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Intorno a qnesti anni uno scisma aveva turbalo il Pontificato<br />

di Innocenzo 11°. I Padri Benedettini della Congregazione<br />

Cassinese che noi vedemmo al possesso delle Abbazie di San<br />

Stefano al Corno e di S. Vito , e di quelle puranco di Cereto ,<br />

tennero le parti dell'Antipapa Anacleto. Percio 1' anno 1137, a<br />

tempi del vescovo di Lodi Guidone (5), vennero d'ordine d'lnnocenzo<br />

11." cacciati dalle tre abbazie e dalla diocesi Lodigiana.<br />

I tre monasteri e i riccbissimi loro possedimenti furono dati ai<br />

preti in commenda , fincbe S. Bernardo abate di Chiaravalle a<br />

Milano ottenne dallo stesso Pontefice che le tre abbazie fossero<br />

unite in perpetuo a quelle di Milano e concesse ai PP. Cistercensi.<br />

La Mensa Vescovile di Lodi avea sino da questi tempi acquistate<br />

molte ragioni nella corte di Codogno, ragioni ch'ebbero<br />

principio da un cambio d'alcuni beni fatto nell'Ottobre del 1125<br />

dal vescovo Arderico Vignati con un codognese chiamato Arnaldo<br />

de' Foldi (1).<br />

II Vescovo Giovanni il j.° Aprile 1140 rivesti per 8 anni a<br />

titolo di pegno o di usufrutto , di molti beni della sua mensa<br />

Uberto de' Caseldi : Joannes Episcopiis Laudae trigeshnus<br />

quartus sub anno milesimo centesimo quadragesimo, de omnibus<br />

bonis etjuribus Episcopaius in Curtis Colonel, Castiorii, Ronchi,<br />

Livragae , Orii; S. Martini ctMalgagnani, de medietate Sommaripae<br />

(ora Soltarico) et eo quod idem Episcopus habebat in valle<br />

Tillina, et ultra Comune investivit. in causa pignoris Ubertum<br />

de Caseldi ad annuo orto pro prelio librarum trecentum (2).<br />

Lo Zaccaria per altro pone questo contratto sotto li 2 Set*<br />

tembre 1142. La cagione precipua che indusse il vescovo Giovanni<br />

a cedere in usufrutto ad Uberto de' Caseldi tanta parte<br />

de' suoi beni, si furono le continue turbolenze di que' tempi di<br />

guerra civile che agevolarono ad alcuni potenti privati i mezzi<br />

di usurparsi i feudi e le ragioni devolute alia Mensa. Cosi sino<br />

dai tempi del vescovo Arderico Vignati , i fratelli Arderico e<br />

Guerico da Cuzigo aveano tentato d' usurparsi il possedimento<br />

di Castiglione, e appunto verso 1' anno 1140 era signore di Castiglione<br />

un certo Sempretto e soci con alcun'altri di cui e perduto<br />

il nome, s' usurparono il possesso d' Orio e Livraga, ed un Arialdo<br />

da Goldaniga co' suoi compagni aveva tolto alia Mensa<br />

il possedimento di Codogno e di Ronco, della quale ultima terra<br />

bene spesso accennata, non e forse tolta ogni raemoria. Noi abbiamo<br />

nominato un Arialdo de' Goldaniga potente signore di<br />

quel tempo in queste parti, e che fu per qualche anno signore<br />

di Codogno e di Ronco. Si, e questa la piii antica famiglia originaria<br />

di questi luoghi e sin da quel tempo rispettabilissima<br />

per quanto e a mia cognizione, mentre insino dal famoso istro-<br />

(5) Gio. Malleo Manfrcdi : Vile de' Yoscovi Lodigiani, t. 1, Manoscrillo.<br />

(1) Dcf. Lodi: Catalogo dei Vescovi Lodigiani, Manoscrillo; Synodus VII<br />

Landensii; V. Pier Francesco Goldaniga: Manor ie Sloriche di Codogno ;Fviincesco<br />

Zaccaiia; Serie Epis. Laitdensi ; Aless. Ciseri: Vile dei Vescovi diLodi;<br />

Giamb. Molossi : Memorie di alcuni nomini iUustri di Lodi, t. 1,<br />

(2) 300 lire imperiali furebboro al proscnle circa 24000 lire milanesi.

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