Tiroidectomia Totale: How I do it - AOOI

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volontà del paziente e la tutela del suo fondamentale diritto alla salute
come sancito da disposizioni di ordine costituzionale f , normativo g, h, i e
deontologico j , e come anche ribadito più volte autorevolmente dalla
Suprema Corte k, l . Una visione siffatta subordina il dovere di curare del
medico alla libertà di autodeterminazione terapeutica del malato, fatta
eccezione per alcune particolari situazioni (emergenze mediche, trattamenti
sanitari obbligatori).
Nonostante il vivace dibattito dottrinale, non esiste ancora nella legislazione
italiana una disciplina organica del consenso informato all’atto
medico esclusi alcuni specifici settori della medicina che sono rigidamente
regolamentati (trapianto del rene tra persone viventi, interruzione
volontaria della gravidanza, rettificazione di sesso, attività trasfusionali
relative al sangue umano ed ai suoi componenti e la produzione di plasmaderivati,
prelievi ematici per ricerca di virus HIV, sperimentazioni cliniche
dei medicinali, prelievi di trapianti di organi e di tessuti, accertamento
della idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti, sperimentazioni
cliniche di medicinali per uso clinico, procreazione medicalmente
assistita).
L’acquisizione del consenso in forma scritta è obbligatoria per legge solamente
in casi selezionati: nella terapia con emocomponenti e plasmaderivati,
espianto di organi e/o tessuti, sperimentazione clinica, nella procreazione
medicalmente assistita, mentre nel caso della prescrizione di
farmaci in difformità dalla scheda tecnica la forma scritta è auspicata dal
Codice Deontologico.
Nel caso dell’impianto di protesi tradizionali il consenso all’atto medico
può certamente essere fornito verbalmente, stante l’attestazione dell’avvenuta
informazione costituita dallo stesso modulo di prescrizione dell’ausilio,
che fra le altre cose è costituito da un elemento esterno e facilmente
asportabile senza particolari complicazioni.
Quando invece la scelta fosse caduta su una protesi impiantabile, che
richiede una procedura chirurgica, e poiché, come precedentemente
esposto, la totale mancanza del consenso costituisce autonoma fonte di
responsabilità penale e civile per il medico, la forma scritta sarebbe sicuramente
quella da preferire, in quanto garantirebbe la prova di una corretta
informazione circa i possibili rischi e le probabilità di insuccesso,
non esimendo, tuttavia, da eventuali fonti di responsabilità medica per
colpa. Nel caso che il paziente esprima, invece, la manifesta volontà di
non essere informato viene meno il dovere di informare, anche se rimane
una buona regola documentare tale volontà in forma scritta.
Affinché l’informazione possa essere ritenuta completa essa deve essere
estesa alla diagnosi ed alla descrizione della malattia, alla prognosi,
agli eventuali trattamenti alternativi ed ai vantaggi e svantaggi degli
stessi; inoltre, devono essere illustrate le modalità con cui verrà eseguito
l’intervento, gli organi e le funzioni interessate, i rischi e le possibili