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- 102 -<br />

acconcio un'allra osservazione a favore dell' opinione die i<br />

campi di Roncaglia ove s' aprivano le diete fossero quelli non<br />

lungi dalla Soinaglia , mcntre a quel tempi in cui sui fiumi<br />

non erano stabiliti dei ponti pel comodo passaggio dall'una al-<br />

I'altra sponda (I) e le vie erano disastrose , non era possibile<br />

che Timperatore Federico seguito da tutto I'esercito, dalla sua<br />

corte , dai prelati, dai principi e feudatari di Germania e d' Italia,<br />

potesse, partendo da S. Vito la mattina del 30 Novembre,<br />

giungere al Po , attraversarlo , e nello stesso giorno aprire la<br />

dieta in Roncaglia Piacentina , quando simili ostacoli non esistevano<br />

certamente nel cammino piii breve alia Roncaglia<br />

nostra.<br />

Gia da qualche tempo esisteva una controversia fra i moi<br />

naci di S. Sisto di Piacenza padroni pella ragione del feudo d-<br />

Castelnuovo bocca d'Adda, e Lanfranco Cassino ultimo vescovo<br />

di Lodivecchio e primo di Lodi nuovo a motivo del juspatroj<br />

nato sulla chiesa di quel castello; per la qual cosa I'anno 1155<br />

11 vescovo Lanfranco e Reraldo abate di S. Sisto vennero ad un<br />

concordato, pel quale I'elezione del pievano di S. Michele di<br />

Castelnuovo e il diretto dominio negli affari temporali di essa<br />

chiesa rimase all' abate di S. Sisto, ed al vescovo I'esame e<br />

I'istituzione del pievano o rettore, la sopraintendenza nelle cose<br />

spirituali e molte ragioni di decime. Questa convenzione venne<br />

poscia confermata nello stess' anno da una bolla di Papa<br />

Adriano IV.° citata in proposito dai Campi (2). I beni del monastero<br />

di S. Sisto vennero poscia in quest' anno, e non nel<br />

1156 , come scrisse il Monti , nuovamente confermati , con diploma<br />

di Federico Barbarossa datato da ]\Iodena, e da lui ricevuti<br />

sotto la real protezione , e fra i quali si nomina: « Castrum<br />

novum cum Ecclesia S. Michaclis. »<br />

Noi vedemmo che il vescovo di Lodi molestato dalle continue<br />

usurpazioni che si facevano dei beni della sua Mcnsa<br />

penso nel 1140 secondo alcuni, e second' altri nel 1142, di concederli<br />

per 8 anni in usufrutto ad Uberto de' Casetti, mediante<br />

lo sborso di Lire 300 di nuova moneta milanese. Fra questi<br />

beni facevasi cenno della corte di Codogno usurpata da un Arialdo<br />

de' Goldaniga. Finite il tempo nel quale Uberto de' Casetti<br />

godeva 1' usufrutto, nuove liti avvennero a cagione del possedimento<br />

di Codogno; per lo che il Vescovo Lanfranco Cassino<br />

obbligo gli abitanti di quel paese nel 1156 a promettergli fedelta<br />

ed obbedienza , ed a sottostare al peso d' ogni diritto e<br />

regalie che pella ragione del feudo gli competevano. Infatti il Lodi<br />

(3) ne' termini seguenti cosi precisa la fatta sommissione: «Lc-<br />

(1) Glusta il Poggiali t. 4 e le Croniche Placcnline, fa eolo neiranno IICO<br />

die i Consoli di Piacenza fecero fare uii ponte sul fiume Po.<br />

(2) Can. Pier Maria Campi: Ilistoria ccclesiastica di Piacenza, [. 2; Pog-<br />

giali: Memorie Storirhe di Piacenza, U 4; Lorenzo Monti: Memorie Sloriche<br />

del Dislrello di Codogno, p. 2.<br />

(3) Def. Lodi: Calalogo dei Vescovi Lodigiani, manoscrillo.

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