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- I'/ll<br />

A quest'epoca i Padri Benedeltini del Monastfiro di S. Stefano<br />

al Corno, trascurando la loro disciplina, e vivendo senza<br />

costume, papa Gregorio IX avea loro in vario riprese spediti<br />

(lei Msitatori Apostolici onde riconduili sulla retta via, ne avendo<br />

essi riel 1231 voliito assoggettarsi alle riforme ed alia regola<br />

prinrtiva del loro fondatore, il Vescovo di Piacenza e il Pro-<br />

vinciale dei predicatoii di qnella citta, come delegati apostolici,<br />

cacciarono di la i monaci benedettini, e spargendoli per altri<br />

rnonasteri, vi chiamarono ad abitarvi alcuni Padri Cisterceiisi<br />

del Monastero Lodigiano di Cereto (1). Un' eguale disordine<br />

era fra i Benedettini del celebre monastero di S. Vito. II ve-<br />

scovo Uttobello Softientino, che mediante le dona'/ioni fatte<br />

anticamente alia sua mensa dai Conti di Comazzo, avea acqnistato<br />

un maggiore diritto alia sopraintendenza di quel mona-<br />

stero, cito i monaci nel d'238 avanti al suo tribunale, onde si<br />

giustificassero di alcuni delitti che loro venivano attribuiti. 1<br />

monaci che giusta la regola del loro fondatore S. Benedetto<br />

non intendevano di riconoscere altra dipendenza che dai capi<br />

deirOrdine loro, sprezzarono la citazione del vescovo, e rifuitando<br />

di comparire, fuggirono monientineamente a Cremona<br />

ove si elessero un Abate nel 1240, chiedendone poscia al ve-<br />

scovo impudentemente la conferma. Offeso il ve^covo d'una tale<br />

condotta (2) voile che i monaci ad esso rinunciassero il diritto<br />

di eleggere 1' abate, d' lego alia sopraintendenza dei loro beni<br />

Guglielmo del Corno e Pielro Zavaiterio, ai quali poscia I'anno<br />

dopo diede gli stessi beni in aflitto per 1' annuo censo di Lire<br />

dodici (3) sinche dnrava la guerra contro I'lmperatore Federico<br />

IP ed Enzo di lui figlio e di Lire venti (4) in tempo di pace,<br />

e passo inGne a punirli di scomunica, nella quale vedesi fatto<br />

cenno d'un delitto commesso da quel monaci, cioe violeniia,<br />

fi'actuta Domus, et rapina bonorum, et asportatione facta in<br />

Castro Caslioni per Jacobum Carabcllum. Toinarono poscia col<br />

tempo i Monaci di S. Vito a godere della libera amministra-<br />

zione dei loro beni, ma ben presto dissiparono quasi tutto cio<br />

(1) P. Angcio Manriqucz: A»»ali cisterciciisi. - Dofendenle Lodi: Disserlazione<br />

dei Momtslori Lodigiani, Ms.<br />

(2) Gianiballisia Molossi: Ulcmorie d'olcuin finmini illusiri di Lodi, I. !<br />

' P. Francesco Zaccariu: Scr. I'pis. i.audetisi. - Giiilirii Conle Giorgio: Memorie<br />

della cilia c cavipagiia di Mihnw, t, 7. - Funiagalli: helle aniichild Longobardicc.<br />

- Milancsi: Disserlaz. XXXIX, I. 4, - Defeiidente Lodi: DisnerUdei Mo-<br />

naster i Lodigiotii, Ms.<br />

(S) Circa in. I. 1800.<br />

(4) Circa m. I. 3000,<br />

-

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