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Ben meritava che Lodi ricordasse in una delle sue vie uno
dei piu distinti suoi concittadini, ceiebrato ancor oggidi dagli
storici critici della letteratura italiana siccome uno dei piii
iilustri umanisti del secolo XV."
Dalla storia Ictteraria di Giuseppe Antonio iSaxio, prcfetlo della
Bihlioteca Ambrostana, ricaviamo i seguenti cenni:
« MafTeo Veggio, patrizio lodigiano, tra gli altri monumenti
del suo felicissirno ingegno , lascio sei libri aurei deW Educazione
dei figli e dei loro buoni costumi. Li stampo a Milano
nell'anno 1491 il tipografo Leonardo Pachel , senza alcuna lettera
nunciipatoria o prefazione. In calce leggesi un breve compendio
della di lui vita, come e descritta anche neile edizioni
seguenti; finche Paolo Bertoeto raccogliendo del Veggio tutte
le opere, che si poterono avere, le divulgo nella citta di Lodi
I'anno 1613; avendovi aggiunto nel frontispizio un cenno piii
abbondante suUa vita dell'Autore: finalmente Corrado Sunningo
la compose intera coll'annessavi critica , e la divulgo nel supplemento
secondo di Giugno agli Atti dei Santi del BoUando
(foglio 57).
« Per la cominciata impresa mi e pure di grandissimo interesse
il rendere ]n\i celebre la memoria di tale cliiarissimo
scrittore, che in questa metropoli e nella vicina accademia pavese
succhio il latte della grammatica , della Rettorica , della
Dialettica e della Giurisprudenza , per cui riesci un uomo celebre
e degno di fama e di lode. Frattanto voglio avvertito il
lettore essere venuto in mia rnano stampato a Parigi 1' anno
1508 senza il norne del Tipografo, il libro col titolo « Dell' Educazione
dei figli » sei libri aurei nuovamente riveduti , del
poeta Francesco Filelfo, oratore e filosofo celeberrimo, con un
breve indice e con brevi note in raargine, che spiegano il sense
delle dizioni oscure , divulgate per cura di Nicolo Buona-Speranza
da Triginto in Campania Stupii , o Filelfo , della tua
nuova opera, che finora non aveva trovato accennata da alcuno;
ma avendone letto il contenuto , mi assicurai che era quella
stessa che Veggio aveva composto. Cestui pero conoscitore inesperto
di belle lettere , tante intrepidamente aggiudicava a Filelfo
quest' opera, che aggiungende la vita del padre Francesco
e del figlio Mario scritta dal Trittemio , diceva, meravigliarsi
che questa fosse passata sette silenzie da quel dotto Abate
Span-hemie , mentre enumera le altre opere del Filelfo; asseriva
che essa era stata compesta da questo autore , e convalidava
cio ceirargomente « delle frasi fleride e copiose , del
noto titolo dell'inscrizione del libro e del j)udico mode di esporre.
» Quante poi sia fallace questa opinione, abbondantemente
ce lo insegnano e le antiche edizioni , la nostra ciee di que-