Arcipelago Itaca 7

VETRINA
Il talento
della
malattia
di
Alessandro
Moscè
29
[…]
A scuola ero muto, disinteressato. Non credevo alle preghiere, non avevo religioni, se non quella che mi
riconduceva a un assillo personale. Se Dio c’era, perché non si poteva vedere? Perché non veniva a trovarci in
classe? Lo chiesi ad Angelo, il primo della classe.
- Dio c’è e non si vede perché sta in alto, troppo in alto per noi.
- Ma è sospeso?
- Sì, perché vola, perché guarda tutti da lassù e scende solo qualche volta. A Natale e a Pasqua.
- E a Natale e a Pasqua chi lo vede?
- Non lo so, ma qualcuno lo ha visto, perché nei dipinti della chiese è raffigurato. Ha la barba bianca, ma
senza bastone. Mio nonno lo sognava, ma anche lui non l’ha mai visto.
- E Gesù?
- Gesù è il figlio di Dio, ma è morto giovane. Siede alla destra del padre.
- Con la Madonna?
- No, con lo Spirito Santo.
- E chi è lo Spirito Santo?
- Questo non l’ho capito. Ma secondo me non lo sa neanche suor Melania. Non tutto si può sapere.
- Sarà…
- Non diciamo nulla, altrimenti la suora si arrabbia. Questi discorsi li fanno solo i grandi.
- Ma perché restare muti come pesci?
Un giorno mi decisi a chiederlo appena finita la ricreazione. Alzai la mano e presi la parola tra lo sgomento
della classe.
- Suora, io mi chiedo perché Dio non si fa mai vedere. Vorrei una spiegazione, se possibile.
Suor Melania prima arrossì, dentro quel viso tondo e liscio, poi disse con tono dolce ma deciso, che non si
poteva credere solo alle cose che si vedono.
- Ma Dio fa anche le magie? insistetti.
- Non fa alcuna magia.