine,/ nella societàdel disimpegno/ tenuta insieme, tenuta a bada,/ da litrie litri/ di crema abbronzante e di collagene./ Metterebombe metriche/ senza disinnesco/ non serve / a uncazzo,/ in un mondo/ dove una diffusa/ morte mentale/non crei imbarazzo»; attraverso una semanticaammiccante è evidenziato – nella canzone «C’ètempo!»- come la società moderna ci coarti a vivere«[…] schiavi d’un senso/ di vuoto anaerobico/ contromondi estetici/ anestetizzati, vittime/ di curved’indifferenza,/ mozzafiato, su donne/ di malaffare[…]». Sulle strade sinistrate della società moderna,«Cammino svelto,/ in solitudine,/ […] incontrando, inrare occasioni,/ i vostri valori, sdraiati,/ volatili comelocuste,/ lungo i bordi acuminati/ d’una sdraio diProcuste» [«Donec ad metam»], nella certezza dellascarsa efficienza morale d’un’etica narcisistica; l’idealedella solitudine etica è ribadito nella canzone «Donatoresano» («Canta, solitudine,/ d’un’anima irriverente,/trovata morta/ nell’anticamera/ dell’esistenza,/ traconati di vomito,/ vestiti trendy, e/ mari madidi/d’indifferenza»). Nella raccolta, in varie canzoni, è vivauna costante riaffermazione dell’onere dell’artista diesternare un certo distacco dalla vita trendy, senzarinunziare a scendere in essa a fini descrittivi,simbolizzata dai versi: «Dalla Milano da bere, / midisinnesco astemio,/ naso nascosto alle/ risate,ritmate col sedere,/ d’un mondo chiuso/ in manicomio»[«Cera bollente»]; chi scenda nell’inferno della vitatrendy senza distacco, a causa di inarrivabili standardsdi successo, costretto a dichiarare fallimento, è trafittoda ansia, stress, dolore, frustrazione. Un’intensasituazione di dolore esistenziale è tratto comune dellanatura dell’esistenza inautentica e dello sconfitto: tutti«[…] camminiamo, bendati,/ su righe ansiose/ dicocaina, dolore,/ su fili astiosi, tesi/ ad asciugare il sole[…]» [«Spleen»], senza «via di fuga», «via di scampo»,senza «via d’uscita», «via tracciata», «[…] nel terroreinsano/ di abbandonarsi/ a guardare mare,/ cielo estelle […]» [«Cavalieri del lavoro»]; contaminata daun’esistenza inautentica o dalla sconfitta, la vita diviene«[…] un carcere d’odio,/ d’ansia, smarrimento/ e demoralizzazione,/d’animali braccati / carnefici diviolenza,/ e brutalità inattese,/ che muoion dentro,/uccidendo mondi/ mondati a stento» [«Cervelliassassini»], dove l’artista, non smarcato dal doloreesistenziale, rimane «mentre tutti ballano,/ mentre tuttiridono,/ mentre tutti scrivono,/ immerso in un dolore/che non dimentica/ i nostri trascorsi/ da belve umane»[«Malocchio»], in stretta relazione di condivisione colterrore dei deboli, con l’unico scudo (indice diresistenza) della finalità suturativa del verso («Per me,scrivo,/ immergendo/ i miei mille incubi/ nell’acidomuriatico,/ disossando sogni,/ scaricando rogne,/disinnescandomi») [«Per me, scrivo!»]. L’artistamoderno – come detto- ha onere morale d’intrattenererelazioni di condivisione emotiva coi mostri/2, anche senell’abisso lirico dell’io individuale «Non me ne / fregaun cazzo,/ dei vostri amori traditi,/ dei vostri stress,/delle vostre carriere/ di cartone,/ dei vostri sorrisivuoti,/ delle vostre aspettative/ di commiserazione,/ deivostri meriti, o omissioni,/ delle vostre richieste/ diconsigli, e/ raccomandazioni» [«Cinico, e bastardo»],condividendo rifiuti («No, non sorrido,/ chiuso incamere/ sterili, a scrivere,/ a costruire roba/ che noninteressa,/ sotto tono, sotto vuoto,/ correndo di rifiuto/in rifiuto, nella vita,/ nell’amore, nell’arte») [«Sorrisosdentato»] e sconfitte («Fiori rosa/ nella corazza/dell’eroe/ sconfitto») [«Orchidee d’Achille»]; e,mantenendosi in bilico tra distacco e adesione, tradimensione descrittiva ed emotiva, assume ruoli dinarratore («[…] coi miei occhi,/ specchi del terrore/della povera gente […]») [«Cecchina»] e attore («[…]io, cuore bollente,/ mi trovo ad agio in / queste vesti,incandescenti,/ da diavolo moderno […]») [«Diavolomoderno»] del dolore esistenziale, delle antinomiesociali. Altro onere morale dell’artista è di intrattenererelazioni di rivolta contro i valori di mostri/1 e vitatrendy, arrivando a somministrare, in dosi adatte alla<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 200979
