Davide RondoniIL FUOCO DELLA POESIABUR 2008, € 9,20Iconoclasta di un mondo sgretolato,impegnato in astrusi, grotteschiesercizi volti a vanificare la morte inuna cultura anaffettiva nel suoessere sentimentalista, Rondoniaccende luci e speranze attraversoallegoriche, colorate finestre ritrattenella copertina, novello surrogato di stelle per unaperduta, sublimante tradizione. Invoca poesia,consapevole suggestione di appartenenza ad altroperché di stelle, in fondo, siamo costituiti. Dell’umanocalore, della vita e dell’oltre, piccole frammentarie luciritraggono un ulteriore cosmo, una comune origine perun divenire ignoto nella chiave di un medesimo misteroda condividere. Rondoni, con “Il fuoco della poesia”,v’intraprende il suo ponderato viaggio nell’ “oggi”, comecattolico allineato e assumendone con coraggio lescelte, ma in una dimensione comunque universale eilluminata di esegesi poetica da cui non possiamoprescindere sebbene, beninteso, restino sempreopinabili talune identità di posizioni. Si apre con unnodo epistolare pretestuoso, che “da palo in frasca”riesce a dialogare nell’armonioso caos poetico con lacronaca di tutti i giorni. L’autore veste i panni del bardoindignato per il suo paese, ma anche quelli del crociato,baluardo di cristianità contro le volgarità di questomondo, “il niente della schiavitù” in un vuoto di valori,l’indifferenza del vivere. Nel merito e nella qualità dellemotivazioni, resta il miracolo dell’amore, se autentico.Sì, perché tra i mali elencati nell’anamnesi di cronachel’ipocrisia imperversa come una cancrena conclamatanel nostro vivere, anzi non vivere. Famiglia evocata tra“ronde” di mamme, insita in una tradizione incapace dirigenerarsi e che, proprio nell’amore, non è più in gradod’interrogarsi sull’inadeguatezza e il disagio di spazi eruoli come pure dei mezzi legislativi. Famiglia che, amio parere, dovrebbe estendersi ed evolversi persalvaguardare un futuro piuttosto che riproporsi nellasua dissoluzione. “La tradizione è sempre daconquistare, diceva Eliot”, non da emulare. Lo sguardopoetico di Rondoni si sofferma su tematiche delicate edi rilievo come aborto, fecondazione assistita,omosessualità ed eutanasia riuscendo a esemplificare ipiù convincenti spunti tra strisce di cocaina e “ansia diprestazione” o nella tv “droga psicologica”, “dio algidodel nostro tempo”. Inevitabilmente si attraversa lastoria, quella più recente, che va dai kamikaze dell’ 11settembre agli sciacalli di New Orleans, controfigura del“nostro cuore”. Rievocati anche gli anni Settanta che,secondo me, non sono soltanto un modello diseducativoanzi, c’era un vivido, libero e sincero senso di ricercaspirituale e amore, soprattutto nel filone di certa culturahippy-psichedelica. Oggi c’è la “generazione bancomat”,priva di un riferimento educativo autentico e libero, chesegna il “nulla” evocato attraverso i versi di Montale.Qualche laico qua e là additato, come Grillini conl’aneddoto dantesco o la Hack in tutto il suo “livoreanticattolico dal sapore ottocentesco”. Rilevantel’attestato di stima per il coraggio della Fallaci, atestimonianza vengono riportati eloquenti frammenti diuna conversazione: “le due grandi questioni sono Dio ela libertà”. Pertanto, di fronte a una Chiesa schietta conle sue “indicazioni” nel rispetto della “libertà dichiunque” coesiste il Voltaire di “non sono d’accordocon le tue idee, ma darei la mia vita perché tu possaesprimerle”. Viceversa, sull’altro fronte, troviamointolleranza ed estremismo con tutto il male che neconsegue. Per “uscire dal Novecento”, certamente,occorre rivalutare quegli aspetti spirituali più evoluti esaldamente rappresentati dalle religioni piuttosto cheaccomunarli nel “brodo di cultura del nuovo fanatismo”,così come Rondoni ravvisa in Wiesel. Fondamentalirestano “gli artisti. Meno noiosi dei filosofi, della grandemaggioranza dei preti e dei commentatori”, perchè quel“tacito, infinito andar del tempo” è una “costantecosmologica” che riporta a sottili equilibri che soltantoun poeta può cogliere.Enric. Pietra.