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Arcipelago Itaca 7

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Da Il diritto di essere opachi, 2010<br />

Marco<br />

Ercolani<br />

63<br />

Gerico<br />

Da Gerico non si fugge mai<br />

perché intorno alle case cresce l'insidia dell'aria:<br />

una città fluida, oscura,<br />

dove i nomi delle strade sono segreti<br />

dove, se respiriamo,<br />

un uomo sarà ucciso mentre cammina nella nebbia.<br />

I nostri passi, cercando la terra, trovano il vento.<br />

Io socchiudo gli occhi, stanco di vedere<br />

pietre.<br />

Stringo un bicchiere vuoto<br />

e ascolto le voci dei ragazzi<br />

per non credere che l'uomo<br />

è un disegno staccato dal muro.<br />

Davanti alle porte di Gerico<br />

mani estranee lasciano il cibo.<br />

È buio. Rompendo il pane<br />

mangiamo lentamente, prigionieri di una rete.<br />

Sono ripide le fontane<br />

a cui vorremmo bere, vacillano<br />

le pietre su cui cadde la pioggia.<br />

Chiusi cancelli e giardini<br />

la mia mano trascrive il colore degli aranci.<br />

Ma il foglio è stretto, coperto<br />

da parole notturne.<br />

La luce muore, nella carta,<br />

come sulle mie dita, scomparsi gli amici,<br />

cade l'ombra dei rami.<br />

Quando anche io partirò nascerà il dubbio:<br />

saremo ricordati uomini o pietre?<br />

Ma una sentinella, tradita dal sonno,<br />

non vede quel cerchio di fumo<br />

dove, senza essere cavalcati,<br />

galoppano i puledri.<br />

Io sollevo il palo dalla porta<br />

perché i cavalli entrino a Gerico.<br />

Stanco di proteggere delle statue<br />

osserverò gli zoccoli polverosi<br />

rompere con un rumore cupo spalle di pietra.<br />

La fessura nell’idolo<br />

Qualcosa scivola in una materia senza futuro.<br />

Non precisare. Non disporre. Non sapere.<br />

Aspetta sotto la curva del cielo.<br />

Prometti sostanza alle cose.<br />

All’orizzonte quella nebbia, con la forma di noi.<br />

Le mani, meno forti, non trattengono<br />

il peso dell’acqua. L’anfora rotta,<br />

nessuno racconta come si sfracellò lentamente<br />

sui lunghissimi gradini, fra esseri<br />

senza nome e profilo.<br />

Le mani, meno forti,<br />

non sentono l’acqua che scivola via.<br />

Qualcosa dissolve la pietra. Inventa incubi, fiumi.<br />

La testa non appartiene più al corpo, né il corpo alla terra.<br />

Ora dovrai difenderti e dire […]

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