Arcipelago Itaca 7

SOLO INEDITI
Da
Tutto
il tempo
di Giovanni
Commare
190
«Sai come finiscono queste ribellioni giovanili? Si torna alla casa borghese. Intanto però puoi sperimentare
chi sei, oltre il tuo animo scisso, oltre la mente fine. Qualcosa di buono può venirne fuori».
Letizia si avvicina e mi bacia. L’aspettavo. Il ragno che tesse la tela, sono io o è lei?
La mattina lo scirocco è cessato e ci sorprende una luce nitida che esalta le miserie e le bellezze delle case
e della natura, quella selvaggia delle montagne verdastre alle nostre spalle, quella ordinata e strapazzata dei
giardini urbani. Mentre facciamo colazione nella terrazza dei gelsomini da dove si vede il porto e il mare
schiumoso in lontananza, Letizia tira fuori il suo lato solare. Mi racconta la sua adolescenza a Linguaglossa, le
escursioni sull’Etna. Senza trucco, è una ragazza dallo sguardo tenero e curioso; gli occhi scuri, il portamento
severo le danno un che di altezzoso, come ho visto nelle donne beduine.
«Non credere davvero che io sia una morticina» dice. «Sono una ragazza che sa camminare sulle
montagne e anche affacciarsi sulla bocca del vulcano.».
«Ci credo, ci credo.»
«So anche fare la pasta e i dolci.»
«Vedo, e mangi con gusto.»
«Io cerco il piacere.»
«Non sai quanto sia felice di vedere dissolversi la maschera della donna dannata.»
Letizia allora si alza, viene dietro le mie spalle e mi sussurra, «Io saprei fare felice un uomo.»
«Non ne dubito. Sposerai un proprietario e farai tanti figli.»
Si dovrebbe essere contenti di una giornata fatta d'incontri casuali, una giornata in cui i destini
s'incrociano nelle strade del mondo senza alcuna ragione. Donde la felicità. Benché non tutti gli incontri siano
felici.
Mi lascio portare, mi lascio guidare dalle presenze femminili. A volte ho l’impressione di essermi perso e di
non avere altra speranza di salvezza che le donne, come se loro ne avessero la chiave. Mi abbandono ai loro
discorsi, ai loro sguardi, alle carezze come all’unica cosa che conti davvero. Nel disincanto, è l’unica vera
felicità che mi è rimasta, o forse la speranza della felicità. Franco dice che sono un maniaco sessuale represso,