Tiroidectomia Totale: How I do it - AOOI

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92 retro auricolare; partendo dalla proiezione posteriore del condotto uditivo esterno essa viene tracciata verso l’alto per circa tre centimetri. Si procede quindi con un modesto scollamento del sottocute intorno alla linea di incisione e con un più esteso scollamento verso la punta della mastoide. Una seconda incisione viene quindi eseguita sul fibroperiostio partendo dalla punta della mastoide sino ad un punto anterosuperiore rispetto all’estremo cefalico dell’incisione cutanea, in maniera da evitare ogni sovrapposizione fra le due incisioni. L’intervento procede con lo scollamento di una tasca sub-periostale posterosuperiore delle stesse dimensioni del M/D e con l’esposizione della corticale mastoidea. Si scolpisce quindi il letto del M/D sulla squama. Poiché l’area della fresatura è coperta dai tessuti molli è necessario utilizzare un elevatore di Farabeuff per esporre adeguatamente il campo. L’esatta dimensione del letto osseo viene controllata con un template. Completato questo tempo si allestisce una nicchia perimastoidea (NP) per alloggiare il cavo di connessione. In pratica viene fresata una piccola area di corticale mastoidea mezzo centimetro o poco più davanti al letto del M/D, di profondità inferiore ad un centimetro. Un tunnel connette il letto del M/D con la nicchia perimastoidea. Infine viene allestito un solco osseo che connette il bordo inferiore della NP con l’analogo solco già preparato sulla parete inferiore del condotto. Si rimuove quindi la clip in titanio dalla FMT e dopo avere inserito quest’ultima nella NP attraverso il tunnel si posiziona il M/D nel suo letto osseo al di sotto della tasca fibroperiostea. Il trasduttore viene quindi veicolato nel CUE sotto i tessuti molli anteriori mentre il cavo di connessione viene adattato nella NP e nel solco osseo (fig. 4). Fig. 4. Via chirurgica retroauricolare (orecchio destro). Il modulatore/demodulatore (M/D) è alloggiato nel letto osseo e tramite un tunnel il cavo di connessione prossimale viene adattato in una nicchia perimastoidea (NP). La parte distale del cavo è ospitata dal solco preparato sulla parete postero-inferiore del condotto uditivo esterno (CUE). EF=elevatore di Farabeuff.
Si procede quindi per via transcanalare con il posizionamento della FMT nella nicchia fenestrale. Sebbene esista una disparità dimensionale bisogna garantire un adeguato contatto fra il disco della FMT e la meno estesa membrana timpanica secondaria. Laddove non sia stato possibile realizzare una superficie ossea piatta allineata al piano della MTS si interpone tessuto mesenchimale allo scopo di ottimizzare l’accoppiamento. Lo stesso tessuto viene utilizzato per ricoprire la FMT e garantirne la stabilizzazione. Il cavo di connessione viene seppellito con accuratezza nel solco osseo meatale con polvere d’osso prelevata durante la fresatura degli alloggiamenti. Nell’area anulare a maggiore garanzia contro possibili estrusioni tardive del cavo può essere interposto anche un sottile disco di cartilagine autologa. La sutura per piani e la medicazione del condotto con Spongostan completano il breve intervento. Conclusioni L’intervento proposto è riproducibile e di agevole esecuzione. I vantaggi principali derivano dalla piccola incisione (minore durata dell’intervento, ridotta morbilità, alta accettabilità) e dalla via transcanalare (ridotto rischio per nervo facciale e corda del timpano e per possibili colesteatomi iatrogeni). La preparazione della finestra rotonda per via transcanalare è agevole richiedendo solo occasionalmente una modesta osteotomia anulare di allargamento. Un potenziale rischio è rappresentato da possibili estrusioni tardive del cavo di connessione nel CUE a dispetto della sua ‘sepoltura’ nel solco canalare con patè d’osso e l’interposizione di cartilagine; tale evenienza andrà valutata con un follow-up più prolungato. In conclusione riteniamo che l’approccio mininvasivo transcanalare costituisca una promettente procedura per la vibroplastica della finestra rotonda. 93
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