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estesi, giusta il parere del P. Alberto e del Sigonio, anche sul
nostro territorio), vi spese molti anni per convertire i gentili e
conservare i neo-credenti. Giunse anche a Brescia, ove opero
molti miracoli con istupore degli idolatri dei qiiali alcuni si
fecero cristiani. Poscia si mosse alia volta di Cremona, di c.ii
gia essendo vescovo Sabino, come riferisce il Merula, fu da esso
cordialmente ricevuto ed entrato seco in dimesticbezza lo ajuto
alia conversione di molte popolazioni della sua diocesi e di alcuni
luogbi insigni, quali Sirosina (che da lui prese il nome)
ed ora Soresina, Sospiro e Farisengo. Dall'agro cremonese Siro
passo sul nostro territorio e per la strada di Pizzigbettone avviandosi
a Castione, passo Turano, Melegnanello, MajragoeSecugnago,
indi a Massalengo e per altre terre vicine al Lambro,
fermandosi secondo il bisogno. Egli giovo molto a quelle terre
e popolazioni confermandole nella fede gia ricevuta. Se non che
sparsasi la voce che arrivava a Lodi , prepararonsi i nostri avi
a riceverlo cogli onori dovuti a si ragguardevole Prelate , sperando
provarlo non meno benefice che misericordioso (1). II
Sinodo terzo diocesano ordino riconoscente che la commemo-
razione dei due primi santi vescovi di Pavia Siro ed Invenzio,
si faccia in tutta la diocesi nel giorno in cui ricorre la lore festa.
Oltre lo storico pavese, altri di Milano , di Cremona e piu
il Cardinale Agostino Valerie vescovo di Verona confermano la
dimora di s. Siro per qualche tempo sul Lodigiano, che pren-
dendosi pietosa cura di codeste popolazioni, quale cortese nu-
trice le aveva raccolte in grembo , or col latte della dottrina
ora col cibo dell'esempio e dei miracoli le aveva fatte successivamente
prosperare. Dope non breve dimora in Lodi, s. Siro
stimando necessaria la sua presenza altrove , molti lodigiani
presi dal suo affetto , lo vollero seguire , seco dimorando piii
giorni , e alia fine distaccandosi da lui si bene istrutti nelle
verita religiose, che tornati a Lodi, riescirono ottimi precettori
nel catechizzare gli altri, sicche molto si radico il Vangelo nelle
nostre terre.
XIV.'' Mentre Nerone teneva prigioni in Roma gli Apostoli
Pietro e Paolo , capito a Lodi il prete Nazzario ed il fanciullo
Celso di rito) no da Roma , ove miracolosarnente erano sfuggiti
alia prima persecnzione dei cristiani. Ma avendo udito che e-
rano stati incarceiati i due nobili fratelli Gervasio e Protasio
dal prefetto Anolino, opino meglio poter operare a vantaggio
della Fede in Milano, ove governava un tiranno, che non in
Lodi, ove piu quieto restava il vivere cristiano. Intanto il vescovo
(1) Ludovico Chiosa; Vila di s, Siro, lib, 2 cap. 1.