– Roma –italiano/ingleseAndrea Del Grosso (con uncontributo di Cecilia Alessi)IL CROCIFISSO ROMANICODI ABBADIA SAN SALVATO-RE Restauro e precisazionicriticheAli edizioni, 2008, € 28,00Collana: Quaderni dellaSoprintendenza di Siena e Grossetosovraccoperta a colori. Pp. 96 conill. col. B/n, cm 18x24,5,Il volume è dedicato a un importante e innovativostudio storico-critico sul grande crocifisso ligneoduecentesco conservato nell’abbazia cistercense diAbbadia San Salvatore (SI), considerato non solo unodei capolavori della scultura medievale italiana, maanche uno dei rarissimi esempi superstiti di crocifissi digrande dimensione del XII secolo.Nel saggio centrale, sviluppato dal ricercatoredell’Università di Pisa Andrea Del Grosso, l’operaillustra, attraverso un complesso lavoro di raffrontistilistici con altri crocifissi astili coevi presenti in diverselocalità italiane e estere, nuove ipotesi di attribuzione edi collocazione della celebre scultura, la cui vicendastorica presenta singolari caratteri di continuità legatiprobabilmente anche al contesto storico e geografico incui l’opera è stata tramandata.Del Grosso giunge alla conclusione che sulle definitivescelte formali dell’autore devono aver inciso tanto ilretroterra culturale dell’artista quanto elementi einfluenze derivanti dallo studio, da parte dell&rsqu!O;artist a medesimo, della storia della Chiesa edell’Abbazia stessa. Il ricercatore pisano ipotizza inoltreche l’opera sia stata realizzata sotto la strettasupervisione di un’influente personalità del monastero:il Crocifisso sembra infatti echeggiare i fermenti religiosiche scuotevano l’ordine benedettino nel corso del XIIsecolo.Proprio in queste modalità interdisciplinari di studio edi approccio all’opera d’arte consiste un altro deiprincipali motivi di originalità del volume, che non si32<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 2009
limita all’analisi stilistica del Crocifisso, maapprofondisce il quadro del contesto culturale checondusse alla sua realizzazione e alla sua successivafortuna.In coda all’intervento tecnico dei restauratori NadiaBerton e Stéphan Cren, la curatrice della collana de “IQuaderni della Soprintendenza”, Cecilia Alessi, proponepoi un interessante contributo che, attraverso una seriedi rilevazioni oggettive e di elementi documentari,ricostruisce con dovizia il percorso seguito dall’opera nelcorso dei numerosi spostamenti subiti all’internodell’abbazia.Il saggio di Del Grosso costituisce un nuovo eoriginale tentativo di inquadrare criticamente questaenigmatica scultura lignea.Attraverso l’analisi della sua fortuna e un’ampia seriedi confronti che spaziano in tutti i campi delle artifigurative, viene qui tratteggiato il complesso panoramain cui rintracciare le possibili vie che condussero allarealizzazione del crocifisso: dall’identificazione dellematrici culturali dell’autore alla storia della Chiesa e allaspecificità dell’abbazia imperiale di San Salvatore, senzatralasciare il ruolo svolto dalla funzione catalizzatriceche le immagini rivestivano nella liturgia medievale.Inaugurando un nuovo approccio all’opera d’arte, laricerca dei caratteri stilistici non viene distinta dallanatura profonda e originaria dell’immagine sacra, creataper illustrare il mistero della morte e resurrezione diCristo. (Comunicato di stampa di Ali edizioni)Armando Guidoni (A cura di)DALLA LOGICA PIRANDELLIA-NA AL RELATIVISMO DI DEFINETTIControluce Edizioni 2008, € 10,00rendere lo spessore filosofico del matematico che, inoccasione della scomparsa di Pirandello, non esitò adefinirlo “uno dei più grandi spiriti matematici”.L’intervento di Silvia Coletti si snoda “dall’asseSchopenhauer-Nietzsche” in un caleidoscopio che nonpuò non lambire “l’intuizionismo di Bergson” nel giocodelle maschere per risalire indietro, fino a Protagora edintrodurre Hamilton passando