21.05.2013 Views

Arcipelago Itaca 7

Arcipelago Itaca 7

Arcipelago Itaca 7

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Su Par senza gnént e La chèrta da zugh<br />

nostra lingua [il dialetto] è oggi praticamente sconosciuta, o è stata rimossa, dalle giovani generazioni. Ritengo che tu sia cresciuta in ambiente<br />

dialettofono… Non mi convincono gli autori che disinvoltamente scrivono in italiano e in dialetto: non ne comprendo le motivazioni». Come<br />

dire che per scrivere “vera“ poesia dialettale, il dialetto bisogna averlo nel sangue, esserci nati, farne direttamente parte, trasferire in esso, per<br />

immediata necessità, pensieri e parole. […]<br />

Il dialetto santarcangiolese, e di radice rurale, […] forse spiega [ancora] il mistero della poesia di Annalisa, il cui ambito essenziale si lascia<br />

facilmente identificare in un perimetro che comprende centralmente “la chèsa”, luogo verticale degli affetti e del tempo, dei vivi e dei morti,<br />

delle presenze e delle ombre, dell’infanzia e della conoscenza […].<br />

Intorno, s’intende, un paese d’alberi e di viali, di stagioni e di giorni […]. Un paese che è mondo, ininterrotta chiacchiera di uccelli e di gente,<br />

pagina del tempo […]. […] La poesia di Annalisa: il senso angusto e povero del paese, di un’esistenza collettiva che condivide un che di<br />

rassegnato, di stanco e triste. Senza alcun abbandono descrittivo, comunque, né corrivamente realistico. Sempre, invece, un cogliere, per rapidi<br />

segni, i brividi e i presentimenti della vita; per tagli analogici […].<br />

Nel primo libro il suo battito si confondeva in qualche modo col ritmo collettivo della vita delle Contrade, si accomunava a quello della gente, vi<br />

si nascondeva, quasi. Il cuore intimo, intendo, la singolarità del sentire. Ma in questo secondo libro, per il tramite del ricordo o del sogno, sono i<br />

“moti del cuore” a farsi sentire , i suoi soprassalti, i suoi trasalimenti, i suoi presentimenti; come un tema sottostante e discreto, ma pur sempre<br />

assunto a misura delle cose vissute, a sentimento profondo dell’esistenza. […]<br />

Andrea Brigliadori, dalla presentazione a La chèrta da zugh<br />

* * *<br />

È … riuscita a descrivere in maniera “vissuta” i luoghi, le emozioni, le povertà materiali, le fatiche di lavori ingrati, gli inverni lunghi al buio delle<br />

quattro mura di casa, le piccole gioie dell’infanzia …, la strada …, l’attesa della neve; e il tutto in una lingua non inquinata, ma nella più pura<br />

tradizione della grande scuola dialettale santarcangiolese.<br />

C’è una vena di malinconia che sottende il libro, ma come addolcita dal riconoscimento di un’appartenenza ad un luogo e alla tradizione di un<br />

popolo. Tutto si articola attorno ad una casa fra le poche case del paese, quella strada, la madre, il nonno, la scuola, i giochi d’infanzia, ma i<br />

desideri, le timidezze, i piccoli grandi pensieri sono gli stessi di tutti gli uomini; è cioè presente un respiro che oltrepassa quel piccolo perimetro.<br />

[…]<br />

Franco Casadei, in “Il parlar franco”, anno IV, n.4 2004<br />

* * *<br />

[…] Diciamo subito che la poesia della Teodorani […] presta la sua voce alla chiusa esistenza di una comunità di provincia con un’adesione docile<br />

e persino rassegnata, ma con un’attenzione pronta a coglierne le asimmetrie, i cedimenti, le contraddizioni, i cambiamenti in atto tra un<br />

microcosmo fermo ai suoi secolari costumi ed una civiltà aggressiva ed omologante che ne sta via via cancellando le peculiarità sociali e<br />

culturali. Sempre attenta agli eventi della quotidianità nella loro molecolare scansione, La Teodorani esprime una radicale e radicata fedeltà ad<br />

un sistema di vita improntato alla semplicità, dettato dai sentimenti ed ubbidiente a se stesso, nei termini di un linguaggio coerente nei suoi<br />

stilemi con un contesto culturale consolidato, refrattario a contaminazioni neologistiche ed a forzature sintattiche.<br />

Sotto tale aspetto, la sua poesia si offre esplicitamente come una elegia sulla fugacità del tempo e sulla precarietà dell’esistenza, a cui<br />

contrappone la solidità del linguaggio dialettale, inteso come elemento di rigenerazione e di reintegrazione sociale. Da qui la compattezza del<br />

suo stile<br />

Annalisa<br />

Teodorani<br />

166

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!