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Arcipelago Itaca 7

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VETRINA<br />

Il talento<br />

della<br />

malattia<br />

di<br />

Alessandro<br />

Moscè<br />

35<br />

- Vado, io vado. Time out.<br />

Più di ogni altro mi colpì Sergio, un quindicenne siciliano, di Catania. Aveva dolori persistenti a un’anca. La<br />

tumefazione si era allargata fino alla coscia. La sua gamba gonfia sembrava quella di un lanciatore di<br />

giavellotto. Ma non erano muscoli i suoi, bensì una metastasi che gonfiava l’arto. Sergio era bruciato dalla<br />

febbre. La gamba spesso si scuriva, gli dava prurito. Quando il dolore si acutizzava, stringeva i pugni e<br />

imprecava.<br />

[…]<br />

Ricordo quell’ammasso di carne e ossa sotto il lenzuolo. Sergio giaceva inerte. Ancora la morte in faccia,<br />

dopo quella dell’anziano all’ospedale di Ancona. Ma questa era più vicina, era già arrivata. La morte si faceva<br />

vedere una seconda volta, senza pietà. Sergio dormiva, non si era accorto, non aveva sentito nulla. Ho<br />

respirato la sua morte mentre riposava. Quel lenzuolo sulla testa copriva tutto, ma non toglieva niente. Mi<br />

girai ed ero lì, attonito. Sergio non imprecava più. I suoi piedi sporgevano come una vetta e le sue mani<br />

uscivano dalla sponda del letto. Arrivò un medico, misero un telone sopra un trabiccolo. Sergio era stato<br />

separato dalla madre, dal mondo.<br />

[…]

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