Arcipelago Itaca 7
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Da Il diritto di essere opachi, 2010<br />
Marco<br />
Ercolani<br />
64<br />
Is Arutas<br />
Sempre, dopo che gli uccelli hanno cantato,<br />
arriva una notte incomprensibile,<br />
il buio come un incubo,<br />
e ti sorprendi a pensare la luce<br />
nelle ali che pulsano immobili -<br />
sonno senza cielo, perfetta assenza di sole.<br />
Poi ti addormenti.<br />
Saprai domani se le geometrie del pianeta<br />
resisteranno a un’altra notte.<br />
Dentro le cose sparite<br />
la notte scolpisce di nuovo i profili<br />
che rinasceranno.<br />
Rosso e oro. Rocce.<br />
Soffio presente di vita.<br />
Sottoterra, il fiato.<br />
Incantesimi deviati, inattesi.<br />
Is Arutas.<br />
Roccia a testa di lupo.<br />
Troppa, troppa luce. Non scrivo. Nessuna carta<br />
tratterrebbe le parole.<br />
Scie d’acqua sulla pietra.<br />
Lingua per muti.<br />
Non leggo. Aspetto la notte.<br />
Lascio che la luce scorra sui vetri<br />
in quel modo silenzioso e immortale<br />
che, una volta morti,<br />
piangeremmo. Lascio che la luce<br />
scorra. Vorrei accennare che. Ma le parole,<br />
sempre più opache, restano nelle dita<br />
come unghie staccate.<br />
Nella sua nuca, inverno dopo estate,<br />
la lunghezza degli sguardi, giorno dopo notte.<br />
L’infinito lo guardiamo<br />
dentro la sua testa come in uno specchio<br />
ma le cose restano troppo grandi<br />
molti guardiani non conoscono la casa<br />
e sanno tutto del buio,<br />
del mondo che cola via - acqua<br />
senza cose, strappata dal sisma.<br />
La sillaba di un vento solleva l’erba<br />
come secoli fa, quando respiravano<br />
tra questi fili verdi, sotto fortezze ora dissolte,<br />
uomini che mi assomigliavano.<br />
Il penultimo sole<br />
torna lentamente alla terra<br />
per difenderla dalle notti future<br />
racconta l’opera del respiro nel sonno<br />
che alla pelle riporta una giovinezza<br />
dove le dita si reimparano dita,<br />
nuove nel buio.<br />
L’uomo che fingo di essere<br />
accennando con la lingua parole<br />
sono io<br />
chiamatemi per nome<br />
Non serve la scrittura<br />
che ogni giorno ascolti.<br />
Diari, schegge, balbettii,