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Arcipelago Itaca 7

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SOLO INEDITI<br />

Da<br />

Tutto<br />

il tempo<br />

di Giovanni<br />

Commare<br />

185<br />

fatta di vibrazioni mai udite, una bellezza assoluta che mi s’incide nella mente. A questa seccatrice che mi sta<br />

appiccicata e non mi molla domando se la conosce. «È Sara,» dice «mia figlia». Non occorre che domandi<br />

altro o l’incoraggi a parlarmene, perché la sua chiacchiera è inarrestabile. Ma ora sono ben disposto ad<br />

ascoltarla. Mi dice che Sara non voleva leggere, che è un brutto periodo per lei, che sta male. «Si sente<br />

troppo coinvolta, ha perso il marito». Tutto ciò lo dice senza compassione, con un distacco totale come si<br />

trattasse di un capriccio della figlia. Questo sguardo freddo su ciò che appartiene al passato di Sara mi<br />

contagia, neanch’io ho interesse per altro che non sia dentro il presente cono di luce da cui proviene la voce<br />

che m’incanta. Sara si è alzata dal tavolo e io non la perdo d’occhio. Non è più ripiegata su se stessa. Ha una<br />

figura bella, chiusa nel suo nero. Va verso la porta ed è tutto un entrare e uscire dalla sala, come aspettasse<br />

qualcuno.<br />

Col pretesto di salutare un amico, riesco a liberarmi della madre, e raggiungo Sara che si è fermata a<br />

fumare sulla soglia.<br />

«Tua madre m'ha detto che non volevi leggere. »<br />

«M'hanno avvertita solo due giorni fa, non c'era tempo di provare.»<br />

«La tua lettura è stata emozionante.»<br />

«Grazie.»<br />

«Brava come sei, non c’era motivo che avessi timore a leggere per un pubblico come questo.»<br />

«Devo dire che ho una certa soggezione verso questi intellettuali.»<br />

«Intellettuali? Mi sembra un’esagerazione.»<br />

È inquieta, Sara. Interrompe la conversazione scusandosi e s'allontana in cerca di qualcosa. La seguo con<br />

gli occhi finché non svolta l'angolo. La sento, sta parlando con qualcuno. Ora lo so, sono sedotto dalla sua<br />

voce.<br />

Torna mentre dal ristorante portano i vassoi per il buffet. Per la gioia di me impaziente che la sto<br />

aspettando, Sara si ferma. Finalmente si toglie gli occhiali. È bella. Occhi castani, scuri, brillanti. Pelle<br />

luminosa sotto i capelli neri. Muovendosi attorno alla tavola imbandita ora è lei a guardarmi e a sorridere.<br />

Disegno perfetto delle labbra nel viso armonioso. E ad attaccare discorso per dirmi che ama la Sicilia e i<br />

siciliani, che nell'isola si è davvero riconosciuta, che, nonostante ne stia spesso lontana, qui resta la radice dei<br />

suoi sentimenti. La voce mi incanta. Sara mi versa da bere, mi viene vicino, parlando mi prende le mani.

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