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— 76 —<br />

Felice Osio , pubblico Lettore Umanista nelT Universita di<br />

Padova nelle auiiotazioni fatte al sii'Metto Moreria, disrorre in<br />

questo luogo sopra la parola copitaneos e secomlo I'opin'one di<br />

Giornrio Merula crede che aves?ero origine da Landolib I'^ di<br />

questo nome Arcivescovo di Milano che assunto a quella dignita<br />

con ajuto d'amici per mantenervisi dopo gratilicati i congiunti<br />

del sangue , si rese eziandio benevoli altii della citta<br />

rnedesima con varie investiture de' feudi col titolo di Capitani<br />

valvassori : sono le parole del Merula parlando del medesimo<br />

arcivescovo (^f)e Vicccomitum antiquilate, Lib. 2): « 11 quale ben<br />

presto ai fratelli ed ai parent! diede ricchezze, onori e poteri.<br />

Subordin6*a loi'o delle castella, e concesse pure diritti e privilegi<br />

nelle citta. D'allora i Carcano, i Pirovano, i Landriani presero<br />

il nome dalle diverse localita. D'allora provennero inomi di ca-<br />

])itani e con essi le discordie civili ed i semi degli odii parti-<br />

giani, D'allora crebbero le ricchezze dei patrizii, le superhie e<br />

Je prepotenze sugli inferiori. » Onde conchiude I'Osio: « Dal che<br />

e facile la congettura che qui si parli dei magnati lodigiani, »<br />

recando apju'esso per maggior jconferma I'autorita del Mussato<br />

e del Boldiico antichi cronisti. 1 gentiluomini stessi (sebbene<br />

nel racconto di quel successo non fu mio pensiero di tradurre<br />

il Morena nella lingua volgare ma di tenermi alia sua relazione<br />

come testimonio di vista), jiortando la forza delle parole Grandes<br />

Capitoricos un non so che di piii de'gentiluomini ordinari, come<br />

oggi diressimo firan cavaliere, ovvero personaggio d'importanza.<br />

Dippiii si riscontra anche nella nobilta il magis ed il minus<br />

conforme alle qualita dei meriti od antichita delle famiglie^ dai<br />

titoli, finalmente ])er lo splendore delle ricchezze.<br />

Ammetlo che in Milano 1' origine dei Capitani e dei Valvassori<br />

s'abbia a riconoscere da Landolfo suddetto, cioe dall'anno<br />

995 in circa, vedendosi che al Merula per questo conto aderiscono,<br />

Tristano Calco, B. Corio, D. Bossi , G. Ripamonti e altri<br />

scrittori milanesi parlando del medesimo arcivescovo. E I'istesso<br />

Sigonio [De regno Hal. Lib. 1° anno 995) di sopra in simil proposito<br />

citato parla del medesimo arcivescovo: « Intanto Landolfo<br />

per acquistar fedelta, insigni di beni e di dignita ecclesiastiche<br />

i possidenti e distribui altre ai destituti , Jacendo cosi nuovi<br />

feudi ecclesiastici nelle [)ievi, nei castelli e nei rioni della citta,<br />

dippiu li chiamo capitani , e cio ad imitazione degli stessi imperatori.<br />

In Lodi con altre citta che si abbia a giudicare 1' istesso<br />

non direi, non essendovi la stessa ragione, se non che i nostri<br />

vescovi e altri di qui prendessero il mal esempio ed in ispecie<br />

d' infeudare non solo le terre e beni alTetti alia mensa episcopale,<br />

ma la ragione ancora di decimare in questa diocesi come<br />

a basso dirassi. Leggendosi del medesimo Landolfo nel Besozzo<br />

JStoria Pontificale di Milano, cap. 72: Et ai ciltadirn concesse<br />

le decime con illecita invcsiilura., ed essi li dicdero la fcde, ecc.<br />

ecc. {1st. ]^n(ificale di Milano, cap. 12).<br />

La denominazione dei Capitani medesimi dalle terre infeudate,<br />

come il ^lerula suppone, pare clie il Sigonio approvi, soggiungendo<br />

dell'istesso arcivescovo: (luoglii citnti) « Dei t)'o fra-

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