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580 ch' essa Provincia continuar dovesse a far iiso delle costumanze<br />
e Leggi proprie , lie vi apporlo intorno a cio altra novita<br />
se non che divise la medesima in quattro parti, o region),<br />
assegnando in ciascheduna di quesle una Citta che fosse cajjo,<br />
e dove si avessero da tenere le adunanze, e da 7'ammassare il<br />
denaro richiesto dalle comuni indigenze , e di creare i magistrati<br />
di tutta la regione; e s' egli aggiunsevi alcune Leggi, le<br />
diede in guisa che non urtassero con 1' autonomia di que' popoli,<br />
e con tanto provvedimento, ut non hostibus ct quas umis<br />
quidam lungo tempore qui unus est Icgum corrector cxpcriendo<br />
arguerat (J), Nel trattato concluso do[)o la seconda guerra Punica<br />
tra i Romani vincitori e i vinti Cartaginesi, dure condizioni<br />
furono poste da questi ai secondi; ma fii pero loro conceduto,<br />
che seguirebbono a vivere secondo le Leggi loro ; (2) la qual<br />
cosa conseguirono altresi , quando sul cominciare della teiza<br />
guerra un niiovo trattato essi tennero coi medesimi Romani Qi).<br />
Due Editti si leggono di Claudio Imperatore , col primo dei<br />
quaii gli Ebrei di Alessandria, e col secondo a t'Jtta la Nazione<br />
Ebraica sparsa per le provincie dell'Impero Romano , fu restituita<br />
la liberta , che sotto Cajo Caligola aveva sofferto moltissimo,<br />
di governarsi colle sue leggi, non die alle cose<br />
ligione appartenenti, ma eziandio nelle cose 'politiche<br />
alia re-<br />
(4). Fra<br />
le condizioni di pace che Annibale alle citta prima sue nemiche<br />
da accorto Principe ofteriva, quella eravi che le medesime conservare<br />
potrebberole proprie Leggi. La citta di Locri ed in appresso<br />
quella di Taranto da lui ebbero un tale patto (5). Passando<br />
ai secoli meno lontani, ritrovasi che Teodorico re de'Goti<br />
resosi padrone dell'Italia, ordino da saggio politico che in essa<br />
non si introducesse ordinamento veruno, die aspetto recasse di<br />
novita; ma die si continuassero le cose gia poste in uso: « quod<br />
consuetudo anliqua scrvctur<br />
prisco tempore indullum est.<br />
nee sidtraliciur modo^nis quod<br />
,<br />
» Questo e il comando ch' egli<br />
diede (6) ed allora che iiell'anno 18." del suo impero si porto<br />
il medesimo a Roma , fece ivi una allocuzione al popolo con<br />
promettere fra le altro cose di osservarc inviolabilmente tutte<br />
le ordinanze fatte dai precedenti Principi Romani (7). Castigata<br />
voleiido lo stesso Teodorico la Liguiia che in quel tempi<br />
comprendeva anche la citta di Milano, peiche tenuto area per<br />
la parte del re Odoacre, al quale dopo lungo contrasto egli tolse<br />
il regno d' Italia, le vieto, oltre all'averla spogliata dei privilegi<br />
della cittadinanza romana, il piu servirsi delle antiche sue Leggi<br />
e costumanze: castigo, che avendo cagionato un lamento grandissimo,<br />
fu da lui poscia ritrattato alle istanze fattegli dai due<br />
santi uomini Lorenzo Arcivescovo di Milano ed Epifanio Ve-<br />
(1) Tito Livio, Lib. 45, Cap. 42.<br />
(•2) Polib. o.xcei'p. Legal. 142. Appian. Dc bel Pun.<br />
{i) Polib. oxccrp. Legal. 142. Ajtp. Dc be!. Pun.<br />
(4) Joscpli., Aniiq. Jud., Lib. 19, Cap. 5,<br />
(5) Tilo Liv., Lib. 24, Caj). 1, Lib 2a, Cap. 8.<br />
(6) Cassiod., Lib. 8, Episl. 39.<br />
(7) Anon i in. Vales.