Arcipelago Itaca 7
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Piccola antologia della critica<br />
parla della sua intenzione di andare in Grecia per partecipare ad uno strano rito, egli si limita a prestargli ascolto: «Alla fine andasti via dalla<br />
caserma senza far nulla, senza ordinare ricoveri, senza prescrivere pillole, senza praticare punture, come un ospite esce dalla casa in cui è stato<br />
accolto» [19].<br />
Assai più frequente, però, è il contatto con un dolore che ha poco di poetico. Il libro ce ne offre immagini brevi ma incisive: una donna parla di<br />
suo figlio che in realtà non è mai nato, un’altra si lamenta dicendo di sentirsi il corpo pieno di morti, un vecchio va in giro trascinando valigie e<br />
borse che riempie con tutti i libri e giornali che riesce a trovare, un alcolista chiede farfugliando di essere ricoverato, due donne inebetite<br />
vivono in una casa entro cui la sporcizia si accumula da anni. Ricordare, anche solo per accenni, la storia di queste persone, può essere un modo<br />
per farle uscire dal buio, per rendere meno inutile e invisibile il dolore che provano, e tuttavia lo scrittore avverte la stortura, non evitabile,<br />
implicita in questo modo di operare: «Vivi all’ombra della malattie che gli altri ti riferiscono. Ogni sintomo descritto è un racconto possibile. Ma,<br />
se tu sai trasformarlo in racconto, chi lo soffre saprà farlo?» [20]. Il problema resta quello che Celan ha condensato in tre memorabili versi:<br />
«Nessuno / testimonia per il / testimone» [21]. […]<br />
Giuseppe Zuccarino, da In compagnia del demone, 2002<br />
* * *<br />
[…] Taala, la città perfetta poiché sognata: città dell’utopia, alla lettera, del nessun luogo, e città ugualmente celeste e infernale […] Ma Taala è<br />
un corpo sgusciante: è città ingannatrice, città dei desideri e delle lori immagini allo specchio. Ercolani […] ha dato forma al regno del’illusione,<br />
dei tanti incanti del desiderio, dell’inganno dei sensi e delle aspettative tradite […] Città comunque memorabile, Taala, dal momento che<br />
esclusivamente affidata alla memoria, al cuore (par coeur se pure sotto orma letteraria, la sta raccontando […]<br />
D’altra parte Taala è ricreata nella mente come una città indefinibile dai contorni geografici, ma comunque fortemente connotata da elementi<br />
d’ambiente mesopotamico. E proprio nelle culture della Mesopotamia sembra abbia prevalso la forza del segno invocativo rispetto alla langue,<br />
al linguaggio come sistema […].<br />
Da un punto di vita compositivo, il talento di Ercolani si dispiega qui, in Taala, nell’arte dell’accumulazione, della ripetizione sottilmente mossa<br />
di un tema obbligato. Ripetizione che è anche ripresa, ripetizione che dice altro, e che soprattutto lascia emergere il tema dell’Altro, di<br />
quell’alterità che è elemento irriducibile di ogni vera scrittura. Scrittura consapevole. Come una tessitura di ragno che prende forma e procede<br />
grazie a continue variazioni, di prospettiva o di sguardi, o a cambiamenti di ritmo interno, narrativo. E il ritmo è serrato, incalzante.<br />
Ogni immagine si impone, acquista subito evidenza, per poi demonicamente dileguare. Non si può fare a meno di pensare alle variazioni<br />
(trenta? trentuno?) di un tema musicale a quelle Variazioni Goldberg, ad esempio, di cui Marco Ercolani è assiduo ascoltatore. Con una<br />
differenza. Che qui, nel romanzo, l’aria iniziale, quella da cui tutto origina, da’ l’impressione di non avere mai raggiunto lo stato di vera<br />
partitura. Come se tutti gli interpreti l’avessero imparata a memoria, ciascuno a modo suo. E ora ne ripetessero solo le risonanze. O come non<br />
pensare, allo stesso modo, a trenta visioni - immagini allucinate della stessa macchia, tutte vorticanti attorno alla stessa pagina bianca. Questa<br />
idea di pagina bianca viene suggerita dal vuoto di quell’involucro, di quella trama di segni che compone il ricordo della città di Taala. Segni<br />
subito dissolti dal vento e dalla sabbia […]<br />
Dario Capello, da Il pulviscolo ballerino dell’esistere, nota su Taala, in “La clessidra”, n. 2, 2004<br />
Marco<br />
Ercolani<br />
[19] Il demone<br />
accanto, cit., p. 128.<br />
[20] Il demone<br />
accanto, cit., p. 127.<br />
[21] Paul Celan,<br />
Aureola di cenere, in<br />
Svolta del respiro, in<br />
Poesie, tr. it. Milano,<br />
Mondadori, 1998, p.<br />
625.<br />
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