- Page 1:
OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l
- Page 4 and 5:
esclamativo o dubitativo, dall'uso
- Page 7 and 8:
dove il passo dell’uomosi confond
- Page 10 and 11:
leggere il biglietto. Lo sfilai dal
- Page 13 and 14:
fiducia dei due vecchi coniugi. Sol
- Page 15 and 16:
e illumina i mali dei mortipasqua v
- Page 17 and 18:
Végtelen imádság lett az életü
- Page 19 and 20:
István Monok*QUESTIONI APERTE NELL
- Page 21 and 22:
Szamosközy, tranne il curriculum d
- Page 23 and 24:
confronto armato con il potere degl
- Page 25 and 26:
45 A. MIKÓ, Mathias Corvinus - Mat
- Page 27 and 28: assolutamente vincolante e univoca
- Page 29 and 30: esperienziale che, indubbiamente, n
- Page 31 and 32: Emerge un tardo ottocento più prop
- Page 33 and 34: limita all’analisi stilistica del
- Page 35 and 36: Ecco un brano del Poema della Croce
- Page 37 and 38: e proprie trappole disseminate sia
- Page 39 and 40: Poi Mater Fabula raccontò che i ri
- Page 41 and 42: TRADURRE - TRADIRE - INTERPRETARE -
- Page 43 and 44: fájdalmat hallotta dobogni a mellk
- Page 45 and 46: Mozart zenéje behatolt az ereibe,
- Page 47 and 48: che scendonoper le tempieil mare de
- Page 49 and 50: MILLENNIUM TERTIUM, Opera eseguita
- Page 51 and 52: panchine sotto i pergolati e nei pa
- Page 53 and 54: cielo che infiamma di azzurro il mo
- Page 55 and 56: quello dei Caracciolo. Gli ultimi a
- Page 57 and 58: anti-ungheresi. La religione predom
- Page 59 and 60: (1378-1388, 1411-1415), Re d’Ungh
- Page 61 and 62: pronto e abbellito con gli affresch
- Page 63 and 64: dell’epoca (Poggio Bracciolini, L
- Page 65 and 66: Guarino da Verona, la cui scuola di
- Page 67 and 68: icompensa — perché venissero res
- Page 69 and 70: http://www.osservatorioletterario.n
- Page 71 and 72: del Segre, mentre le tendenze più
- Page 73 and 74: in qualche nuovo modo”. Quel “n
- Page 75 and 76: calcolare, pena il tocco delle sue
- Page 77: 1909 (in collaborazione con G. Vail
- Page 81 and 82: Petrocchi applica lo stesso process
- Page 83 and 84: Questo intermezzo intorno all’ess
- Page 85 and 86: sono rispettivamente quella di Giul
- Page 87 and 88: cercare di mantenerlo quanto più p
- Page 89 and 90: versione di Quasimodo, unica nel su
- Page 91 and 92: in parte nel Basso Medioevo, lo si
- Page 93 and 94: numerica potrebbe essere qui la Mon
- Page 95 and 96: miniera nel mondo, localizzata prop
- Page 97 and 98: veda Kersten[46]. Mosè alla fine d
- Page 99 and 100: MENZIONI SPECIALI:BALASTIERA# 186by
- Page 101 and 102: «sforzo», di un «impegno»: spes
- Page 103 and 104: Ritratti, storie, percorsiScrittori
- Page 105 and 106: Il lettore in questione sicuramente
- Page 107 and 108: dall'uno all'altro dio o semidio, c
- Page 109 and 110: modello bronzeo inscritto, che fung
- Page 111 and 112: William Hawking, il fisico britanni
- Page 113 and 114: (vincitori: Silvana Aurilia - Napol
- Page 115 and 116: OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l
- Page 117 and 118: APPENDICE/FÜGGELÉK____Rubrica del
- Page 119 and 120: érnem csak egyszer? Sosem adatott.
- Page 121 and 122: ajzott szerelmesek enyhülést kerg
- Page 123 and 124: kis ironikus árnyalatot éreztem k
- Page 125 and 126: volt, amikor egyszerre három láb
- Page 127 and 128: hagysz itt bennünket? Meddig bírj
- Page 129 and 130:
diplomát kapván, az állam által
- Page 131 and 132:
tapasztalták meg. Azokban az élm
- Page 133 and 134:
szőr a hátunkon. Sajnos nem volt
- Page 135 and 136:
Most pedig következzenek a felvét
- Page 137 and 138:
Nos, induljunk tovább, mert van m
- Page 139 and 140:
számítógépes tájékoztató út
- Page 141 and 142:
idézné: A szkíták valaha igen b
- Page 143 and 144:
Mindenesetre a megnevezett kutatók
- Page 145 and 146:
A maga egészében különös szell
- Page 147 and 148:
E gondolatokkal foglalkozva eszembe
- Page 149 and 150:
látható titokzatos tárgy, amelye
- Page 151 and 152:
HASZNOS HÍREKtéged ígért a vár
- Page 153 and 154:
az említett munkáidról a híreid
- Page 155 and 156:
OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l