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acconcio un'allra osservazione a favore dell' opinione die i<br />
campi di Roncaglia ove s' aprivano le diete fossero quelli non<br />
lungi dalla Soinaglia , mcntre a quel tempi in cui sui fiumi<br />
non erano stabiliti dei ponti pel comodo passaggio dall'una al-<br />
I'altra sponda (I) e le vie erano disastrose , non era possibile<br />
che Timperatore Federico seguito da tutto I'esercito, dalla sua<br />
corte , dai prelati, dai principi e feudatari di Germania e d' Italia,<br />
potesse, partendo da S. Vito la mattina del 30 Novembre,<br />
giungere al Po , attraversarlo , e nello stesso giorno aprire la<br />
dieta in Roncaglia Piacentina , quando simili ostacoli non esistevano<br />
certamente nel cammino piii breve alia Roncaglia<br />
nostra.<br />
Gia da qualche tempo esisteva una controversia fra i moi<br />
naci di S. Sisto di Piacenza padroni pella ragione del feudo d-<br />
Castelnuovo bocca d'Adda, e Lanfranco Cassino ultimo vescovo<br />
di Lodivecchio e primo di Lodi nuovo a motivo del juspatroj<br />
nato sulla chiesa di quel castello; per la qual cosa I'anno 1155<br />
11 vescovo Lanfranco e Reraldo abate di S. Sisto vennero ad un<br />
concordato, pel quale I'elezione del pievano di S. Michele di<br />
Castelnuovo e il diretto dominio negli affari temporali di essa<br />
chiesa rimase all' abate di S. Sisto, ed al vescovo I'esame e<br />
I'istituzione del pievano o rettore, la sopraintendenza nelle cose<br />
spirituali e molte ragioni di decime. Questa convenzione venne<br />
poscia confermata nello stess' anno da una bolla di Papa<br />
Adriano IV.° citata in proposito dai Campi (2). I beni del monastero<br />
di S. Sisto vennero poscia in quest' anno, e non nel<br />
1156 , come scrisse il Monti , nuovamente confermati , con diploma<br />
di Federico Barbarossa datato da ]\Iodena, e da lui ricevuti<br />
sotto la real protezione , e fra i quali si nomina: « Castrum<br />
novum cum Ecclesia S. Michaclis. »<br />
Noi vedemmo che il vescovo di Lodi molestato dalle continue<br />
usurpazioni che si facevano dei beni della sua Mcnsa<br />
penso nel 1140 secondo alcuni, e second' altri nel 1142, di concederli<br />
per 8 anni in usufrutto ad Uberto de' Casetti, mediante<br />
lo sborso di Lire 300 di nuova moneta milanese. Fra questi<br />
beni facevasi cenno della corte di Codogno usurpata da un Arialdo<br />
de' Goldaniga. Finite il tempo nel quale Uberto de' Casetti<br />
godeva 1' usufrutto, nuove liti avvennero a cagione del possedimento<br />
di Codogno; per lo che il Vescovo Lanfranco Cassino<br />
obbligo gli abitanti di quel paese nel 1156 a promettergli fedelta<br />
ed obbedienza , ed a sottostare al peso d' ogni diritto e<br />
regalie che pella ragione del feudo gli competevano. Infatti il Lodi<br />
(3) ne' termini seguenti cosi precisa la fatta sommissione: «Lc-<br />
(1) Glusta il Poggiali t. 4 e le Croniche Placcnline, fa eolo neiranno IICO<br />
die i Consoli di Piacenza fecero fare uii ponte sul fiume Po.<br />
(2) Can. Pier Maria Campi: Ilistoria ccclesiastica di Piacenza, [. 2; Pog-<br />
giali: Memorie Storirhe di Piacenza, U 4; Lorenzo Monti: Memorie Sloriche<br />
del Dislrello di Codogno, p. 2.<br />
(3) Def. Lodi: Calalogo dei Vescovi Lodigiani, manoscrillo.