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OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l'Altrove ANNO XIII – NN ...

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esperienziale che, indubbiamente, ne fa un personaggioa sé: Pennacchi è Pennacchi, un caratteraccio, ma riccodi personalità e di spunti, lui è parte del suo “Accio”,deluso e caparbiamente ancorato, nostalgicamentesospeso su tutte le tappe ideologico-esistenziali dellasua vita. Per lui il ’68 resta un fatto politico, ditrasformazioni sociali, prima ancora che di costume eatteggiamenti culturali, un “fronte rivoluzionario cheandava da destra a sinistra”. Poi c’è stata “l’irruzionenelle facoltà” con “Almirante, Cerullo, Anderson e tantialtri vertici del MSI, ed è lì che inizia la spaccatura e ilmovimento del sessantotto diventa antifascista”dichiara in una recente intervista rilasciata a SimoneOlla del collettivo Anonima Scrittori di cui è animatore esostenitore del lavoro di giovani scrittori laddove certacultura ufficiale è latitante o si limita ad elargireconcorsi e corsi di scrittura creativa.Enrico Pietrangeli– Roma –LETTERE A UN GIOVANE POETA (1929) DI R. M.RILKEdi Dinalia CampanozziSuccede sempre così, le cose belle giungono percaso. Per caso un giorno si rimane a casa e si accendela radio ed ecco questo libro che, per mezzo di unavoce, viene a bussare alla propria porta. Che bellesorprese, a volte. Questo è un libro intimo, un libropiccolissimo, brevissimo, che si vorrebbe portareovunque perché si sente che in quelle poche pagine èracchiuso un tesoro, che solo pochi possonocondividere.Sì, ogni grande libro ci apre un mondo. Ci sono libri cheurlano, che galoppano via, che, come onde, straripanooltre le pagine per andare a bagnare i quattro angolidel mondo, ridondanti di vita. Libri che senti di doverfar conoscere, di cui devi parlare, che sono proiettativerso l’esterno.Questo no. Lettere a un giovane poeta è un libroforte e umile, indispensabile ma nascosto, come ilsolido pilastro di una casa. Verso questo genere di librisi tende ad essere invece protettivi, in quanto si sentedi dover salvaguardare un qualcosa di estremamenteprezioso, vitale, intimo e modesto. Ma essenziale.Nel 1903, Franz Kappus, giovane aspirante poeta a cuiva stretta la carriera militare appena intrapresa, scriveuna lettera con alcuni suoi versi a Rainer Maria Rilke,celebre poeta e scrittore ceco, chiedendogli consigli ecritiche. Naturalmente Rilke fu lieto di rispondere. Iniziacosì un carteggio breve (dal 1904 al 1908), sincero,fatto di umili consigli e insegnamenti preziosisull’ingrato “mestiere” del poeta che si tramutano,pagina dopo pagina, in un profondo e accorato richiamoad ascoltarsi e ascoltare la voce del silenzio, da troppi etroppo spesso dimenticata . Dieci lettere, dieci lezioni divita e d’arte che molto poco hanno a che fare con lacritica e, anzi, vogliono apertamente rifuggire questointento tanto inutile quanto poco naturale. Poiché lecose della vita sono infinite e ineffabili, sottili, maiunivoche e difficilmente traducibili attraverso la parolache, seppur usata con maestria, non potrà mai coglierele tante sfumature del sentire.Dal profondo. Rilke non smette di ripeterlo.Domande, risposte, silenzi, urgenze, tutto nasce e sisviluppa nel profondo di ognuno e delle cose che cicircondano, tutto viene compreso nell’onesta e pazientemarcia solitaria lungo le strade della vita. In sobria etacita comunione col resto dell’umanità, l’artista devemescolarsi e adattarsi al comune e vile dovere; ma colcuore egli già assapora l’ora più segreta, quell’orainfinita tutta per sé, prezioso nutrimento dell’animo. Avolte, però, essa sembra divenire un grave fardello ed ilsuo insostenibile silenzio è difficile da sopportare. Nellesue pagine Rilke ricorda al giovane e all’umanità interache bisogna invece imparare a saper accarezzare lasolitudine, farne un rifugio sicuro contro la facilità ditutte le convenzioni, proteggerla ad ogni costo epreservarne il mistero che prelude sempre ad unaevoluzione. E quando se ne incrocia un’altra, devonoinchinarsi l’una di fronte all’altra e viaggiare insieme,mai estinguersi.Tutto ciò che circonda la vita non è altro che misteriosasolitudine; vi è un segreto armonioso e impalpabile chealeggia nello spazio e nel tempo e di cui ogni cosaparla. Il vento, i fiori, le esangui rovine di una vecchiacittà, i grandi spazi desolati, il passato, il presente, tuttosi compenetra e si va ad unire in un eterno coro aqualcosa di più grande, di infinito e inafferrabile.Profondo e a tratti incredibilmente lungimirante,Rilke, anch’egli molto giovane (aveva 27 anni quandoscrisse la prima lettera), in queste poche pagineconcede al suo amico lontano e a tutti noi posteri unregalo impareggiabile, schiudendo le porte di un mondosconosciuto ai più, un mondo arcaico e immutabile chepulsa sotto queste ceneri del tempo moderno.Lucianna ArgentinoDIARIO INVERSOManni 2006, € 8,00Diario inverso è un viaggio aritroso, nei labirinti dell’animo, perassecondare quei flussi cheportano a metabolizzare unastagione del sentimento facendoricorso al verso. LuciannaArgentino ha tutta la lucidità e lamaturità poetica per conseguire i migliori risultati conomogeneità e stile, lascia ampio respiro tanto allafruibilità dell’opera quanto alla cosmografia interiore e,soprattutto, non perde mai di vista acume e spessore.Solenne incalza il tempo, “compiuto è l’anno, invertita larotta/ed è risacca che spagina il tempo”, salvificaurgenza di esserci e altrove, varcando il frammentariocaos sedimentato, lo smarrimento. L’ “altrove dove lecose si spogliano/di vaghezza”, dove l’ “abbraccio senzail calore delle braccia” altrui torna di riferimento. “Lucenepente” e poche altre, misurate ricercatezzelinguistiche coronano un essenziale, elegante esuadente versificare per un “presente puro”, “mondatodell’attesa”, ma anche “sativo”. Ricorrono elementireligiosi, a partire da uno “sguardo cireneo”, “strenuadifesa” sull’altro “sguardo”, quello “manicheo”.Anamnesi che, talvolta, non sono prive d’invettive per l’“ottuso sdegno” che “accelerava il disincanto” di una<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>A<strong>NN</strong>O</strong> <strong>XIII</strong> – <strong>NN</strong>. 67/68 MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 200929

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