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OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l'Altrove ANNO XIII – NN ...

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esistenza sua e del lettore, il farmakon metrico dellaserenità esistenziale. Con la canzone «Resistendo,mordo» è delineata una sorta di necessità tassativa allaresistenza, nell’asserzione «[…] urgenza […]/ èresistere, resistere/ nella dignità decorosa/ delringhiare/ d’un randagio ferito,/ senza certezze,/ senzasuccessi,/ senza carezze […]»; restano vivi i contornidell’«assassinio morale», effetto di un ostinato nonconformarsi ai valori morali della vita trendy, escaturente dalla tensione tra concorrere e «[…] nonconcorrere,/ con ritmi stolidi,/ all’eccellenza/dell’esistenza […]» [«Roaccutan»]. E’ sommo interessedell’artista resistere, in costante rivolta, evitando, a se ead altri, «assassinii morali», assicurando massimaefficacia alla valenza suturativa del verso, come nellaconclusione della canzone «Eremita»; la «marginalitàsociale dei poeti» - nella condivisione dei destini di umilie sconfitti- è uno stadio necessario del camminodell’artista sulla strada della resistenza contro societàmalate, istituzioni corrotte e diffuso conformismo. Cosasalverà la cultura umanistica tradizionale in declino?«Ma cosa costruiremo,/ collaborando, in via/continuativa, senza/ cantare, senza ballare,/ senzacreare?» [«Pezzi di ricambio»].contesto letterario italiano non era invece ancorapronto al romanzo borghese che si andava sviluppandoin Inghilterra e l’influenza di Fielding si faceva quindisentire principalmente su autori di teatro come Goldonie Chiari. Il processo traduttivo che fece conoscerel’opera fieldinghiana in Italia diviene quindi unstimolante oggetto di analisi. È interessante, adesempio, scoprire che la traduzione del Joseph Andrewsda parte di Giovan Antonio Pedrini (pubblicata sotto lopseudonimo di Nigillo Scamandrio una decina di annidopo l’originale), è indirizzata ad un pubblicoaristocratico, piuttosto che ad un pubblico medio.Tuttavia, ciò non impedisce a quest’opera, secondoPetrocchi, di divenire il tramite per la futura produzioneletteraria di tipo romanzesco in Italia, con interessantispunti stilistici che uniscono il linguaggio teatrale aquello letterario (p.19).In modo più approfondito, il secondo capitolo guida illettore alla comprensione del contesto culturale eletterario in cui si inserisce il lavoro di Pedrini e che,come sostiene Petrocchi, influenza la sua personalità eil suo lavoro di traduttore. Questi era un abate vissutonella Repubblica di Venezia del ‘700 e membrodell’Accademia dell’Arcadia, la quale, sebbeneprincipalmente interessata alla traduzione di testiIvan Pozzoni classici dal latino e dal greco, incitava la traduzione di– Monza – testi filosofici, scientifici, politici e talvolta letterari diorigine francese, inglese e tedesca. Tale apertura allePetrocchi Valeriainfluenze esterne mirava a uno sviluppo linguisticoTIPOLOGIE TRADUTTIVEdell’italiano in grado di creare coesione eCLUEB: Bologna 2004, pp. 224, € 15,00consapevolezza nazionale in un’Italia ancora divisa maaccomunata da un medesimo passato. Non dovrebbeIl libro di Valeria Petrocchi si divide in due parti. Lapertanto sorprendere che la traduzione del Pedrini siaprima parte mira ad uno studio comparato delle unichefortemente influenzata da francesismi e anglicismi chedue traduzioni italiane del Joseph Andrews di Hanrycontribuiscono alla sperimentazione linguistica eFielding da parte di Giovan Antonio Pedrini e Giorgiostilistica all’interno dell’opera, con modifiche al testoMelchiori. La seconda parte analizza la traduzione dellatalvolta rilevanti.trasposizione cinematografica di Alan Dent e SirAl fine di offrire un quadro completo del climaLaurence Oliver dell’opera sheakespeariana Hamlet.socioculturale italiano del diciottesimo secolo, PetrocchiL’approccio metodologico utilizzato viene definitooffre al lettore un’interessante discussione delledall’autrice del libro di tipo ‘psicobiografico’, cioè basatoquestioni politiche e religiose che caratterizzarono ilsull’analisi del periodo storico e socioculturale in cuiperiodo e che ne influenzarono la produzione letteraria.ognuna di queste opere fu portata a termine. È infattiL’autrice spiega, infatti, come i letterati e politici delconvinzione di Petrocchi che questi fattori, insieme atempo sentissero la forte ingerenza delle istituzioni e, inquelli prettamente personali, giochino un ruoloparticolare, quella degli Inquisitori dello Stato nellafondamentale nelle scelte operate dal traduttore (p.11).Repubblica di Venezia (per conto della quale PedriniIn quest’ottica quindi il titolo stesso del libro intendelavorava come ambasciatore) e della Chiesa cattolica,porre l’accento sulle cause contingenti che fanno sì cheche passavano al vaglio i testi prima della loroun testo tradotto si sviluppi e possa essere definitopubblicazione e sui quali potevano imporre la censura.all’interno di una chiara tipologia.Altro fattore rilevante era la forte influenza culturale eIl percorso di analisi delle fonti da parte di Petrocchilinguistica della Francia su molti Paesi europei.si basa sul desiderio di fornire una visione eNonostante in Italia si potesse notare un certo interessecomprensione esaustiva dell’argomento e dei testiper il mondo anglosassone, la maggior parte deitrattati. Pertanto, nella prima parte, l’autrice offre ailetterati rimaneva legata al francese, la lingua francapropri lettori un primo capitolo d’introduzione all’operadel tempo, e alla sua letteratura e cultura illuminista.originaria, il Joseph Andrews di Hanry Fielding.Come precisa Petrocchi, la traduzione francese delPetrocchi ripercorre il periodo sia storico che culturaleJoseph Andrews da parte Pierre-François Guyotin cui l’autore scrive e si sofferma sulla rilevanza diDesfontaines influenza fortemente quella del Pedrini eFielding come uno dei precursori del romanzo sia indiviene un chiaro esempio di tale fenomeno. Ad ogniInghilterra che in tutta Europa. In un periodo di crisi delmodo, ciò non impedisce al Pedrini di discostarseneteatro, il ‘700 inglese vedeva fiorire un nuovo stiletalvolta e usare l’originale inglese come testo diletterario in cui l’opera di Fielding si contraddistinguevapartenza per il proprio lavoro al fine di dargliper il linguaggio vicino a quello parlato e per ilun’impronta personale, che tenta anche di soddisfare lemessaggio sociale e morale che essa intendevaesigenze specifiche del pubblico italiano.trasmettere ai propri lettori. Come spiega l’autrice, il80<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 2009

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