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— -rs —<br />

allt? lejij^ji (Viidali, c dati i confMlonli [lor parto dol vpscovo (Jiiidotto<br />

do' Ciizigo capitaiio e Alberto ile' (lavazzi giiidice; e dal<br />

canto dei Trcsseni Alberto doi Tiessoiii capitano e Tnisso dei<br />

Poldoni giiidice (Trovasi la scntetr/a neU'Archiv. Vescov. segnato<br />

757), proiuiiiciaroiio a favoio del voscovo con rinforvento e asseiiso<br />

ilei dotti I'ari , e consenso di 40 curiali remlatati ivi espressainonte<br />

notninati. 1-e ngioiii da esso dedotte eiano fra<br />

I'altre: die qiiesto teudo era splrituale ed a|>i>ai'tenesse piii per<br />

iilTicio ai chierici , ed inollre la vice signoria non dovea essere<br />

laica nia clericale, come di sopra si c vediito nolla cliiesa inilanese.<br />

A proposito dclla parola niih's vieiie a spiegarsi (m. s. in<br />

perganieiia presso il nob. Gio. Matteo Somrnariva, anno J23G) lo<br />

statnto antico della nostra citta nei tenijii che ella si reggeva<br />

a repnbblica, dove « ordina che al consiglio intervengano i consoli<br />

delle confraternito e dei paratici, i conlalonicri delle societa,<br />

i iniliti del vescovato insieme col pietore per delil)erai'e ie proposte<br />

essendo scioccliezza il pensare die i soldati del vescovado<br />

ovvero del contado che in tre provincie divisi, chiamati vescovato<br />

di .'iopra, vescovato di mezzo e vescovato di sotto, avessero<br />

a intervenire al consiglio jniblico e non pinttosto la nobilta infeudata,<br />

come gia dissi dal proprio vescovo, che formava come<br />

un corpo della citta medesima. » Cosi in Fiancia e in altre provincie<br />

veggiamo che il clero, la nobilta ed il popolo in ordini<br />

distinti concorrevano a formare gli stati di esse provincie.<br />

In progresso di tempo la stessa voce Miles fii presa in significato<br />

di cavaliere aurato, di che ne sono frequenti gli esempi<br />

nelle famiglie Vistarini, Fissiraga e altre di qiiesta citta come<br />

si puo vedere nel piii volte citato archivio del vescovado.<br />

Lungo sarebbe 1' elenco delle famiglie lodigiane infeudate<br />

dai nostri vescovi, non pero tutte col titolo di capitano o valvassore<br />

a segno che di qnantita grande di famiglie investite, a<br />

poche viene comnnicato tal titolo ; e queste sono per lo piu estinte,<br />

cioe a dire: De'Merlino, de'Tresseni, de'Salerano, de'Cornaiano,<br />

de'Vitadono, de' Melegnano, de'Landriano, de'Cuzigo, de' Corte,<br />

de'Comazzo, de'Muzzo, ecc. I De Capitani de Tresseno e de Corte<br />

sono mancati a giorni nosti i<br />

, quelli de Miizio tnltavia sopravivono,<br />

ma in bassa fortuna col semplice titolo di Capitano, senza<br />

alcun fondo. I Merlint oggidi hanno lasciato il titolo di capitani<br />

trovandosi gia da gran tempo senza feudo.<br />

La stima in die erano si conosce in parte dal Morena cronista<br />

lodigiano, che nominando Monsignor Alberico Merlino secondo<br />

vescovo di questa nuova citta , dove altri lo chiamano<br />

comunemente dc' Capitanei de Merlino , lo pronuncia egli dei<br />

magnati di Merlino essendo magnati I'istesso che Baroni, e de-<br />

.scrivendo la ritirata che fecero i nostri da Lodivecchio a Pizzighettone<br />

nell'ultimo esterminio di detta citta fra le altre cose<br />

dice : (( e i maggiori capitani e le loro mogli non aventi cavalcature,<br />

jiedinarono ii meglio die potessero, molti di loro cade-<br />

vano nei fossi colle mogli, smarrendo la via percho di notte<br />

di[)piLi pioveva; y> per maggiormente destare la compassione sopra<br />

quell'infelice popolo.<br />

,

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