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Arcipelago Itaca 7

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Giovanni Giudici<br />

Giovanni Giudici è stato poeta, prosatore, saggista, traduttore e giornalista. Letterato, insomma, a “tutto tondo”, personalità intellettuale<br />

davvero particolare che si è concretamente palesata anche attraverso l’impegno lavorativo svolto per decenni all’interno della Olivetti (tra<br />

Ivrea, Torino e Milano e sempre occupandosi di comunicazione). Probabilmente esaustiva della sua esperienza di uomo (e, aggiungeremmo, di<br />

“uomo di lettere”) è la breve definizione che di lui viene data nel risvolto di copertina del libro Da una soglia infinita. Prove e poesie 1983-2002<br />

[Grafiche Fioroni, Casette d’Ete (AP), 2004]: «In ogni ambito, Giudici ha portato il suo raro stigma di civiltà, come se l’impegno della vita<br />

trovasse il suo giusto nella parola e l’amore della propria lingua ne contenesse la salvezza…».<br />

Si propone, a seguire e introdotta dalla quasi totalità di una bella ed appassionata nota di Goffredo Fofi, una scelta di testi da La vita in<br />

versi, il libro che - uscito da Mondadori nel 1965 - impose definitivamente Giudici all’attenzione dei critici e dei lettori, e dal già citato, e poco<br />

noto ai più, Da una soglia infinita. Prove e poesie 1983-2002, il volume che ha preceduto il silenzio degli ultimi anni della sua vita e che ci<br />

dona una produzione in versi, in prosa e nel campo della traduzione parallela a quella ufficiale e fino a quel momento in buona parte inedita.<br />

Si tratta di una selezione che è sì polarizzata su due estremi temporali distanti tra loro, ma che appaiono come di assoluto rilievo nella vicenda<br />

artistica del poeta de Le Grazie. D’altronde, non si può non testimoniare - qui - anche tutta l’oggettiva difficoltà nel dar conto in maniera<br />

completa, in un qualsiasi spazio che non sia un’antologia appositamente pensata, di un’opera così vasta come quella che Giudici ci ha lasciato.<br />

A guidarci nella redazione delle pagine successive è stato comunque, in primis, il grande desiderio di voler dedicare un sentito omaggio a<br />

quell’autore che, forse più originalmente di altri nel novecento italiano, ha saputo avvicinare la poesia al quotidiano “atto” del vivere.<br />

Giovanni Giudici

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