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Arcipelago Itaca 7

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Piccola antologia della critica<br />

fuori. Sta a me decidere se scansarmi oppure no.<br />

Elio Grasso, Nota a Il diritto di essere opachi, in “Pulp”, novembre-dicembre 2010<br />

* * *<br />

Il diritto di essere opachi di Marco Ercolani racchiude in diciannove componimenti, articolati in due sezioni, trent’anni di attività poetica dello<br />

scrittore ligure. Ercolani arriva negli anni della piena maturità a questo primo convincente libro di versi. Ed è un caso singolare perché molte di<br />

queste poesie, già apparse in importanti riviste fin dall’inizio degli anni Ottanta, lasciavano presagire, per la qualità dei contenuti e per gli<br />

assetti prosodici, la pubblicazione di un’imminente silloge. Del resto è un caso singolare l’intera vicenda artistica di questo scrittore che,<br />

ignorato dai centri di consenso della critica, ha dato alle stampe un’opera imponente e sfaccettata in multiformi modalità di scrittura ma fitta di<br />

plurime connessioni intertestuali e intratestuali. Una scrittura debordante, spesso scomoda da affrontare…<br />

Francesco Maccio, Nota a Il diritto di essere opachi in Punto - Almanacco della poesia italiana, 1, 2011<br />

* * *<br />

Ben consapevole che la vita e la poesia costituiscono una sorta di doppio ossimoro, ad un tempo reciproco, interdipendente e specifico, Marco<br />

Ercolani manifesta - attraverso la metafora centrale della Sentinella - la necessità dell’una in rapporto all’altra (le riunisce l’atto primario del<br />

respiro), per un’alternanza tanto paradossale quanto nutriente di “vertigine e misura”, a ricordare il titolo del suo bel libro di “appunti”<br />

(«Appunti non come confessioni ma come cosmografie») sulla poesia contemporanea pubblicato per La Vita Felice nell’estate del 2008. E se<br />

questa Sentinella è il pendant creativo del lavoro saggistico, risulta subito evidente un presupposto fondativo per l’autore genovese: non ha da<br />

sussistere barriera tra ragionamento e invenzione, pensiero e pathos, così come tutte fallaci sono le frontiere, peraltro assai sedimentate entro<br />

un’idea diffusa ma solo passiva di tradizione, tra prosa e testo versificato, suono e immagine, espressione e teoria, oralità e scrittura.<br />

Parafrasando infatti uno dei momenti più cospicui del libro, dev’essere subito chiaro al lettore che il poeta vive di una sua “fantasia acustica”, il<br />

cui motore primo coincide sì con una condizione di estasi, ma che nondimeno si motiva nel rovello di un’inesausta tensione critica.<br />

La finzione suprema cui ambisce l’atto stesso di scrittura prodotto da Ercolani è un realismo radicale (tant’è che vi risuona perfettamente<br />

plausibile l’apoftegma ancora a fondamento ossimorico «Vivere in uno stato di finzione reale»), da riconoscere per esempio in un archetipo<br />

come Il capolavoro sconosciuto di Balzac: e dunque la Sentinella eponima è definita quale corpo in azione davanti a un foglio bianco sul quale<br />

trascorre la luce - una luce di evidente sostanza metafisica, alla Caravaggio - nella sua polarità compiuta, tra pienezza abbagliante e buio<br />

integrale. Su questo foglio, così, potrà compiersi l’atto a suo modo sacralmente (ma - si badi - non orficamente) conoscitivo della Scrittura, con<br />

echi evidenti di una cultura francese tardosecolare che riattualizza i nomi obbligati di Derrida e di Deleuze attraverso un’eco penetrante<br />

dell’esperienza inventiva di Char e - in particolare - di Jabès. Appartiene all’autore franco-egiziano, infatti, l’idea viva di un Libro che non è mero<br />

tramite di idee o di parole, tese a proiettare il lettore in un ipotetico mondo “fuori”, ma che è in sé - nella sua stessa materialità in fieri, in<br />

duello e dialogo continui con la morte - spazio vitale e atto dialogico.<br />

Ambizione di questa opera invero assai originale è di avvicinare fino a sovrapporli i domini della poesia e della filosofia (intesa non come facoltà<br />

astrattiva o teoretica, bensì come competenza storico-antropologica del genere umano), con un cortocircuito di verità e di invenzione che svela<br />

presto la sua natura sapienziale… […]<br />

Alberto Bertoni, Resistere nella parola, nota critica in Sentinella, 2011<br />

Marco<br />

Ercolani<br />

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