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OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l'Altrove ANNO XIII – NN ...

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numerica potrebbe essere qui la Montagnadell’Assemblea? La Montagna degli Dei?).Vedremo ora in dettaglio l’identificazione proposta deidati geografici della Genesi. Vedremo poi alcunepossibili conseguenze di tale scenario, in termini dinuovi significati correlabili a simboli e tradizioni umaneantichissimi.5. Gihon e Kush identificatiIdentifichiamo il Gihon con il fiume che esce dallaparte orientale della valle Wakhan, sotto il passo VahirLo che porta in Cina, nella parte est della provinciaBadakhshan dell’Afghanistan (nota come il “dito” chel’Afghanistan punta verso la Cina, tra Pakistan – laprovincia Hunza del Kashmir, e Tajikistan, la RegioneAutonoma Badakhshon, vedasi la Nelley Map, ISBN 3-88618-665-2-). Non lontano dalla sorgente citata, ilfiume si ingrossa con l’apporto dell’Oksu/Aksu, cheviene dal Tagikistan Badakshon (una regione dovel’antico Saka è tuttora parlato in alcuni villaggi isolati);prosegue per la valle Wakhan con il nome Wakhan,quindi per un migliaio di km fa da confine traAfghanistan e Tagikistan, fluendo con il nome Pandj inun grande cerchio entro una stretta valle tra altemontagne. Entra nella pianura turanica vicino alla cittàchiamata Panj, non lontano dalle rovine di una cittàgreca. Lì prende il nome di Amu Darya e dopo unmigliaio di km entra nel lago d’Aral. Letti di fiumiessicati, lungo uno dei quali si trova la città di Khiva, untempo importante, ora quasi abbandonata, indicano chenon molti secoli orsono l’Amu Darya finiva nel Caspio. Ilfiume entra nel pianura turanica molto ricco di acqua.Quest’acqua è oggigiorno quasi completamenteutilizzata per l’irrigazione dei campi di cotone, conconseguente disseccamento del lago d’Aral. In etàclassica il fiume era noto come Oxus, che in sanscritosignifica “grande acqua”. Costituiva la divisione naturaletra la regione del Turan, terra di cavalieri, e quelladell’Iran; le ricorrenti guerre tra le due are costituisconol’argomento centrale dell’epica iraniana Shahnameh diFerdowsi.L’identificazione del fiume Amu Darya-Pandj con ilGihon è basata sull’osservazione che in tutte le mappeanteriori al XX secolo da me osservate il nome Gihon, enon Pandj, è dato al fiume nella parte montagnosa delsuo bacino. Vedasi ad esempio la Mappa 47 nell’AtlasCompendarius Quinquaginta Tabularum GeographicarumHomanniarum……Norimberga anno 1752, dove ilfiume è indicato come Gihon in mezzo alle montagne,diventa Amu alla loro fine, vicino alla citta di Amu/Amol(spesso citata nello Shahnameh, ora scomparsa dallemappe), e riprende il nome di Gihon prima di sfociarenon nell’Aral, ma nel Caspio. Appare col nome Gihon oAmu nella mappa 35 del Nouvel Atlas Portatif, par leRobert de Vaugondy, 1762, dove il fiume ora è fattosfociare nell’Aral (il sopraccitato Homann Atlas è unatarda edizione di un famoso atlante apparso alla finedel seicento, pertanto sospettiamo che lo spostamentodella foce dal Caspio all’Aral sia capitato tra il 1650 e1750). Appare con il solo nome Gihon nella mappadell’Asia del Nuovo Atlante di Geografia Universale in 52carte, del Cav. Luigi Rossi, Milano, Batelli e Fontana,1820. Nell’Atlas Classique de la Géographie, par V.Monin, Paris, 1846-47, sulla mappa 18 appare col nomeAmou Deria per la parte occidentale, Djihoun invece perquella orientale. La città di Khiva è presente, assentequella di Amu/Amol. Il fiume sfocia nell’Aral, ed è anchemostrato il letto secco che si dirige verso il Caspio.Pubblicato agli inizi del XX secolo, l’Atlas de GéographieModerne, Paris, Hachette, 1914, presenta,nell’abbastanza dettagliata mappa 4, la città di Khiva aduna certa distanza a sud del fiume, mentre la città diAmu/Amol non appare più; il fiume è nominato AmuDarya nella pianura, Peji e Wakhan sulle montagne.Così sembra che dopo il 1850, con l’arrivo delle potenzeeuropee in Asia centrale e la tendenza a ridenominareluoghi con criteri moderno-burocratici in sostituzionedei nomi tradizionali, seguendo lo stile ispirato dallaRivoluzione Francese, due nomi antichi spariscano,quello della città di Amu/Amol, e del fiume chiamatoGihon, sostituito da Pandj or Panja.Che il fiume chiamato Oxus in tempi classicimantenesse il nome biblico Gihon o alcune sue variantifino a tempi recenti ci è noto anche, p.e., dal NovumLexicon Geographicum, Philippus Ferrarius, fluvius estSogdianae, MDCXCVI, dove alla voce Oxus leggiamo:Oxus fluvius est Sogdianae, quem Arabes Gichonemvocant, cuius memeruit Achmed Gueraspi filius inThemiris historia, eumque Ghaion, Gihon et Iihumvocat. Also in the Abrégé de Géographie di Balbi, Paris,1842, leggiamo (p. 716): ...l’Amou-Darya (l’Oxus desanciens, dit aussi Djihoun... ). Le Syr-Darya (le Jaxartedes anciens), dit aussi Sihoun… Poiché Syr-Daryasignifica “fiume o mare di leoni”, quanto soprasuggerisce che la sillaba ON in Gihon, e per estensionein Pishon, possa significare fiume. Inoltre G H N inebraico significa “qualcosa che si piega, che gira”, il chesi accorda perfettamente con la grande curva che ilGihon fa attraversando le montagne. Quindiproponiamo per il fiume il significato Gihon = fiume del(gran) giro.Spostiamo ora la nostra attenzione al nome AmuDarya, che è dato alla parte inferiore del fiume, tra lemontagne e l’Aral (o il Caspio). “Darya” è una parolaturca, usata anche in persiano, significanteessenzialmente “mare” (Darya ye Khazar, “Mare deiKhazari”, è l’attuale nome persiano per il mar Caspio);è comunque attribuito anche a grandi fiumi. È oralegittimo chiedersi se il significato “mare”, ovvero unaassai grande distesa d’acqua, risalga ad una diversaantica configurazione della regione del Turan. Taleregione, come anche altre grandi parti dell’Asia centrale– le più importanti il bacino del Xinjang e la maggiorparte dell’altopiano tibetano, ma anche considerevoliparti di Iran e Afghanistan – non dispongonoattualmente di uno sbocco sull’oceano, fattoprobabilmente vero per tutto l’Olocene. Si trovanopertanto laghi senza sbocco, alcuni grandi come ilCaspio, altri più piccoli come l’Aral, il Balkash,l’Hamun…., solitamente salatissimi, e inoltre ci sonovaste distese salate, quanto rimane di precedentidistese d’acqua, ora completamente essiccate (tranneper trasformarsi in acquitrini salati durante periodi diforti piogge). Il processo di disseccamento, oraaccentuato dallo sfuttamento delle acque perl’irrigazione, vedasi il drammatico esempio dell’Aral,<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 200993

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