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Spettarono i Milanesi di questa citta anlichissima che alcuni tempj,<br />
mentre in que' secoli di civili discordie non alti'o che le case<br />
del Signore potevano meritare la cornpassione deirinimico. Com-<br />
piuta I'opera della distruzione, i milanesi condussero nelle loro<br />
prigioni quelli fra i Lodigioni die per I'eta cadentissima e per<br />
le infeiinita non poterono segnire i loro compagni nell'esilio, e<br />
poscia nuovamente sfogando la loro vendetta tagliarono le viti<br />
e le piantagioni delle campagne onde gli oppress! lodigiani tor*<br />
nando un giorno at loro deserti focolari non vi trovassero che<br />
desolazione e fossero necessitati a procurarsi I'alimento ramingando<br />
in estrania terra. Quindi seguendo i Milanesi la via che<br />
i miseri cittadini avevano calcata, fiiggendo dall'incendiata loro<br />
patria raccolsero nell'estate a loro prolitto le biade gia mature<br />
e distrussero le torri di Monlicelli un tempo fiorente castello<br />
sulle rive dell' Adda e quelle pur anco del vicino Castiglione o<br />
Casale Lupano, di S. Vito c. di Camairago onde non cadessero<br />
in mano dei (Jremonesi. Da quest'ultimo castello s'avvanzarono<br />
i Milanesi sulla cosla di Cavacurta onde minacciare nuovamente<br />
i Lodigiani ricoverati in Piceleone ed i Cremonesi che li ave-<br />
vano ospitati; ma i Lodigiani oltraggiati in tal guisa e quasi<br />
guidati dalla disperazione escirono da quella Rocca con alcuni<br />
abitanti di quel luogo e coU'ajuto di 26cavalieri cremonesi (1)<br />
e spiegando le insegne alfrontarono vicino a Cavacurta i Mila-<br />
nesi ai Campi detti di Salvaterra. Vogliono alcuni storici che<br />
i milanesi benche piii forti in numero, maravigliando dell'ardire<br />
dei lodigiani etemendo gli efTetti del loro disperato valore, stes-<br />
sero qualche tempo guardandoli, poscia levati i vessilli disor-<br />
dinatamente si ritirassero a Castiglione ove erano i loro<br />
accampamenti e che ivi non credendosi tuttavia sicuri si riti-<br />
rassero quindi a Milano. Gli scrittori cremonesi ed alcuni lodi-<br />
giani pero sostengono che si attaccasse la zuffa, e che i mila-<br />
nesi male col numero affrontando il valore si dassero alia fuga.<br />
Se vogliamo credere al Gabbiano (2) gli espatriati lodigiani<br />
durante la loro dimora in Piceleone vi innalzarono a loro spese<br />
un tempio che in memoria del santo loro protettore dedicarono<br />
a S. Bassano. Gli stenti pero e le miserie della guerra e del-<br />
I'esilio si aggravarono in modo in quel poveri cittadini che ben<br />
presto ne decimarono spietatamente le faraiglie. I cadaveri degli<br />
(1) Anlonio Campo: DelVhlit. di Cremona; Lorenzo Manini: Memorie Sto-<br />
riche di (Iremonii, t. 1: M. Borriardiiio Covw. Vhtoria di Milano, p. 1; Vitlorio<br />
Cadamoslo: Sloria di Lodi, ms.; Giov. Ball. Villai)ova: Istoria di Lodi, lib. 1;<br />
Giov. Maileo Manfredi: Vila dei Vescovi Lod. I. 2. ms.<br />
(2) Giacomo Gabbiano: Laudiade ms.