per un Pascal che, nelsentimento, intuisce l’accertamento di una verità oltre ilpensiero. “Realizzeremo il sogno emulativo?” è ilquesito sollevato da Armando Guidoni riportandoci,dalle fucine degli déi omerici, all’esperienza di ricercasull’ ”intelligenza sintetica” del “gruppo di Frascati”,proseguimento del Progetto Giasone con ampieconsiderazioni sugli “aspetti artistici dell’uomo”. Fulviade Finetti, figlia di Bruno, evidenzia quel triangolo dipensiero che venne a configurarsi, col filosofo Tilgher,nel panorama italiano. Voci fuori dal coro deldeterminismo e dello storicismo, “anticrociani furono inostri tre personaggi”. “Ebbi l’impressione che lamatematica fosse per lui musica e poesia”, palesò lamoglie di Bruno. “Un matematico che non è anche unpoeta non è un buon matematico”, conclude, non acaso, Luca Nicotra con Weierstrass. “Inveterate illusionirazionalistiche” sono quanto situa la matematica comedepositaria di “verità assolute e universali”, un “sistemaipotetico-deduttivo” concepito da “assiomi o postulati”,ma soltanto uno dei tanti possibili. Alla logica binaria, dimemoria aristotelica, si sovrappone quella delleprobabilità e delle diverse sfumature interpolabili,“seme del relativismo” scientifico. Del resto, tanto nellamatematica quanto nei personaggi pirandelliani, siprocede attraverso una logica ostinata, inabileall’omologazione con quanto diversamente impostato.Con Di Fresco viene recuperato L’uomo dal fiore inbocca: un avventore ed i suoi parsimoniosi dettaglinella stazione più prossima alla morte. Monge eNapoleone sono il fulcro dell’intervento di hiusini,“architetto tra arte e scienza”. Giordano Bruno, allievodi de Finetti, conclude ripercorrendo la figura di Sciasciaaccanto a quella del suo mentore per evidenziare come,al di là di ogni apparente inconciliabilità, aderironoentrambi al Partito Radicale divenendone “alfieri”. Lalogica dell’incerto è, nei fatti, la più alta spintaumanistica che vivifica la scienza e, prima ancora,epiteto di tolleranza troppo spesso, ai giorni nostri,strenuamente osteggiato dai colpi di coda di unassolutismo morente, sia sul piano ideologico che suquello religioso.Enrico Pietrangeli- Roma –Si tratta di atti di una conferenza,successivamente dati alle stampenella neonata collana Quaderni diArte e Scienza. Il progetto si ponecome punto di riflessione traricerca artistica e scientifica in un contesto di recuperorelazionale. Analisi che scorrono in un percorsognoseologico con adeguate corrispondenze a quelloontologico in ulteriori chiavi di contesti di probabilità làdove, oggigiorno, si propende piuttosto al recupero diun altro binomio, quello di arte e religione, comunquealtrettanto indispensabile per quanto connaturato nellatradizione. E, non a caso, un’organicità perduta, quelladei piani speculari della mente di un matematico comede Finetti che convergono sulle infinite possibilitàformulate dall’umanista Pirandello, riprende contesto inquesto caotico e mutante inizio di terzo millennio. LaAlessandro Gasoli – Giovanniscienza, in qualche modo, ricerca altre collocazioni,Ottones’interroga a partire da quella teoria della relatività chePROGRESSIVE ITALIANOha un po’ sovvertito tutto, dai criteri d’indagine allaGiunti, 2007soggettività dei punti d’osservazione nell’impossibilità dideterminare la natura di un punto, assioma perNulla di nuovo, forse, per i più,accertare ipotetiche verità che, in realtà, sono Uno,ovvero quanti, giovani e menonessuno, centomila. A rimarcare l’ascendentegiovani, hanno già riposto lepirandelliano su de Finetti, provvede Pierluigi Pirandello,dovute attenzioni al genere, manipote di Luigi, che apre le relazioni riportando l’articolola stesura del testo (nonTre personaggi della matematica: i numeri e, i, π peresattamente un manuale mapiuttosto un compendio enciclopedico) è coerente al33<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 2009
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