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Oia verso il rnille Jiccennainino SonQcloj^o cd aggiuiigemmo clie
alia sua cliiosa ili S. Colombaiio era iiiiito a quel tempo un' o-
s|>eilale di pellegrini. Vedendosi aduiiqnc I'atto doiio della cliiesa
di Seuedogo a! nionasleio di S. Viln, convieii credere necessariameiite
clie in seguito auclie I'osiiedale di[iendesse
stero. V e ]»oscia iiominata la corte di Vinzasca col
dal niona-
suo porto
sull'Adila come oggidi , e certamente in allora luogo piii ragguardevole
die non lo e al presente. Quimli Casale Gausale ,
ora Casalpusterlengo , colle sue decinie , niuliiu , folle e le sue
quattro cliiese di S. Salvatore « uUra riudcliia UrcmhioH », dei
Ss. Gervaso e Protaso, di S. Zenone, c di S. Marlino che aveva
il diritto della quarta e delle decime sulla corte di Casale , e
della quarta sulle corti di Monle llilerado , ora Somaglia , Zorlesco
e Vitadone. V e poi nominata la corte suddetta di Monte
Ilderado colle sue decinie e quarte , e le sue cliiese. Vi si fa
cenno eziandio del luogo di Sorlago vicino a S. Fiorano col lago
e il ruscello , die scorre nel fiume Lambro. II lago qui acceiinato
e 1' Oriolo o lago de' Barilli che allagava tutta la pianura
tra Fombio , S. Fiorano, S. Stefano a Guardamiglio .
formato daU'acqua del Lambro, die gli scorreva di
e ch' era
mezzo e
colava in Po non lungi dal Noceto. E quindi nominata la corte
di Camarinco o Camajrago colle sue decime, quarte, onore, distretto
e le chiese; indi il luogo di Ga/ar/a ora Gattera, la meta
della corte di Tilio vicino a Casale colle decime di tutta la
corte, che vedendosi percio nominata subitamente dopo Camajrago
e Gattera , non puo essere che la Cascina de' Passerini.
Cosi oltre il Lambro dono il conte Ilderado al monastero la
corte di Gcrenziaco e la meta della vicina villa di Nauterio
ora Villanterio. No qui ebbe fine la donazionc del sullodato
conte , die ben altre terre gli concesse in dono sui contadi di
Milano, di Bergamo, di Brescia, di Mantova e di Reggio d' Emilia.
Ci raccontano parecchi scrittori come nell'anno i009 (1)
sotto il pontificato di Sergio IV." , la contessa Ansclda di Ghisalba
padrona a quel temjio del castello di Ripalta e delle terre
circonvicine , per consiglio del tedesco Nocherio vescovo di
Lodi, ristorasse unitarnente ai suoi tre figli Lanfranco, Arduino
e Magnifredo la cliiesa di s. Stefano gia eretta dall'imperatore
Ludovico 11°, e di fianco alia medesima nel recinto del castello
v'innalzasse un monastero jiei monaci Benedettini , e che ne
aumentasse le entrate col dono del castello medesimo e della
villa adiacente. A quest' epoca pero la cliiesa di S. Stefano , a
motivo della continua corrosione del 1^, era gia stata rifabbricata
molto jiiu lungi da Ripalta o Cornovecchio , ne era cosi
tanto distante dal luogo ove attualmente si ritrova. 11 vescovo
di Piacenza vantava a questi tempi anch'esso in norne procuratorio
delle ragioni sul luogo stesso di Ripalta , poiche agli 8
(1) Pofjgial : Mem. slor. di I'iarenza, lomo 2. — P. M. Campi : Hist, ecrle^iasl.
di I'lamizii, tutno 1. — Ali-ss. Ciscri: Giiirdino sloriio. — « bynodus
II Laud. » — Difeiideiile Lodi: (jilalngo dei rrscuvi lodigiani. — Manfred!:
Vile dei lescori di Lodi. — Fr. Berj;aniasclii : Cronac/ie dell Abbalia di Sun
aiefiinn, lulli maiioscriiti della Laudonsc.
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